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COSTI DEL PERSONALE, NON TORNANO I CONTI

Giudizio di Parifica: nel mirino della Corte di Basilicata, dopo le ex Montane, la «zona franca» dei Gruppi consiliari

Tra la «zona di nessuno» del personale delle ex Comunità montane, sforato il tetto dei vincoli di spesa per quasi 6milioni di euro, alla «zona franca» delle spese di personale direttamente contrattualizzato dai Gruppi consiliari e piazzato «“fuori del perimetro”» dei vincoli finanziari, la Corte dei Conti di Basilicata nell’ambito del giudizio di Parifica, connessa parzialmente, dei bilanci della Regione 2017-18, ha inserito una consistente mole di rilievi relativi a coni d’ombra presenti nei rendiconti finanziari dell’Ente. All’indomani della decisione della Corte dei Conti, tra le eccezioni, per citarne qualcuna, anche quelle sui soldi a favore di Osservatorio Banche Imprese di economia e finanza Scarl, per pagare la quota associative, o gli 80mila assegnati, per spese per avvio e gestione, all’Ente Parco naturale del Vulture, in Regione è silenzio assoluto. Tace il centrosinistra, oggi all’opposizione ma fino al 2019 governance regionale, e tacciono anche il governatore Bardi, per esempio su nomina, inquadramento e costi del direttore dell’ufficio stampa della Giunta, Massimo Calenda, e il presidente del Consiglio regionale sulla nomina intuitu personae del vicino di casa a Viggiano, Barrese Maulella, a coordinatore della struttura di coordinamento Informazione, comunicazione ed eventi del Consiglio. Data la sollevata questione di legittimità costituzionale connessa all’esclusione dal computo della spesa di personale della Regione degli oneri derivanti dall’immissione del personale ex Comunità montane, più agevolmente si comprende come tra gli “convitati di pietra” sia possibile annoverare il titolare dell’Ufficio risorse umane ed organizzazione della Regione, Gerardo Travaglio, assente all’udienza poichè non invitato in quanto escluso dalla lista stilata dal capo di Gabinetto della presidenza, Grauso. Chissà se Grauso che verosimilmente aveva subodorato la palese falla sul calcolo, per le ex Comunità montane, del rispetto dei vincoli finanziari, sia stato così bravo da avvistare anche i problemi che nel giudizio dell’anno prossimo riguarderanno proprio lui come da riferimento alla sua nomina fatta dal procuratore regionale Raeli anche, ma non solo, per via dell’«incremento del 50% dei relativi costi». FONDI UE: I CO.CO.CO DEL DG BERNARDO Ad ogni modo tra i “convitati di pietra” anche il dirigente sine die Antonio Bernardo, Autorità di gestione dei programmi operativi Fesr Basilicata. Nuovamente riproposta la «anomalia », in relazione alla quale continuano a giungere alla Corte dei Conti «riscontri contraddittori e comunque non conferenti », concernente l’imputazione della spesa di personale relativa ai contratti per lavoro flessibile, co.co.co e tempo determinato, tra cui quelli utilizzati e puntualmente prorogati da Bernardo, a carico esclusivo dei fondi di finanziamento europei con contestuale esclusione in toto di tale tipologia di lavoro flessibile dal computo della spesa di personale. L’“esercito” dei precari di Bernardo, per progetti- operazioni dei programmi 2014-2020 dato che risulta finanziato interamente dal contributo Ue più quello nazionale con cofinanziamento regionale, può secondo la Regione non essere conteggiato ai fini del rispetto del vincolo di spesa. Ma come chiarito dalla Corte Costituzionale «la circostanza che le spese di personale siano finanziate dall’Unione europea non fa venire meno l’incidenza di tali assunzioni sul bilancio regionale, dal momento che esse immancabilmente, impongono un contributo di spesa anche a carico dell’ente pubblico beneficiario del finanziamento comunitario o dello Stato». La Regione Basilicata sembra fare un po’ a piacimento con certi oneri e costi, sottraendoli, anche «apoditticamente», dai vincoli di spesa. SPESE FUORI VINCOLO DEI GRUPPI CONSILIARI: LA CORTE COSTITUZIONALE È DIETRO L’ANGOLO Per riflesso la questione della legittimità costituzionale sulle ex Comunità montane, è la stessa che investe le spese per il personale dei Gruppi consiliari. Dopo la nota sentenza della Consulta sul contratto dei giornalisti in Regione, pare proprio che la Corte Costituzionale sia destinata a proseguire il mandato di organo di regolamentazione dei conti lucani. A parte il sospetto che nella mole di costi sostenuti, a carico del bilancio regionale, per spese di personale del Gruppo consiliare e dei singoli Consiglieri, ci possa essere «ridondanza» di collaboratori e dei connessi costi, ai fini dell’espletamento del mandato istituzionale del Gruppo e del singolo consigliere membro, la «grave criticità» permane: la mancata inclusione delle spese di personale dei Gruppi consiliari nell’aggregato della spesa rilevante ai fini del rispetto dei vincoli finanziari. Oltre alla evidente e «immotivata » disparità di trattamento tra le spese del Gruppo, escluse dal vincolo, e dei consiglieri, ciò che la Corte dei Conti continua a contestare è «l’inopinato» ampliamento della “capacità” di spesa di personale di natura flessibile in assenza di copertura normativa. Il Consiglio regionale, è stato spiegato in udienza, «si è limitato apoditticamente ad affermare che tali spese “non sono imputabili ai capitoli di spesa del bilancio regionale per il personale del Consiglio” e ciò sul presupposto che sia il disposto normativo regionale a legittimarne l’esclusione ». «In realtà», come antifona a un differente stato delle cose, la relativa legge regionale del ’98, «si limita ad escludere che detto personale vada computato nei capitoli di spesa del bilancio regionale “ per il personale del Consiglio regionale”, ma non anche di quello della Giunta». «Oggi, peraltro – è stato aggiunto -, alla luce della unificazione dei ruoli, il comma 11 non ha più ambito applicativo, non esistendo più dei capitoli di spesa specificamente “per il personale del Consiglio”». Per cui con l’unificazione dei ruoli del personale di Giunta e Consiglio, le motivazioni apodittiche non hanno alcuna portata pratica. Di «alternativo», pertanto, non c’è il fatto di mettere fuori budget i costi del personale dei gruppi, ma solo la possibilità, come da legge regionale del 2012,ma la possibilità «in alternativa al personale assegnato, comandato o distaccato dal Consiglio regionale», di utilizzare personale acquisito in via diretta mediante «stipula di regolari contratti di lavoro di diritto privato ». I vincoli finanziari, però, vanno rispettati e il bilancio deve complessivamente quadrare tenendo conto anche di questi costi con tutte le «ovvie conseguenze » connesse in termini di sostenibilità attuale e prospettica degli equilibri finanziari. Il magistrato Pinto ha rimarcato come «la legislazione regionale non innesta nel sistema tali effetti aberranti», l’esclusione dai vincoli, ma anche e soprattutto come se così non fosse allora la normativa regionale sarebbe «costituzionalmente illegittima» e in violazione delle norme sulla riduzione dei costi di apparato.

Ferdinando Moliterni

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