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CICALA PEGGIO DEI FURBETTI DELL’INPS

A Viggiano si fanno il bando e vi partecipano. Prendono il Bonus Covid: il sindaco, il fratello, l’assessore e il capogruppo

In tutta Italia a seguito della comunicazione dell’Inps sui “furbetti di Montecitorio”, i 3 deputati che nonostante lo stipendio mensile di oltre 12mila euro, hanno richiesto, ottenendolo, il bonus di 600 euro riservato alle partite Iva, sono in azione “segugi” di varia estrazione perchè tra i percettori del sostegno economico ci sarebbero circa 2mila amministratori locali tra consiglieri e assessori regionali, sindaci e consiglieri comunali. Ma altre, e forse ancora più inopportune, zone d’ombra vengono alla luce dalla Basilicata. Tra queste, il caso Viggiano.

Nel Comune lucano del Petrolio, non uno, ma ben tre amministratori locali, più il fratello del sindaco, risultano beneficiari della disposta «liquidazione con urgenza» delle pratiche inerenti la concessione, «a fondo perduto», di un bonus pari a 3mila euro per mitigare gli effetti economici conseguenti all’emergenza epidemiologica da Covid-19. A Viggiano, il sindaco Amedeo Cicala si è dilettato nel giocare su entrambi i lati del tavolo: in Giunta approva, da cittadino con partiva Iva, passa all’incasso dei 3mila euro.

In Giunta, tra le altre cose, ma è solo una delle sfaccettature del caso Viggiano, il voto di Amedeo Cicala, così come anche quello dell’assessore Rosita Gerardi, altra amministratrice percettrice del bonus in questione, è stato più che mai determinante, altrimenti, data l’assenza di due componenti, l’esecutivo non avrebbe avuto il numero legale e, pertanto, non avrebbe potuto deliberare e meno che mai farlo con «immediata eseguibilità ».

La delibera è quella relativa al Bando del bonus, con la quale, inoltre, sono stati modificati anche gli scaglioni per l’accesso. Il bonus nazionale, per esempio, fa riferimento a partite Iva con reddito inferiore ai 35mila euro. A Viggiano, è stata raddoppiata la soglia: 70mila euro… altroché povertà! E chi vi partecipa alla procedura indetta dalla Giunta? Ma sindaco e assessore al bilancio, ovviamente. Che, altrettanto ovviamente, vengono anche ammessi alla ricezione dei 3mila euro. Ma c’è di più. Tra gli altri ammessi c’è anche il Cicala architetto, Giovanni, fratello del primo cittadino Amedeo e del presidente del Consiglio regionale, Carmine. Hanno richiesto e ottenuto il bonus «a fondo perduto» da 3mila euro anche l’assessore Rosita Gerardi (una dei tre componenti la Giunta che ha approvato il bando con il sindaco), anche lei di professione avvocato, oltreché il consigliere comunale, nonchè capogruppo di maggioranza, Ettore Corona.

A parte l’obbligo, e non il dovere, generale, e non generico, di comportamento secondo i principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione, il conflitto d’interessi, e le subordinate valutazioni sulla legittimità o meno dell’atto, affiora con nitidezza cristallina. Come da indicazioni dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), nonché prescritto da qualsiasi codice etico di qualunque Ente pubblico, quando ci sono «interessi propri o di parenti o affini fino al quarto grado», vige l’obbligo, di «astenersi dal prendere parte alla discussione e alla votazione di delibere».

Per l’amministratore locale è persino vietata la presenza al voto, in caso di interessi personali, perché nonostante l’astensione, la stessa è ritenuta un possibile veicolo di condizionamento delle scelte degli altri. I dettagli del caso Viggiano, sembrano proprio chiudere definitivamente a interpretazioni alternative. A protezione dei principi di legalità e trasparenza dell’agire amministrativo, i sanciti obblighi si prefiggono la garanzia dell’imparzialità dell’azione amministrativa in un quadro comunque di attenzione alle concrete condizioni di operatività degli enti locali, «soprattutto di quelli minori». Ma leggi a parte, c’è l’etica che in questa storia è stata azzerata. Nel già poco edificante contesto nazionale relativo a politica e bonus Coronavirus, la ancor più meno confortante vicenda del caso Viggiano con protagonista il sindaco leghista Amedeo Cicala, fratello di Carmine, attuale presidente del Consiglio regionale, lascia senza parole.

I Cicala non certo si “muoiono di fame”. La famiglia è nota per la florida azienda “Ceramiche e Arredo bagno”, il fratello del sindaco Amedeo, il leghista Carmine, è il presidente del Consiglio regionale (con stipendio a molti zero), l’altro fratello, Giovanni, è un noto architetto, e lo stesso primo cittadino del Comune lucano del Petrolio di professione è avvocato. Insomma non proprio il prototipo di quelli che se la passano male. A Viggiano, tra etica e condotta politica, il divario traspare con modalità incontaminate e trasparenti. Infranta o meno la legge, persistenti dubbi aleggiano sulla legittimità di un atto, la delibera di Giunta per il bonus, per il quale, non sono stati minimamente considerati, seppur esistenti, i diversi profili di conflitto di interesse, esiste comunque la decenza e l’opportunità politica. Se queste vicende accadono per 3mila euro, cosa accade quando si tratta di petrolio? Maligna suggestione, dalla quale noi stessi prendiamo le distanze nello scrivere. Ma questo è lo spirito delle linee guida sui potenziali conflitti d’interessi: allontanare ogni suspicione. Ma chissà, per la serie la giustificazione è peggio dell’ammissione, se il sindaco del Comune lucano del Petrolio, Amedeo Cicala, farà sapere, prendendo spunto dalle spiegazioni di qualche suo collega leghista incappato nelle maglie dei “furbetti” del bonus Inps, che i 3mila euro sono da donare in beneficenza… O magari anche lui e i suoi hanno fatto la domanda “a loro insaputa”…

 

Ferdinando Moliterni

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