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La rabbia di un giovane medico: «Politici, avete impoverito la sanità e ora ci mandate in guerra»

«Siamo formati a metà, come a metà sono formati i circa 10.000 medici abilitati d’ufficio, che credete vi possano salvare dai vostri errori, buttandoli in trincea in questa guerra, come carne da macello»


La rabbia di un giovane medico: «Politici, avete impoverito la sanità e ora ci mandate in guerra»
«Siamo formati a metà, come a metà sono formati i circa 10.000 medici abilitati d’ufficio, che credete vi possano salvare dai vostri errori, buttandoli in trincea in questa guerra, come carne da macello»

Una lettera intensa e drammatica, proprio come l’emergenza nella quale ci troviamo. La firma il giovane medico Giorgio Calabrese, a nome di tanti suoi colleghi.
A segnalarla è la dottoressa coratina Roberta Piccarreta.

È rivolta ai politici, accusati di aver impoverito la sanità e di non aver formato adeguatamente i giovani medici, gli stessi che oggi «pregate in ginocchio affinché vadano in Lombardia per evitare una catastrofe già in corso.
Ci state chiedendo di sacrificare la nostra vita per quella altrui, perché sì, anche noi ci ammaliamo e moriamo come tutti, però per noi non ci sono garanzie.
Avete solo saputo tagliare e risparmiare sulla sanità… risparmiare sui posti letto, sugli stipendi di medici e infermieri, che ora tutti improvvisamente chiamate eroi, risparmiare sulla salute delle persone!».
Ai cittadini: «non applauditeci ora, ma rispettate sempre il nostro lavoro».

La lettera.

«Cari politici tutti senza distinzioni di partito o colore politico – scrive il dott. Giorgio Calabrese – sono un giovane medico, uno dei tanti che si sente inerme davanti a tutto quello che sta accadendo nel nostro Paese! Uno dei tanti che ora vorrebbe poter avere maggiori competenze per poter dare una mano ai colleghi della Lombardia, uno dei tanti che vorrebbe sentirsi più utile!

Noi medici non specialisti, facciamo tutti la nostra parte sul territorio, chi come medico di continuità assistenziale, chi come sostituto di medici di medicina generale, chi nei pronto soccorsi o nelle case di riposo. Nel nostro lavoro spesso ci troviamo a gestire situazioni non facili, prendendo decisioni che non siamo ancora pronti a prendere.

Siamo formati a metà, come a metà sono formati i circa 10.000 medici abilitati d’ufficio, che credete vi possano salvare dai vostri errori, buttandoli in trincea in questa guerra, come carne da macello. Negli anni avete commesso numerosi errori e continuate ancora a commetterne, nonostante la realtà sia ora sotto gli occhi di ogni persona. Avete impoverito la sanità come se fosse un qualcosa di superfluo, di non necessario, di secondario, rimandando di anno in anno un problema che avreste già dovuto risolvere, pensando prima ai vostri interessi politici ed economici.

E ora cosa fate? Pregate in ginocchio i medici specialisti affinché vadano in Lombardia per evitare una catastrofe già in corso, chiedete ai medici in pensione di andarsi a suicidare per i vostri errori, chiedete ai medici cinesi di accorrere in nostro aiuto.

Quello che state facendo è cercare solo di mettere una toppa su una falla creata in anni ed anni di politiche sciagurate, proponete contratti indegni, in libera professione e senza alcuna tutela. Ci state chiedendo in sostanza di sacrificare la nostra vita per quella altrui, perché sì, anche noi ci ammaliamo e moriamo come tutti, però per noi non ci sono garanzie.

Volete l’aiuto di specialisti che non esistono, perché vi siete ostinatamente rifiutati di formarli, nonostante siano anni che vi poniamo davanti al problema. Gli anestesisti rianimatori, gli pneumologi, gli igienisti, gli infettivologi, che tanto disperatamente cercate, non ci sono! E se ci sono, si trovano all’estero e non torneranno perché li avete pugnalati alle spalle, svilendoli e privandoli di ogni dignità!

Avete solo saputo tagliare e risparmiare sulla sanità… risparmiare sui posti letto, sugli stipendi di medici e infermieri, che ora tutti improvvisamente chiamate eroi, risparmiare sulla salute delle persone! Ci avete messi nelle condizioni di lavorare come bestie, nel precariato, senza protezioni, con turni di lavoro massacranti, senza gratificazioni, facendoci sentire pedine sacrificabili e spingendoci ad odiare un Paese ed un lavoro che, in realtà, amiamo e sempre ameremo!

Non siamo eroi ma vogliamo curare le persone con il massimo dei mezzi e delle risorse che si possano avere, non arrangiandoci continuamente, mettendo a rischio noi stessi e soprattutto i nostri pazienti!

Vogliamo che, finita questa tragedia, vi mettiate una mano sulla coscienza e mettiate la sanità al primo posto, dove merita sempre di stare! Vogliamo essere messi nelle condizioni di non dover fuggire all’estero per poter lavorare con dignità. Vogliamo uno stato in cui un medico possa avere la possibilità di completare la sua formazione e non venga lasciato “mutilato” solo per poterlo pagare meno. Vogliamo uno stato in cui un ricercatore non guadagni 1000 euro al mese con contratti ridicoli. Vogliamo una sanità equa e funzionale su tutto il territorio nazionale, dove chi si cura al sud possa avere lo stesso trattamento di chi lo fa al nord! Vogliamo uno stato serio, che dimostri di avere a cuore ciò che è davvero importante, ora più che mai!

A tutti i cittadini italiani chiedo di non chiamarci eroi e di non dedicarci applausi dai balconi! Chiedo solo di ricordarvi di questi giorni difficili perché quello che facciamo in questi giorni è quello che facciamo sempre! Siamo umani come voi e come voi possiamo sbagliare, spesso perché costretti a lavorare in condizioni pessime e con pochi strumenti.

Non applauditeci ora, ma rispettate sempre il nostro lavoro. L’efficienza della sanità la dovete pretendere da chi votate e non dagli operatori sanitari che sputate, picchiate e denunciate quando le cose non vanno come vorreste!

Se un vostro parente viene lasciato ore o anche giorni in pronto soccorso su una barella prima di poter essere ricoverato non è colpa del medico o dell’infermiere, sappiatelo! Se un medico commette qualche errore è possibile che sia stanco, perché non ci sono colleghi a sufficienza per dargli il cambio e permettergli di riposare!

Quindi lottate insieme a noi, e non contro di noi, quando tutto questo sarà finito, per pretendere una sanità veramente efficiente e funzionale. Per pretendere medici e infermieri riposati e non frustrati, che possano dedicarsi a voi al 100% delle loro possibilità! Fateci specializzare… Aiutateci ad aiutarvi!»

Ai cittadini: «Non applauditeci ora, ma rispettate sempre il nostro lavoro»
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