BasilicataCronaca

POTENZA, RIACCESI I FARI SUL GOT “COMPRATO”

Cassazione, arresti De Bonis-D’Apolito: motivazioni. Pure ombre su un giudice


Inchiesta “mazzette e dossier”: «censurabile» la valutazione del Riesame di Potenza riguardo la sospensione dal servizio imposto allo “007” Paolo D’Apolito che se collegata agli arresti domiciliari non logicamente supportava la tesi della presunta capacità a reiterare il reato. Per questo gli “ermellini” hanno accolto parzialmente, e limitatamente alle esigenze cautelari, il ricorso presentato in Cassazione dal professor Cimadomo e l’avvocato Pignatari, legali del Luogotenente della Guardia di Finanza,  nonchè responsabile regionale della Basilicata del Servizio intelligence. Le motivazioni sono state ora depositate in cancelleria. Il caso tornerà al Riesame di Potenza. L’inchiesta sulle presunte «illecite collusioni tra pubbliche amministrazioni, professionisti e imprenditori», portò, a novembre scorso, all’arresto di Paolo D’Apolito, del noto avvocato civilista lucano Raffaele Mario De Bonis e dell’ex portaborse dell’ex governatore Pittella, Biagio Di Lascio (già libero a seguito del ricorso al Riesame).Nel caso di D’Apolito, il Riesame doveva meglio motivare come lo stesso pur sospeso dal servizio, avrebbe potuto reiterare i reati.

Per l’accusa, D’Apolito avrebbe «asservito la sua funzione pubblica», ricevendo «periodicamente» dall’avvocato Cristalli Raffaele Mario De Bonis «denaro (o la promessa della ricezione di danaro)», nell’ordine di circa 5-7mila euro per volta, «per fornire informazioni riservate ». Il ricorso di D’Apolito, però, presenta altri dettagli importanti relativi ai sospetti della Procura di Potenza in relazione «alla consegna da parte del De Bonis di danaro al “Got che avrebbe emesso una sentenza su suo interessamento”». Non casualmente la informativa della Polizia giudiziaria, richiamata nel decreto di proroga delle indagini e delle «intercettazioni», era stata «omissata» dal Pm proprio con riferimento a questa vicenda. Il fascicolo, però, non è stato inviato a Catanzaro, che ha competenza territoriale sui magistrati in servizio in Basilicata, perchè, la Cassazione ha dato ragione al pm, la trasmissione è «subordinata alla condizione che il magistrato assuma formalmente la qualità di imputato (ovvero di persona offesa o danneggiata dal reato)». Per le difese il dettaglio è importante perchè se così sarà anche D’Apolito potrebbe andare a finire a Catanzaro.

Quando e se lo sarà, il faldone da Potenza, riemergerà in Calabria col nome del presunto Got “comprato” e in una delle tre possibili qualità citate: «imputato (ovvero di persona offesa o danneggiata dal reato)».

Ferdinando Moliterni

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