AttualitàBasilicata

BARDI SCARICATO DAL SUO STESSO PARTITO

“Basilicata positiva” a «incoerenza» e «spregiudicatezza» non ci sta e rinunciano anche a Quarto

Il partito del presidente, Basilicata positiva, ha scaricato in colpo solo sia il governatore Bardi che il consigliere regionale Piergiorgio Quarto. Tra le cause: «alcuna discontinuità con il passato e con il vecchio “sistema”», «incoerenza e spregiudicatezza» e «totale assenza di visione e di progettualità». In altri termini: «Il cambiamento tanto invocato e sbandierato in campagna elettorale non è mai iniziato». Dopo poco più di un anno di legislatura, il coordinatore regionale Roberto Robilotta non ha dubbi: continuare a supportare il centrodestra lucano significherebbe mandare al macero «tanti anni di impegno nell’associazionismo, nel volontariato e nelle lotte contro le ingiustizie e per la tutela del territorio». L’attacco di Basilicata positiva appare tutt’altro che un raptus improvviso. In una coalizione costantemente in crisi per dissidi interni irrisolvibili, tra Forza Italia e Lega, tra Giunta e maggioranza consiliare, e via discorrendo, la sortita offensiva sembra piuttosto il naturale apice di una sequenza governativa che per parte degli stessi appartenenti alla governance regionale si sta dimostrando fallimentare. La differenza tra Robilotta, unitamente ai sostenitori di Basilicata Positiva e Quarto e gli altri eletti, è la stessa che si riscontra se si confronta l’impegno civico con la politica. Benchè gli eletti del centrodestra siano tutti esordienti in Regione, gli stessi sono perlopiù politicanti, aspiranti politici o venditori di politica. L’universo esperienziale che ha sorretto la fondazione di Basilicata positiva è, invece, di tutt’altra natura: impegno civico. Ecco perchè mentre gli eletti del centrodestra giocano tra loro allo scaricabarile sulle colpe di una legislatura che non li soddisfa, ma poi restano saldamente ancorati alla poltrona, i fondatori di Basilicata positiva non hanno remore nel dissociarsi, congedarsi dal governatore Bardi e chiedere allo stesso Quarto, unico eletto della lista, di uscire dal partito poichè data «la mancata discontinuità col “vecchio sistema”, è di conseguenza inadatto ad identificare un possibile rappresentante per il nostro movimento». Per comprendere il centrodestra lucano, il concetto più addatto, forse, è quello geometrico di enantiomorfismo. Due forme sono simmetriche specularmente e sovrapponibili solo rispetto a un piano posto fuori di esse. Se invece si cerca di sovrapporre direttamente le due entità queste non combaciano, rivelando la loro difformità. Nel caso lucano, il piano terzo di riflessione è agevolmente individuabile nella campagna elettorale. Partiti di maggioranza ed eletti raggiunte le postazioni di comando, hanno perso sia compattezza che l’operatività dettata dagli slogan tanto decantati prima del voto. BARDI: L’UOMO DELLE APPARENZE IL CAMBIAMENTO: «UN GRANDISSIMO INGANNO» Per il coordinamento regionale di Basilicata positiva, il governatore Bardi è una sorta di uomo delle apparenze: «per il suo profilo personale che appariva potenzialmente compatibile con le nostre posizioni», si fidarono del Generale con «la sua immagine di uomo apparentemente libero e avulso da condizionamenti e da volgari logiche di partito, distante dai corollari della politica del mercimonio che le indagini della Giustizia avevano portato alla ribalta nazionale». «A ridosso dell’imminente vittoria – ha spiegato il coordinamento regionale di Basilicata positiva – la situazione è inspiegabilmente precipitata e il garbo e le buone maniere del presidente si sono rivelate manchevoli e fuorvianti». Per questo, «cambiamento intenzionalmente tradito e disatteso sin dalle sue prime battute, tristemente giustificato dalle scuse più disparate imbarazzanti e inverosimili: si è trattato soltanto di volgare propaganda politica e l’annunciato rinnovamento si è rivelato un grandissimo inganno». LA RIVOLUZIONE: UN RITORNO AL PASSATO La “rivoluzione” del centrodestra lucano per la prima volta nella storia della Regione Basilicata al potere, più che un cambiamento drastico e irreversibile, appare in coerenza col valore iterativo del prefisso ri: un ciclico ritorno dell’identico. Il riferimento di identico, politicamente inteso, in Lucania non può che coincidere con il centrosinistra. Tra le incredibili gesta del governo regionale, per Basilicata positiva quella di «accordarsi con gli avversari coinvolgendo e premiando dubbi personaggi provenienti addirittura dallo schieramento politico opposto, molti dei quali notoriamente schierati contro la coalizione di centrodestra ed il suo presidente ». «Probabilmente – ha rimarcato il coordinatore regionale Robilotta – era un disegno già prestabilito che ci era stato astutamente sottaciuto, i programmi, le dinamiche, le scelte condivise, la trasparenza e tutte le belle cose ostentate in campagna elettorale si sono “magicamente” trasformate nell’esatto opposto e la tanto auspicata gestione meritocratica, innovativa e partecipata ha lasciato il posto ad un sistema di riciclati, arrampicatori, soldatini di filiera vergognosamente reintegrati, oppositori politici infilati o riconfermati in posti chiave e di comando, privilegiati e raccomandati seriali, scaltri opportunisti, sfacciati trasformisti e finanche soggetti completamente estranei al territorio ed alle sue istanze, ovvero ad un apparato chiuso, equivoco, opaco, blindato e unilateralmente decisionista, il più delle volte in contrasto anche con sé stesso». «È ormai sotto gli occhi di tutti – ha sottolineato il coordinamento regionale di “Basilicata Positiva” – che la dannosa ingerenza di una piccola cerchia di persone, in alcuni casi anche completamente estranea al nostro territorio e alle esigenze delle sue comunità, si sia resa responsabile di una serie di discutibili azioni, di linee programmatiche e di scelte politiche che non rispondono in alcun modo alle esigenze ed ai requisiti fondamentali rispetto ai quali si è costruito e sviluppato il progetto di Basilicata Positiva, inaccettabili distorsioni che hanno indotto il gruppo fondatore, vari candidati e i sostenitori del movimento a dissociarsi ufficialmente rispetto al loro operato, una decisione maturata da tempo ma che non è stata resa pubblica al sol fine di non alimentare polemiche in una fase emergenziale già carica di tensioni e difficoltà». Per Basilicata positiva, il governo regionale sta ricalcando «in maniera pedissequa i metodi eccepibili e obsoleti della vecchia politica», evidenziando così «una “continuità con il passato e una trasversalità in continua mutazione” che ha soltanto lo scopo di confermare e ritemprare con arroganza e prevaricazione gli stessi ignobili e riprovevoli potentati di sempre interessati esclusivamente all’accaparramento di ruoli e posizioni, al decisionismo unilaterale e privo di confronto e alla gestione delle risorse pubbliche a discapito dello sviluppo e del benessere della regione e della collettività».

Ferdinando Moliterni

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