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BARBARA SERRI, ATTIVISTA “MARCIA MONDIALE ENDOMETRIOSI” : SI RACCONTA

Cosa mi ha lasciato l’endometriosi: dolore, rabbia, sofferenza sia fisica che psicologica, ma anche la voglia di combattere perché nessuna ragazza possa soffrire minimamente ciò che ho sofferto e soffro ancora

ENDOMETRIOSI #unaSTORIAallaVOLTA delle ragazze BRACCIALETTI GIALLI 1 su 10
Barbara è una su dieci
BARBARA SERRI

“Ciao sono Barbara, ho 48 anni e sono malata di endometriosi.

Che parola… nel 2001 anno in cui mi operarono per la prima volta , non ne conoscevo il significato… mi ricordo di aver letto la lettera di dimissioni con stupore perché non sapevo cosa fosse, sapevo solo che dall’età di 16 anni, il ciclo per me era un incubo emorragie e dolori fortissimi che mi costringevano a recarmi presso al pronto soccorso della mia Città (Novara n.d.r.)

Ma sino al 2001 nessuno aveva dato un nome al mio malessere. Il vero significato di cosa volesse dire la parola endometriosi mi fu spiegato l anno successivo da una ginecologa che mi disse ..lei non potrà mai avere figli…da li tutti i miei sogni si infransero.

Dopo l’intervento del 2001 ne seguirono altri 4 , dopo ogni intervento dove veniva asportato un pezzo di me, seguivano cure ormonali che mi distruggevano psicologicamente e fisicamente .

In questi anni scoprirono che oltre l’endometriosi avevo anche l’adenomiosi.

La malattia mi ha tolto molto il sogno di diventare madre… “come dice una canzone quello che c’è in fondo al cuore non muore mai e in fondo al mio cuore rimane la sofferenza di non essere potuta diventare madre” e mi ha tolto il lavoro in cui credevo e per il quale avevo studiato , ero un educatore professionale lavoravo con i disabili.

Ma a causa della malattia nel 2006 mi tolsero l’idoneità per poter lavorare con i miei ragazzi.

Dolore su dolore , mi sono reinventata, ora lavorativamente sono realizzata.

Nel 2011 arriva il sesto intervento dove decidono di togliermi l’utero perché i dolori erano insopportabili, ricordo come fosse ora le lacrime versate i giorni prima dell intervento, ormai c era la certezza e la consapevolezza che non sarei diventata mai madre.

Ricordo che la notte prima dell intervento la passai a chiacchierare con Valeria , una di noi, ci facevamo forza , entrambe eravamo li con la stessa consapevolezza.

Il giorno dopo, lei prima, io dopo avremmo affrontato lo stesso intervento, questa cosa ci ha unito in un rapporto indissolubile.

Sono stata bene per qualche anno, ma poi la malattia si è ripresentata.

Ho riconosciuto subito i dolori era lei ..era tornata … settimo intervento…e dopo le terapie ancora a distanza di anni è ritornata … avrei dovuto affrontare l’ottavo intervento il 3 settembre del 2019, ma il giorno del prericovero il viceprimario mi chiamò e mi spiegò i rischi connessi a questa operazione e insieme decidemmo di proseguire la terapia che induce la menopausa.

Ogni 6 mesi devo andare a controllo sperando di non dover mai affrontare questo intervento che potrebbe portarmi conseguenze molte pesanti da accettare.

Cosa mi ha lasciato l’endometriosi: dolore, rabbia, sofferenza sia fisica che psicologica, ma anche la voglia di combattere perché nessuna ragazza possa soffrire minimamente ciò che ho sofferto e soffro ancora.

Perché purtroppo l’endometriosi non si vede all esterno, perché anche quando stiamo male mettiamo una maschera ci trucchiamo, ci vestiamo bene e andiamo avanti a testa alta.

L’endometriosi mi ha però dato un amicizia unica, come la chiamo io la mia sorella di malattia..la mia Valeria che da lassù continuerà a combattere per tutte noi. Perché la voce di una è la voce di tutte.
Io sono Barbara…”

E ricordate che la voce di una è la voce di tutte

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