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Procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Pellicano: “Di giallo non sembra esserci assolutamente nulla, intendendo per giallo la descrizione di un crimine con il coinvolgimento di criminali e vittime”

Si è trattato di un drammatico fatto che riguarda la vita privata delle persone

Suicidio di Mauro Pamiro

L’autopsia aveva parlato di lesioni compatibili con una caduta dall’alto.

Procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Pellicano:

“Non ho apprezzato il taglio che l’informazione ha dato a questa vicenda, ricostruita in termini di giallo, con il rischio di trasformarla in una storia di intrattenimento estivo. 

Di giallo non sembra esserci assolutamente nulla, intendendo per giallo la descrizione di un crimine con il coinvolgimento di criminali e vittime.

Si è trattato di un drammatico fatto che riguarda la vita privata delle persone.

Riteniamo di aver raggiunto elementi sufficienti per escludere le responsabilità di terzi nella vicenda ed anche se le attività di ricostruzione non sono terminate, si avrà presto un quadro molto più chiaro che, in ogni caso, sarà oggetto di una attività giurisdizionale, essendovi una persona iscritta nel registro degli indagati che sarà verosimilmente oggetto di richiesta di archiviazione”

Il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Pellicano, 60 anni, originario di Sassari, ex sostituto procuratore presso il tribunale di Milano
Crema, Prof MAURO PAMIRO trovato morto in cantiere: per la Procura si tratta di suicidio

Il procuratore Roberto Pellicano: “Escluse responsabilità di terzi” 

“Riteniamo di aver raggiunto elementi sufficienti per escludere le responsabilità di terzi“. Con queste parole il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Pellicano smonta l’ipotesi di un giallo nella morte di Mauro Pamiro, l’insegnante di 44 anni trovato morto in un cantiere di Crema.

La posizione della moglie verso l’archiviazione.

Il riferimento è Debora Stella, la moglie di Pamiro indagata come atto dovuto, che era stata ricoverata in Psichiatria alla notizia della morte di Mauro ed è stata interrogata dai magistrati due giorni fa.

“Riteniamo di aver raggiunto elementi sufficienti per escludere le responsabilità di terzi”: con queste parole il procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Pellicano smonta l’ipotesi di un giallo nella morte di Mauro Pamiro, l’insegnante di 44 anni trovato morto in un cantiere di Crema.

L’autopsia aveva parlato di lesioni compatibili con una caduta dall’alto.

Il padre di Pamiro, ingegnere in pensione, negli scorsi giorni aveva affermato che il figlio soffriva della distrofia muscolare di Becker, una malattia degenerativa progressiva e invalidante, per l’Inps Mauro Pamiro era invalido al 35 per cento. Una malattia che, pur consentendogli una certa libertà di movimento, gli causava forti dolori e gli avrebbe impedito di arrampicarsi sulle impalcature del cantiere di via don Primo Mazzolari da cui, poi, sarebbe caduto.

Distrofia muscolare di Duchenne e distrofia muscolare di Becker

Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per la distrofia muscolare di Duchenne e di Becker?

Al momento non esiste una terapia risolutiva per la malattia. La qualità di vita dei pazienti può notevolmente migliorare con trattamenti sintomatici e pluridisciplinari (fisioterapia, valutazione della funzionalità cardiaca e respiratoria ecc.) che gestiscano i vasi aspetti della malattia: motorio, respiratorio e cardiaco. La somministrazione di steroidi può lo aiutare a stabilizzare le abilità motorie. Attualmente sono in corso di sperimentazione diversi approcci terapeutici, tra cui la terapia cellulare e la terapia molecolare con exon-skipping, oltre a diversi trattamenti farmacologici.

La moglie resta indagata a piede libero.

Ma la mamma di Mauro, Marisa Belloni, al quotidiano Il Giorno ha detto di non credere al suicidio: “Me l’hanno ammazzato. Non è possibile. Mauro amava la vita, non aveva alcun motivo per fare un gesto definitivo (…)Mauro è uscito di casa a piedi nudi, senza cellulare e senza soldi. Io penso che sia stato investito da un’auto e poi abbandonato nel cantiere. Mi è stato riferito che l’autopsia ha evidenziato che aveva rotto la seconda vertebra cervicale”


La zia di Debora Stella: Il racconto parte da sabato 27 giugno. La coppia è da amici e Mauro Pamiro alle 18 prende la bici e torna alla sua abitazione. È stanco e si mette a letto, Debora, quando arriva a casa alle 20, lo trova addormentato. Dopo le 23 Mauro si alza ed esce di casa a piedi nudi, senza portafoglio e senza cellulare.
Debora si accorge che Mauro manca alle 5 del mattino e viene presa da grande agitazione. Il cellulare del marito è in casa, non sa come mettersi in contatto con lui, in più c’è l’amico che vuole la sua pianola. Debora va dal suocero senza avvisarlo, prende la tastiera e la dà all’amico.
Poi va a camminare in campagna, disorientata.

Debora si convince che Mauro sia andato a trovare la mamma che è a Sestri Levante e passa la domenica e la notte senza avvertire nessuno.
Durante la giornata va anche al cimitero a far visita alla mamma. Prende la sua bici bianca, indossa un paio di sandali di Mauro.

Mette la bicicletta nella rastrelliera e la chiude.

Quando torna un sandalo si rompe, le chiavi del lucchetto non ci sono più.

Debora butta via il sandalo rotto, mette l’altro nel cestello della bici e si avvia verso casa, poche decine di metri (il giorno.it)

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