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ALLA SCOPERTA DEL TACHYBAPTUS RUFICOLLIS

Il viaggio naturalistico con il documentarista Lisandro, ci porta a scoprire un “uccello tuffatore”


Il viaggio nel mondo animale con il documentarista Carmine Lisandro, questa volta ci porta ad un’altitudine non superiore ai 500 metri, dove sono presenti due tipi di Svassi: il Tuffetto comune Tachybaptus ruficollis (Pallas, 1764), molto più diffuso e svernante e lo Svasso maggiore (Podiceps cristatus) più contenuto.

Il Tuffetto comune «è una specie protetta dalla Direttiva Uccelli n. 79/409/CEE, il suo nome scientifico Tachybaptus significa “veloce nell’immersione” mentre, Ruficollis è riferito al suo “collo di colore rossiccio”. È un piccolo e simpaticissimo uccello acquatico dalla silhouette rotondetta con un becco cortissimo, lungo circa 27/29 cm., un’apertura alare intorno ai 50 cm. ed un peso di 140-200 grammi.

Il maschio e la femmina, non sono facilmente distinguibili perchè presentano una colorazione simile: il loro piumaggio è grigio scuro con il ventre nero e riflessi argentati. Nel periodo nuziale o riproduttivo presentano dei ciuffi di piume rossastre ai lati della testa e del collo, mentre nel periodo invernale, la livrea ha forti striature nere su fondo chiaro, il ventre ha una colorazione chiara, ai lati del becco presenta delle macchie gialle».

«Viste le sue dimensioni ed essendo un animale molto prudente e schivo non è facile riuscire e osservarlo, soprattutto in volo. Frequenta ambienti di acqua dolce anche di piccole dimensioni come  torrenti, piccoli laghetti, stagni, con presenza di vegetazione palustre, comunque zone umide.  In questo habitat condivide il territorio con altri uccelli acquatici come: i Germani reali, Gallinelle d’acqua, Martin pescatore, Folaghe ed altri.  Al minimo sentore di un pericolo, non esita a scomparire all’improvviso, tuffandosi sott’acqua, nuotando velocemente, grazie alle sue zampe adatte alla spinta in quanto provviste di membrane per poi riuscire a resistere in apnea + di 20 secondi.

Quando è alla ricerca di cibo, cosa che lo impegna per quasi tutto il giorno, osserva dalla superficie con attenzione se vi è la presenza di qualche preda per poi immergersi con un tuffo e predare piccoli pesci, girini e invertebrati acquatici, anche se, all’occorrenza, si ciba di vegetali e piante acquatiche».

«Il nome comune che ha, è dovuto, appunto, a questa sua abitudine di tuffarsi in continuazione – spiega Lisandro- Inoltre dedica molto tempo alla cura del suo piumaggio idrorepellente.

La nidificazione inizia a marzo: la coppia costruisce nidi sospesi sull’acqua ed ancorati alla sponda, in maggio la femmina depone da 4 a 6 uova bianche che sono covate da entrambi i genitori. In caso di momentanea assenza  sono soliti ricoprire le stesse usando materiali vegetali  per nasconderle alla vista di eventuali predatori. L’incubazione dura circa 20 giorni, e i nuovi nati vengono accuditi dalla coppia e dopo circa due mesi, sono in grado di volare».

La morale, conclude il documentarista bellese è sempre quella: «oltre ai mutamenti dovuti a calamità naturali, l’uomo dovrebbe tutelare meglio la biodiversità animale e vegetale, soprattutto per cercare di dare un mondo più vivibile alle nuove generazioni».

 

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