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SUI CICALA LA LEGA TACE, LOMUTI NO!

Sul Covid Bonus il sindaco di Viggiano ed il presidente del Consiglio regionale imbarazzano la Lega. Il grillino attacca

Il senatore Arnaldo Lomuti, vicepresidente del gruppo Movimento 5stelle, è entrato a Palazzo Madama con la spolia opima delle macerie della Lega lucana, tragicamente crollata a colpi di domande per il Covid Bonus inoltrate da suoi rappresentanti istituzionali, su tutti i fratelli Cicala, Amedeo sindaco di Viggiano e Carmine presidente del Consiglio regionale, per consegnarla direttamente al leader nazionale del Carroccio, Matteo Salvini.

«Sono sicuro – ha pubblicamente dichiarato Lomuti nel suo intervento ieri al Senato – che Salvini manterrà fede a quanto pubblicamente promesso in questi giorni e prenderà provvedimenti». Più facile arrivare in Basilicata, era il marzo del 2019, mesi prima della disfatta del Papeete tra sbronze al gusto di mojito, cubiste e inni nazionali sulla spiaggia, e precisamente a Viggiano, per indossare da ministro dell’Interno caschetto e maglietta dell’Eni per sorridenti istantanee insieme al sindaco Cicala, che oltre un anno dopo, se non tornare nel Comune lucano del Petrolio, quanto meno telefonare allo stesso primo cittadino per notificargli l’espulsione dalla Lega sulla scia del combinato disposto tra quanto documentalmente emerso sulla vicenda del Covid Bonus e quanto promesso dal segretario nazionale.

Per chi ci crede agli slogan di Salvini, il leader prima tuonò che si sarebbero dovuti dimettere i parlamentari leghisti che avevano incassato i 600 euro del bonus Inps, poi però ha virato sulla sospensione e, infine, a macchia di leopardo per gli amministratori regionali e locali, stando al caso Veneto, la scelta finale parrebbe sia la semplice non ricandidabilità. Più che tuonare, Salvini al posto del martello di Thor, lo si ricorda al massimo con la scopa in mano quando voleva fare pulizia all’interno del partito, ha lampeggiato. Come da adagio popolare noto nel paese di nascita dell’unico senatore leghista lucano, Pasquale Pepe, “quando tuona piove, se lampa scampa”. E Salvini “lampa”, soprattutto sui casi lucani.

È toccato allora al senatore Lomuti far risuonare nell’Aula del Senato l’onda d’urto dell’affaire famiglia Cicala-Covid Bonus del Comune di Viggiano. Prendendo la parola, Lomuti ha esordito con «serva questo intervento come strumento di informazione per il senatore Salvini». Come a dire che dopo giorni di assordante silenzio da parte della Lega a tutti i livelli, a partire da quello territoriale lucano, volendo far salva la buona fede che chissà l’eco di certi accadimenti non fossero giunti da Viggiano all’orecchio del milanese, ma in Basilicata sindaco del Comune del Petrolio e famiglia, presidente del Consiglio regionale, e un assessore del Comune di Potenza, tutti questi eletti Lega, sono invischiati, su binari paralleli, nei misfatti dei Covid Bonus. Contro i “furbetti”, lo stesso Salvini aveva dichiarato in una diretta facebook: «Anche fosse un euro è un euro di troppo, saremo inflessibili». Eppure per quanto riguarda il fronte lucano, Salvini è come il bambù. Ma soprattutto, da lui e dalla Lega è ancora assoluto silenzio. Esponendo i fatti lucani, Lomuti ha pertanto invitato Salvini a fare, tra Potenza e Viggiano, qualche chiamata, anzi «più di una». «Chiedo a Salvini – ha dichiarato Lomuti -, da quanto sta emergendo sulla stampa in Basilicata, cosa intende fare e come pensa di muoversi con i leghisti furbetti dei contributi? Sulla stampa leggiamo di ben due assessori della giunta leghista del comune di Potenza che hanno ottenuto i 600 euro, nonostante ricevano un’indennità mensile di circa 2500 euro al mese. Bisogna anche aggiungere i ricavi per la loro professione a Partita Iva». «Ma peggio di loro- ha spiegato il senatore pentastellato – ha fatto il sindaco leghista del comune di Viggiano, in provincia di Potenza, che il 12 maggio ha approvato un bando a sostegno delle Partita Iva dove risultano tra i beneficiari il sindaco stesso, un suo assessore, il suo capogruppo in consiglio comunale, il fratello architetto, la società CGA società al 50% in capo al sindaco, la società Lucania costruzioni di cui un 15% è riconducibile al sindaco e un altro 15% ad un altro terzo fratello, attuale Presidente del Consiglio regionale, sempre della Lega, tutto questo con una determina di liquidazione firmata dal responsabile di area finanziaria zio del Sindaco stesso. Dentro c’è anche il cognato del sindaco con una Partita Iva per rivendita di automobili». «Ora – ha aggiunto Lomuti – , il bando prevedeva l’assegnazione di un bonus 3mila euro a Partita Iva, un bell’aiuto rispetto agli aiuti nazionali con una differenza, che il bonus nazionale prevedeva lo scaglione del reddito inferiore a 35mila euro, quello del sindaco di Viggiano arriva a 70mila euro. Cioè per la giunta di Viggiano, se guadagni 6mila euro al mese hai bisogno di aiuti». «Ecco – ha concluso il vicepresidente del gruppo Movimento 5stelle, Arnaldo Lomuti – Salvini che fai a questo punto? Gridi slogan o cacci i leghisti furbetti dei contributi?». Ammesso, ma non concesso, che Salvini non sapesse dell’affaire famiglia Cicala-Covid Bonus del Comune di Viggiano, ora lo sa

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