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STRAGE DI BOLOGNA L’ANPI RICORDA LE VITTIME

Nel giorno dell’anniversario dell’attentato l’associazione dei partigiani onora gli 85 morti, tra cui l’unico lucano

La strage di Bologna con questo nome èconsegnato alla cronaca nazionale il ricordato l’attentato commesso sabato 2 agosto 1980 alle 10:25 alla stazione ferroviaria di Bologna centrale. Si tratta del più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra per molti identificato, assieme alla strage di Firenze del 12 dicembre 69 come gli atti che hanno caratterizzato i così detti anni di piombo.

Come esecutori materiali furono individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nucle Armati Rivoluzionari sconosciuti ad oggi i mandanti, anche se ma furono rilevati collegamenti con la criminalità organizzata e con i servizi segreti deviati

Come ogni anno l’A.N.P.I., l’associazione nazionale partigiani d’Italia ha voluto ricordare, nella stessa data del tragico evento, le vittime.

Dal 12 dicembre 1969 a Piazza Fontana al 2 agosto 1980 a Bologna la strategia della tensione uccide 135 persone e ne ferisce 783, – ricorda l’ANPI – ma la vera storia di quel decennio deve essere ancora scritta facendo piena luce sull’assassinio di Aldo Moro, sul rapimento del figlio di Francesco Di Martino e sulla catena di omicidi-suicidi legati al fallimento della Banca di Michele Sindona. Ciò che è chiaro è che il 1980 aperto dall’assassinio di Piersanti Mattarella e chiuso dalla marcia dei 40 mila quadri Fiat a Torino avviò un lento ma inesorabile arretramento sociale, culturale e democratico.

In questo contesto i mandanti della strage di Bologna scrissero col sangue di tante vittime innocenti la pagina più nera del terrorismo eversivo italiano e fermarono con brutalità il cammino di libertà e progresso del nostro Paese. Quello che non potranno mai fermare però, scrivono dall’ANPI, è la nostra volontà di custodire la memoria e ricordare i caduti del 2 agosto perché non se ne smarrisca il sacrificio.

Il ricordo dell’associazione si conclude con il riferimento all’unica vittima lucana della strage, “Tra di loro – afferma il coordinatore Anpi Baslicata Michele Petraroia -, vi era un giovane emigrante lucano, Carmine orfano di madre, che a 18 anni insieme a 4 fratelli partì da Bella per cercare fortuna in Svizzera. Dopo il servizio militare a Pavia continuò a lavorare in varie parti del Nord d’Italia e in Romagna. Quel giorno era in stazione e saltò in aria insieme ad altri 84 uomini, donne e bambini. Perchè? Con una domanda che resterà avvolta nel mistero si conclude il ricordo per le vittime del più grave attentato terroristico nazionale.

 

 

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