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VIGGIANO, UN COMUNE TROPPO RICCO

Lettere lucane

Ritengo anch’io scandaloso che ciò che è avvenuto nel comune di Viggiano a proposito dei famigerati “bonus Covid” elargiti a politici con redditti importanti. Poiché mi pare non ci siano rilievi penali nella condotta dei fratelli Cicala – rispettivamente Sindaco di Viggiano e Presidente del consiglio regionale – affiderei a loro, in coscienza, quali conseguenze trarre dal loro comportamento. Per me però la questione è più profonda, e riguarda l’anomalia finanziaria di Viggiano. Io so benissimo che sul terreno di questo comune sorge la più grande piattaforma petrolifera d’Europa, e che gli sconquassi ambientali e sociali sono stati rilevanti. Ma non sono mai stato convinto che il modo migliore per aiutare questo comune fosse riempirlo di royalties, perché non è abbuffando di soldi questo piccolo comune di appena 3.300 abitanti che si risolvono i disagi che le estrazioni petrolifere hanno creato. Solo nel 2019 il comune di Viggiano (fonte Mise) ha incassato 7.135.368,90 euro da Eni e 4.426.278,63 euro dalla Shell. Molitplicate queste cifre per almeno vent’anni e scoprirete che questo piccolo comune è, in proporzione, uno dei più ricchi d’Italia. Con tutto il rispetto per i disagi di Viggiano, questi soldi sono troppi e fanno male, perché non si sa come spenderli e creano situazioni di “pacchia”. Tutto questo a fronte di una Val d’Agri tormentata da disoccupazione e spopolamento. Intendiamoci: Viggiano questi soldi li merita. Ma il mio parere è che questi soldi le facciano male, e che la rendano diabetica. Io penso che questi soldi dovrebbero essere spesi per creare condizioni di sviluppo per l’intera Val d’Agri, e non per abbuffare un singolo comune che nemmeno sa come spenderli, tutti questi soldi. Anche perché a cosa serve un comune ricco in mezzo a tanti comuni poveri? Il rischio è che diventi un paese “cicala” tra tanti comuni formiche.


diconsoli@lecronache.info

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