AttualitàBasilicata

IL TAR MASSACRA CICALA E CARIELLO

Pari opportunità: nomine illegittime. Tutto da rifare. La Regione condannata alle spese

Sulla sentenza del Tar di Basilicata che ha dichiarato illegittimo l’agire del Presidente Cicala sulle nomine fatte all’interno della Commissione regionale Pari opportunità e’ intervenuta, contattata telefonicamente da Cronache, colei che ha presentato il ricorso, l’avvocata Morena Rapolla, presidente regionale dell’Arci Basilicata.
«Si tratta di una battaglia di principio che sentivo di dover portare avanti non solo come cittadina ma come avvocata – ha dichiarato Rapolla -. Di fronte al dispregio della legge, non solo in mio danno, non potevo rimanere inerme. Per questo mi sono sentita in dovere di fare questa battaglia». Un vero e proprio terremoto politico, non solo giudiziario, considerato che la sentenza, come ritiene Rapolla, «rende nulle alcune delle nomine delle Commissarie Crpo perché ci sono state delle gravi violazione delle legge regionale istituitiva proprio della Crpo». «Voglio ringraziare l’avvocato Genovese –conclude l’avvocata Rapolla- per avermi affiancato con la sua professionalità rendendo possibile questo importante risultato. Un pensiero anche tutte le persone dell’Arci che mi hanno supportato. Per ora attendo di vedere l’evolversi della situazione prima di prendere altre decisioni importanti. Sicuramente il mio obiettivo è, e resterà, stare al fianco delle persone». Ciò vuol dire che non solo Rapolla ha tutto il diritto di entrare a far parte della Commissione ma che l’elezione della presidente Crpo, Margherita Perretti, secondo quanto sostenuto dall’avvocata Rapolla, potrebbe anche essere dichiarata nulla, essendo avvenuta con voti di commissarie illegittime. Ma oltre al danno la beffa. Come detto già in pagina, va ricordato che le pretese della Rapolla non solo erano legittime, ma anche talmente evidenti che la Regione Basilicata e’ stata anche condannata dal Tar a pagare le spese di lite in favore dei ricorrenti, per una somma di 3mila euro. Spese che generalmente vengono compensate, quando la natura del contenzioso e’ complessa. Sintomo che in questo caso il Tar non ha avuto dubbi, non c’era nulla di complesso. L’agire di Cicala, e Cariello in quanto presidente della Commissione che ha validato le scelte, è stato talmente ed evidentemente sbagliato da meritare la condanna alle spese. Le carte parlavano chiaro, le leggi non si possono piegare ai voleri della politica. Questo in sostanza quanto affermato dal Tar, ma parrebbe che la giustizia amministrativa sia solo la prima a presentare il conto ad un’amministrazione che si sta dimostrando assolutamente inadeguata.

La sentenza è chiara: le nomine di Selvaggi, Lasorella, Giordano e Viceconti «sono illegittime, in quanto le controinteressate e le relative Associazioni designanti non sarebbero in possesso dei requisiti previsti per legge». Una sentenza storica nel suo genere, considerato che nessuno in Basilicata si era mai sognato di mettersi “contro” le scelte nominative di interesse di un presidente del Consiglio regionale.

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