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Coronavirus, la Protezione civile: «Sulle mascherine accuse false e ingiuste dalla Lombardia»

Quando finirà?
«Non possiamo dirlo, sicuramente finirà se tutti rispetteranno le restrizioni. E allora dovremo dire grazie all’eroico lavoro di medici e infermieri»

L’INTERVISTA
Coronavirus, la Protezione civile: «Sulle mascherine accuse false e ingiuste dalla Lombardia»


Luigi D’Angelo, responsabile emergenze della Protezione civile: «Ora che il virus si è diffuso in tutto il mondo i Paesi di transito fermano e requisiscono le forniture»
di Fiorenza Sarzanini

Coronavirus, la Protezione civile: «Sulle mascherine accuse false e ingiuste dalla Lombardia»
«Siamo a disposizione di tutte le Regioni, in particolare di quelle dove l’emergenza è di massimo livello. Accusarci di ostacolare il reperimento di mascherine e altre attrezzature è falso oltre che ingiusto»

Luigi D’Angelo è il responsabile delle emergenze per la Protezione civile, l’uomo che gestisce l’organizzazione e la logistica, compresa dunque la distribuzione delle ormai famose Ffp2 e Ffp3 (qui un dossier sulle mascherine) per fermare il contagio da coronavirus.

Secondo il leader della Lega Matteo Salvini le aziende lombarde aspettano il vostro via libera per produrle.

«Magari. Noi non abbiamo ricevuto nessuna richiesta. E in ogni caso abbiamo firmato già numerosi contratti per l’approvvigionamento e siamo in attesa delle consegne»

Quante?

«Finora alle Regioni ne abbiamo date 5 milioni. Il fabbisogno mensile è di 90 milioni e noi abbiamo contratti per 56 milioni nelle prossime quattro settimane»

L’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera dice che intanto gli avete mandato carta igienica.

«Tutto quello che abbiamo, trasferiamo alle Regioni per cercare di ovviare alle carenze. Al momento non abbiamo altre mascherine, ma la Lombardia ne ha avute un numero superiore a quello delle altre proprio perché è in una situazione drammatica»

Possibile che non si riescano a trovare mascherine?

«All’inizio dell’emergenza c’era una disponibilità maggiore. Adesso che il virus si è diffuso in tutto il mondo i Paesi di transito fermano le forniture e le requisiscono. Ecco perché ogni Stato deve produrle e soprattutto riuscire ad aumentare questa produzione»

Il governatore Attilio Fontana dice che per colpa della Protezione civile non si fa l’ospedale in Fiera.

«Io credo che il nostro capo Angelo Borrelli abbia ben chiarito — con l’invito a non alimentare le polemiche in un momento tanto drammatico — e dia il senso del nostro atteggiamento e del lavoro che stiamo facendo»

E allora perché l’ospedale non si fa?

«Le tempistiche per avere le attrezzature sono lunghe, almeno 15 giorni. Per allestire un ospedale ci vuole un mese. Ma il vero problema è il personale: ci volevano almeno 400 medici e 800 infermieri e non abbiamo la possibilità di destinare tutte queste forze per una nuova struttura. Per questo abbiamo preferito aumentare i posti letto in altri ospedali in modo da poter procedere in pochissimi giorni»

Intanto Fontana ha nominato Guido Bertolaso consulente. Non si fida di voi?

«Bertolaso ha un’enorme esperienza, sicuramente ci darà una mano»

La nomina di Domenico Arcuri per gli acquisti vi commissaria?

«È un altro aiuto prezioso perché è un ottimo manager con il quale stavamo già collaborando proprio per il reperimento del materiale e delle attrezzature»

Lei ha gestito tragedie come il terremoto, le alluvioni, lo tsunami. Questa è una guerra?

«Purtroppo sì. La pressione è fortissima perché è difficile individuare il perimetro del contagio. I numeri sono in aumento, abbiamo moltissime vittime. L’onda è partita molti giorni fa, non sappiamo quando riusciremo a fermarla»

Qual è la difficoltà più forte?

«Il Sars-CoV-2 è un nemico che in molti casi blocca il respiro. Ecco, il collo di bottiglia sono le terapie intensive. Le Regioni stanno facendo un lavoro enorme perché riescono a trovare ogni giorno energie per continuare a portare i malati in questi reparti, ma è una corsa contro il tempo perché nessuno immaginava quel che poi è accaduto»

Molti cittadini si lamentano perché non possono fare il tampone pur essendo stati a contatto con persone contagiate.

«In questo caso non ci sono criticità. Se non si hanno sintomi forti e stai a casa non c’è bisogno di farlo. Se invece si hanno sintomi forti e c’è il rischio di ricovero si fa perché serve ai medici per capire se è necessaria la terapia intensiva. L’obiettivo è non ingolfare le Asl»

Quando finirà?

«Non possiamo dirlo, sicuramente finirà se tutti rispetteranno le restrizioni. E allora dovremo dire grazie all’eroico lavoro di medici e infermieri»

15 marzo 2020 (modifica il 15 marzo 2020 | 07:14) © RIPRODUZIONE RISERVATA

A tutti gli amici Lombardi,
A tutti i lucani in #Lombardia,
A tutti i #LUCANI in giro per l’#Italia ?? e per il mondo ?
A tutti i #meridionali, che con senso civico, hanno scelto di restare nel loro domicilio temporaneo.
#iorestoacasa
#STATEaCASA
#bellaitalia
#ItalyPride
#SARÀtuttoBELLO
#sapevatelo2020

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