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«RINNOVO DEL CONTRATTO O PRONTI A SCIOPERO GENARLE»

Sanità privata, i sindacati in presidio davanti la Prefettura di Potenza: «Le controparti datoriali non hanno rispettato gli impegni presi»

Le bandiere dei sindacati di categoria   di Cgil, Cisl e Uil hanno riempito ieri la piazza davatni   la Prefettura di Potenza. I lavoratori della sanità   privata chiedono il rinnovo del contratto bloccato   ormai da oltre 14 onni altrimenti a settembre sarà   sciopero nazionale.   I lavoratori della sanità privata non ci stanno dopo   oltre 3 anni di trattative complicate, la preintesa del   contratto nazionale della sanità privata era stata firmata   il 10 giugno scorso, ma poi alla fine nulla di   fatto. «Avevamo gioito per aver finalmente raggiunto,   pensavamo, l’obiettivo al quale da sempre miravamo   spiegano- ovvero che ad uno stesso lavoro, nel   settore pubblico e in quello privato accreditato, corrispondessero   stesso salario e stessi diritti. Il 30 luglio   scorso, termine ultimo per la sottoscrizione definitiva,   le controparti datoriali, Aiop (che fa parte di   Confindustria) e Aris (associazione religiosa aderente   alla Cei) si sono rifiutate di sottoscrivere l’accordo e   di rispettare gli impegni presi. Aiop non ha neanche   convocato l’Organismo Direttivo Nazionale, mentre   Aris lo ha fatto nei tempi stabiliti e ha formalmente   comunicato esito di diniego della ratifica, denotando   un’intollerabile mancanza di rispetto dei diritti di   100mila lavoratrici e lavoratori a livello nazionale   della sanità privata, che nel frattempo nelle assemblee   avevano approvato il testo contrattuale sottoscritto   nella preintesa».   «Questo venir meno a impegni formalmente presi   con le organizzazioni sindacali -aggiungono- ma prima   di tutto con lavoratrici e lavoratori dediti alla cura   delle persone, applauditi qualche mese addietro,   in piena pandemia, dalle finestre e dai balconi, è stato   un atto di una gravità senza precedenti, che ci spinge   verso lo sciopero nazionale. Ci preme sottolineare   come questo rinnovo, tra l’altro, pesa per circa il   50% sulle finanze pubbliche, considerato che il Ministero   della Salute e la Conferenza Stato- Regioni   hanno dato la loro disponibilità a coprire il costo contrattuale   con l’adeguamento delle tariffe. Chiediamo   alla Regione di vincolare tale adeguamento alla firma   definitiva del contratto nazionale della sanità privata,   come concordato a livello nazionale e ai rappresentanti   politici a vari livelli di farsi parte attiva   al fine di restituire ai lavoratori dignità e diritti calpestati   da chi pensa di fare un uso distorto delle risorse   pubbliche per il proprio tornaconto personale.   Il presidio, con manifestazioni davanti alle Prefetture   su tutto il territorio nazionale, è uno degli eventi   di una mobilitazione che proseguirà ad oltranza dietro   le parole ‘Basta padroni predoni coi soldi pubblici’.   La nostra protesta continuerà e crescerà, passando   per le assemblee e sit-in nelle strutture Aris e   Aiop in calendario il 31 agosto, e poi avanti fino allo   sciopero nazionale. Finché non saranno riconosciuti   i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della   sanità privata, che in Basilicata sono oltre 600, e non   si aprirà una discussione per cambiare il sistema degli   accreditamenti, che chiediamo a gran voce di revocare   qualora non venga sottoscritto definitivamente   il contratto, la cui firma della preintesa è stata vergognosamente   rinnegata. La vertenza Universo Salute   in Basilicata, che diventa ogni giorno più complessa   e problematica, è la cartina al tornasole di un sistema   spregiudicato che continua a strumentalizzare i   lavoratori. Sono ormai 50 i lavoratori in cassa integrazione   (fis) in seguito a una decisione gravissima   della direzione aziendale che non trova riscontro nelle   reali esigenze della struttura e che mette a rischio   la stessa assistenza dei pazienti e per i quali chiediamo   l’immediato reintegro».   «La mobilitazione unitaria, sia per le questioni del   mancato rinnovo contrattuale a livello nazionale che   per le problematiche locali, non si fermerà e sarà durissima,   ma necessita del concreto sostegno di tutti   gli attori che possano collaborare affinché vengano   restituiti i diritti vergognosamente calpestati a tutti i   lavoratori» concludono i segretari di Fp Cigl, Cisl   Fp e Uil Fpl.

 

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