BasilicataEventi e Cultura

ROCCO DA MONTPELLIER, IL SANTO GUARITORE

Ha devoti in tutto il mondo ed è invocato contro le epidemie e malattie gravissime

È  chiamato il Santo Taumaturgo con il mantello breve, è stato il santo più invocato, dal Medioevo in poi, come protettore dal terribile flagello della peste, e la sua popolarità è tuttora ampiamente diffusa ed ha devoti in tutto il mondo, parliamo di Rocco di Montpellier, universalmente noto come san Rocco nato nella Occitana Montpellier, attualmente nel sud della Francia intorno al 1345/1350  e forse morto a  Voghera, nel pavese, nella   notte tra il 15 e il 16 agosto tra il 1376/1379) Il suo patronato si è progressivamente esteso al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e malattie gravissime; in senso più moderno, è un grande esempio di solidarietà umana e di carità cristiana, nel segno del volontariato. Ci spiega lo storico Nicola Montesano, se la storia della vita presentava caratteri di narrazione comuni a molti Santi, la dimensione taumaturgica di Rocco colpì profondamente le coscienze dei contemporanei, tanto che in occasione della prima pestilenza del XVI secolo fu richiesto immediatamente il suo intervento. La prima diffusione organica del culto di san Rocco nelle Province del Regno di Napoli è databile al 1530, l’anno in cui il morbo pestifero che aveva già colpito gli Stati del Centro-Nord colpì anche Napoli e le Province del Regno.

La Basilicata si attesta come una regione dalla forte impronta rocchiana, con oltre il 70% delle città e dei paesi che a vario titolo presentano un culto verso san Rocco, con oltre cinquanta tra chiese e cappelle dedicate al Santo, decine di associazioni laicali sorte in suo nome, oltre ad alcune strutture di assistenza che risultano particolarmente significative ed originali, come il tempietto e l’ospedale di Matera o l’ospedale di Genzano di Lucania e quello di Tramutola.

Sono tanti i casi di devozione popolare lucana che documentano come il culto in onore del Santo di Montpellier si sia radicato in maniera così profonda da essere assimilato e inserito in pratiche apparentemente estranee alla sfera cultuale, lasciando significative testimonianze anche nel tessuto sociale e civile di queste comunità locali: si pensi alla danza del falcetto delle comunità arbresche ai piedi del monte Pollino, alla tradizione del maritaggio a Sasso di Castalda o alla festa del san Rocco degli Spagna di Accettura e Pietrapertosa, ma anche al sontuoso carro di Montescaglioso, alle edicole votive di Irsina o alla faida cultuale di Spinoso; e come non sottolineare il particolare culto in onore del san Rocco di Tolve: venerato nel centro lucano ed emigrato insieme alle comunità tolvesi trasferitesi a Chieri, in Piemonte, e a Santiago nel Cile, che rappresenta un significativo esempio di quel ponte ideale tra i Lucani di Basilicata e quelli del Mondo, sostenuto dai consolidati piloni della comune devozione verso il Taumaturgo di Montpellier.

 

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