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DELITTO di ARCE, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: SERENA UCCISA, GUGLIELMO MOLLICONE e CARMINE BELLI VITTIME DELLO STATO

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DELITTO di ARCE, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: SERENA UCCISA, GUGLIELMO MOLLICONE e CARMINE BELLI VITTIME DELLO STATO

Guglielmo Mollicone ci ha lasciati il 31 maggio 2020. Mollicone aveva avuto un infarto ed era ricoverato in coma all’ospedale Spaziani di Frosinone dal 27 novembre scorso.

Serena Mollicone era nata ad Arce, in provincia di Frosinone, il 18 novembre 1982 e ad Arce è stata uccisa il 1º giugno 2001.
Il suo cadavere è stato poi trovato due giorni dopo in località Fonte Cupa, nel boschetto dell’Anitrella.

Il cadavere di Serena, ritrovato due giorni dopo la sua scomparsa (1 giugno 2001) in un bosco a pochi chilometri da Arce, presentava i segni di un trauma contusivo alla tempia sinistra, aveva mani e gambe legate, nastro adesivo sulla bocca e un sacchetto di plastica sulla testa.

Nel settembre 2002 la procura di Cassino iscrisse nel registro degli indagati Carmine Belli, un carrozziere di Rocca d’Arce.

Il 6 febbraio 2003, su richiesta dei pubblici ministeri Maurizio Arcuri e Carlo Morra, il GIP Francesco Galli dette il via libera all’arresto di Carmine Belli.

Belli venne processato e assolto ma scontò comunque 17 mesi di carcere.

L’11 aprile 2008, Santino Tuzi, un carabiniere di Arce, si uccise all’interno della sua auto sparandosi con la pistola d’ordinanza.

Tuzi aveva appena rivelato a chi indagava sull’omicidio di Serena Mollicone che la mattina della sua scomparsa, Serena era entrata nella caserma di Arce intorno alle 11.00 e fino alle 14.30 non era uscita.

Nell’aprile 2019 la procura di Cassino ha chiesto il rinvio a giudizio per concorso in omicidio per Marco Mottola, per suo padre Franco (ex maresciallo dei carabinieri), per sua madre Anna e per il maresciallo Vincenzo Quatrale e per favoreggiamento per l’appuntato Francesco Suprano.

Quatrale è anche accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi.

Criminologa URSULA FRANCO

Abbiamo interpellato la criminologa Ursula franco che aveva analizzato le dichiarazioni di due degli odierni indagati traendo le seguenti conclusioni: “Né Marco Mottola, né suo padre Franco hanno negato in modo credibile di aver partecipato all’omicidio di Serena Mollicone, né hanno mostrato di possedere la protezione del cosiddetto “muro della verità”

La lettura delle dichiarazioni è stata un autogol”

– Dottoressa Franco, in tanti hanno ricordato Guglielmo come un guerriero

Guglielmo Mollicone è morto senza che fosse fatta giustizia, 19 anni dopo l’omicidio di sua figlia, e va ricordato soprattutto come una vittima dello Stato, e, come lui, Carmine Belli. E’ una vergogna che in un paese civile si debba lottare per ottenere verità e giustizia. Ai familiari delle vittime di omicidio la verità devono fornirgliela in tempi ragionevoli quei dipendenti dello Stato che si chiamano pubblici ministeri, a cui noi paghiamo stipendi, pensioni ed errori.
“Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi ” diceva Bertolt Brecht, “Beati quei paesi che non hanno bisogno di guerrieri in campo giudiziario” dico io.

– Dov’è il problema in Italia? 
Molti pubblici ministeri mancano di competenze e nessuno di loro risponde dei propri errori, anzi vengono tutti allegramente promossi. Quando commettono un errore work in progress, per non perdere la faccia, si rifiutano di ammettere di essersi sbagliati, in USA li chiamano “Innocence Deniers”
– Dottoressa come si misurano le competenze di un pubblico ministero?

Le competenze di un magistrato non si misurano sulla base della quantità di indagini disposte ma sulla sua capacità di ricostruire i fatti senza smagliature, non è bravo chi mantiene il carrozzone che circonda le procure (RIS e compagnia cantante), è bravo il magistrato che, con indagini mirate, fa emergere la verità.

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