AttualitàBasilicata

ACTA, ORA SI SONO SUPERATI

Al Comune di Potenza è sempre più farsa: a poche ore dal termine per le candidature per il nuovo AU cambiati i requisiti

In Basilicata il «cambiamento» del centrodestra coincide sempre più frequentemente con le modifiche apportate nella gestione burocratica delle pratiche amministrative. A Potenza, sulle tracce del sindaco leghista Mario Guarente &Co., è difficile, se non impossibile, non notare come «cambiamento» significhi sovente fantasia burocratica. Riguardo alla vicenda della municipalizzata dei rifiuti Acta, la maggioranza ne ha compiute di ogni. La fretta è cattiva consigliera, recita l’adagio popolare, e se a ciò si aggiunge certa improvvisazione, nonchè superficialità, da parte degli esordienti politici al comando, agevolmente si comprende come ad una prima reazione di stupore subentri la razionalità della logica e naturale conseguenza dei limiti della Lega e non solo nel capoluogo lucano. La inusuale circostanza di far scadere di domenica, domani, la finestra temporale per l’invio delle candidature per la nomina di Amministratore unico dell’Acta, è soltanto uno dei tasselli della consistente filiera delle sbavature dell’Avviso pubblico. Avviso pubblico che, non casualmente, ma causalmente, è stato finanche rettificato rispetto all’originale stesura pubblicata. Dopo aver avuto un anno di tempo per procedere con la dovuta accortezza, ma oltre al “Cencelli” per la spartizione politica delle poltrone, assenti anche altri fattori, il centrodestra, con l’Au Spera che è riuscito ad evitare il Commissariamento, all’ultimo e con imprevidente rapidità si è occupato prima del regolamento e poi del bando con requisiti tutt’altro che stringenti, anzi. Le maglie sono molto, ma molto larghe. Nonostante tutto, Lega e alleati sono riusciti ad accumulare altri errori. Nè è la dimostrazione l’ultimo testo dell’Avviso pubblico nel quale compare in più parti la dicitura «soppresso». Smacchiato il documento dai «soppresso», ecco emergere i pasticci. Punto i: il candidato dichiara «di non essere stato candidato all’ultima competizione elettorale al Consiglio Comunale di Potenza e non è stato eletto, alla Provincia di Potenza, alla Regione Basilicata ovvero al Parlamento e non è stato eletto». Clausola, questa, che appare totalmente priva di fondamento giuridico. Alla ricerca di un appiglio vagamente paragonabile al caso di Potenza, nel relativo decreto legislativo di rifermento, il 39 del 2013, il dettaglio della candidatura c’è, ma in relazione a ben altri ruoli. Gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo nelle aziende sanitarie locali «non possono essere conferiti a coloro che nei cinque anni precedenti siano stati candidati in elezioni europee, nazionali, regionali e locali, in collegi elettorali che comprendano il territorio della Asl». Frutto della fantasia leghista la presunta condizione ostativa dell’essersi candidati e per questo «soppresso». Depennata anche la clausola di incompatibilità per la quale il candidato dichiarava «di non esser stato revocato, per giusta causa, in precedenti incarichi dal Comune o da altro Ente pubblico ». Curiosamente «soppresso» anche il punto che vietava al papabile Au Acta di «essere stato o essere iscritto ad associazione segreta». Ciò che è lineare, inoltre, varcati i confini interpretativi della Lega e della coalizione, senza motivazione apparente, diviene ambiguo. Ristabilito, infine, l’allineamento con il regolamento nella parte in cui l’Avviso pubblico prescrive come causa ostativa all’affidamento dell’incarico, l’essere «coniuge, ascendenti, discendenti, parenti e affini entro il terzo grado, del sindaco o del presidente della giunta provinciale ». Nel primo testo pubblicato, invece che entro il terzo grado, come da regolamento, l’espressione «di non essere parente o affine entro il secondo grado, di Sindaco, assessori o consiglieri comunali di Potenza ». È cambiato il grado di parentela e sono mutate anche le cariche connesse alla stessa. Domani scadono i termini per la presentazione delle domande di candidatura: la filiera delle sbavature, con ogni probabilità vista la superficialità gestoria dell’iter finora attuata, sembra proprio destinata a continuare.

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