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COSA SIGNIFICA ESSERE LEGHISTI IN BASILICATA?

Lettere lucane


La Lega in Basilicata gode di un ottimo consenso elettorale, ed è riuscita a eleggere, dal Parlamento alla Regione, alcuni suoi candidati. Il commissario regionale della Lega è il senatore salentino Roberto Marti, che però conosce poco la Basilicata e viene raramente nel nostro territorio. La domanda che mi pongo è la seguente: la Lega ha un programma politico per la Basilicata, oppure il consenso di cui gode è soltanto un riverbero del consenso della Lega a livello nazionale e del suo leader Matteo Salvini?

Anche il fatto di nominare commissari regionali provenienti da altre regioni fa capire che la linea dei singoli territori la detta la segreteria nazionale, impedendo in tal modo la nascita di una classe dirigente locale. Capisco che viviamo nel tempo della politica mediatica e del superamento dei partiti tradizionali – che pure avevano tanti buchi neri, dallo strapotere dei signori delle tessere al conformismo di partito – ma credo che abbia ancora un senso riflettere, discutere, costruire una visione, un programma, un percorso ideologico e culturale sul territorio indipendentemente dalle sorti del partito nazionale.

Poiché il vecchio centro-sinistra è stato sconfitto non per la Divina Provvidenza ma perché il clientelismo era diventato intollerabile, ritengo necessario che i partiti ora maggioritari in Basilicata sentano la responsabilità di alzare il livello della riflessione politica, e non ridurre l’intero dibattito, come sta accadendo, a una questione di astratto rinnovamento o alle solite guerre per gli organigrammi. Cos’è la Lega in una regione del Sud come la Basilicata? E cosa significa concretamente essere leghisti in un territorio come il nostro? È possibile uno sforzo politico-ideologico per mettere meglio a fuoco il leghismo in Lucania, oppure è un auspicio perfettamente inutile?

diconsoli@lecronache.info

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