AttualitàBasilicata

SÌ AI MALATI COVID, MA CON TERAPIA INTENSIVA

Per il gruppo Venosa duemilaventiquattro, il nosocomio della città deve essere potenziato

«La discussione sull’utilizzo dell’Ospedale San Francesco di Venosa nell’ emergenza coronavirus trova il gruppo Venosaduemilaventiquattro in linea con la posizione espressa dalla amministrazione comunale». Lo dichiara in una nota il gruppo  consiliare comunale della cittadina oraziana. «Le perplessità riguardano la possibilità di voler utilizzare l’Ospedale di Venosa solo per posti letto dedicati alle persone che risulteranno positive al coronavirus ma che non potranno essere monitorate e trattate a domicilio, dunque casi che necessitano di una gestione più complessa, dunque casi che se dovessero peggiorare necessiterebbero di Terapia Intensiva. Noi vogliamo essere solidali ma l’unità di crisi deve comprendere che ciò non ha alcun senso se non installando presso il nosocomio venosino posti letto che dispongano anche di rianimazione. Un dubbio ci viene circa le reali intenzioni di chi fa parte della unità di crisi regionale, non si comprende infatti il motivo per cui l’ospedale di Pescopagano viene escluso da queste logiche nonostante sarebbe già pronto, e quindi disponibile, senza l’aggravio di ulteriori spese e senza le difficoltà che si affronterebbero sotto l’aspetto burocratico che, se pur in emergenza, necessità di trasparenza». Il nostro suggerimento è che il nosocomio Venosino potrebbe piuttosto fare da collettore per altri reparti che potrebbero essere trasferiti qui dai nosocomi che possono già  ospitare i COVID (Potenza, Matera e Pescopagano) allo scopo di alleggerirne l’impegno – conclude il gruppo – Venosaduemilaventiquattro-  Chi invece oggi, da dietro le quinte e in un momento così delicato, sta suggerendo alla unità di crisi cosa fare, pensando di trarne vantaggio sotto l’aspetto politico, dovrà assumersi tutte le responsabilità»

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