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URSULA FRANCO : analisi della lettera dal carcere di Andrea Landolfi Cudia alla propria madre

In tutti questi mesi, il Landolfi non ha mai negato in modo credibile di aver ucciso Maria Sestina e anche stavolta ha perso l’occasione per farlo.
Al Landolfi sarebbero bastate dalle 10 alle 12 parole per negare di aver commesso l’omicidio ed invece ha scelto di usarne un’infinità per provare a convincere gli italiani che suo figlio è stato “imbeccato dalla madre”

Morte di Maria Sestina Arcuri: analisi della lettera dal carcere di Andrea Landolfi Cudia alla propria madre

Andrea Landolfi e Maria Sestina arcudi

Maria Sestina Arcuri, 26 anni, è morta all’ospedale Belcolle di Viterbo per le conseguenze di un’emorragia cerebrale, il 6 febbraio 2019. La Arcuri era stata ricoverata intorno alle 7.00 del 4 febbraio 2019. La ragazza aveva passato la serata del 3 febbraio in un pub di Ronciglione in compagnia di Andrea Landolfi, che conosceva da soli tre mesi, e del di lui figlio, poi i tre si erano recati a casa della nonna del Landolfi, Mirella Iezzi, per passarvi la notte.

A marzo la procura aveva chiesto l’arresto per Andrea Landolfi Cudia, il GIP aveva rigettato, in seguito ad un ricorso il Riesame aveva dato ragione alla procura, a giugno la difesa aveva presentato ricorso in Cassazione contestando la legittimità dell’interrogatorio del figlio di Andrea Landolfi, un bambino di 5 anni. Il 25 settembre la Corte Suprema di Cassazione ha dato ragione alla procura e disposto la Misura di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario per Andrea Landolfi.

L’11 ottobre 2019, pochi giorni dopo il suo ingresso nel carcere di Regina Coeli, prima di entrare nell’ottavo braccio, Andrea Landolfi ha scritto la seguente lettera a sua madre Roberta.

In Statement Analysis partiamo dal presupposto che chi parla o scrive sia “innocente de facto” e che parli o scriva per essere compreso. Pertanto, da un “innocente de facto” ci aspettiamo che neghi in modo credibile e che nel suo linguaggio non siano presenti indicatori caratteristici delle dichiarazioni di coloro che non dicono il vero.

Da Andrea Landolfi ci aspettiamo che neghi in modo credibile di aver ucciso Maria Sestina Arcuri. 

Una negazione credibile è composta da tre componenti:

  • il pronome personale “io”;
  •  l’avverbio di negazione “non” e il verbo al passato “ho”, “non ho”;
  • l’accusa “ucciso tizio”.

La frase “io non ho ucciso Maria Sestina”, seguita dalla frase “ho detto la verità” o “sto dicendo la verità” riferita a “io non ho ucciso Maria Sestina”, è una negazione credibile. Anche “io non ho ucciso Maria Sestina, ho detto la verità, sono innocente” è da considerarsi una negazione credibile.

In Statement Analysis analizziamo le parole che non ci aspettiamo di udire o di leggere (The Expected Versus The Unexpected).

Un “innocente de facto” non ci sorprenderà, negherà in modo credibile già nelle prime battute. Un “innocente de facto” mostrerà di possedere la protezione del cosiddetto “muro della verità” (wall of truth), un’impenetrabile barriera psicologica che permette ai soggetti che dicono il vero di limitarsi a rispondere con poche parole in quantgli stessi non hanno necessità di convincere nessuno di niente.

 “Non voglio andare all’ottavo braccio perché sono innocente. Quella che è capitata mi è capitata cadendo dalle scale io e la mia compagna Maria Sestina è stata una tragedia dovuta a un incidente domestico. Mi ritrovo in carcere perché il tribunale della libertà ha accettato la misura cautelare in carcere dovuta solamente alle dichiarazioni di mio figlio che, ad appena 5 anni, è stato sottoposto a un interrogatorio durato due ore e un quarto, essendo figlio di una mia ex compagna, che ha inculcato nella testa di questo bambino di dire che io sono colpevole. Ma il bambino dice che siamo caduti tutti e due insieme e poi cambia tante versioni. Hanno reso ammissibile l’interrogatorio di mio figlio che all’epoca aveva solo 5 anni. Il bambino è stato condizionato dalla mia ex compagna che portava lei stessa gelosia. Ma il bambino non ha visto nulla, perché, alla fine dell’interrogatorio, dice che alla fine si è svegliato, quindi si capisce che il bambino dice tante cose senza un senso, imbeccato dalla madre, la mia ex intendo, perché portava astio per la mia nuova compagna Sestina. La cassazione ha rifiutato di rivedere il video dell’indegno interrogatorio fatto a mio figlio, hanno sentito la discussione del mio difensore, ma hanno dichiarato inammissibile vedere l’interrogatorio fatto a mio figlio. In tutto questo periodo ho atteso in libertà la decisione sulla richiesta di misura cautelare. Non sono mai stato pericoloso per la fuga, non ho mai inquinato le prove, non ho più contattato mio figlio. Avevo tutti i documenti, la macchina, casa e garage. In questo arco di tempo ho rispettato tutto e tutte le leggi.

LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI.

IN FEDE Andrea Landolfi Cudia

DATA 11/10/19

“P.S. MAMMA DIFFONDI QUESTA LETTERA A LIVELLO MEDIATICO.“

CONCLUSIONI

Deception Indicated.

La lettera del Landolfi a sua madre trasuda un bisogno di convincere che gli “innocenti de facto” non hanno.

In tutti questi mesi, il Landolfi non ha mai negato in modo credibile di aver ucciso Maria Sestina e anche stavolta ha perso l’occasione per farlo. Al Landolfi sarebbero bastate dalle 10 alle 12 parole per negare di aver commesso l’omicidio ed invece ha scelto di usarne un’infinità per provare a convincere gli italiani che suo figlio è stato “imbeccato dalla madre”.

Andrea Landolfi è capace di scrivere “sono innocente” perché, non essendo stato ancora giudicato, “innocente de iure” lo è ancora, ma dirsi innocenti non equivale a negare l’azione omicidiaria.  

La frase “io sono colpevole” è un’ammissione tra le righe.

Si noti “non ho mai inquinato le prove”.

Nonostante nell’Ordinanza del Riesame di Roma siascritto “(Landolfi) ha problemi con l’alcol e ha una personalità instabile che è stata oggetto di plurimi accertamenti da parte del dipartimento di salute mentale della Asl di Roma. I problemi che Landolfi ha con l’alcol, al cui abuso reagisce divenendo aggressivo e violento, convincono della sua pericolosità sociale, la cui personalità non offre alcuna affidabilità. La violenza e l’aggressività di Landolfi, specie in presenza di abuso d’alcol, è stata confermata dalla madre del piccolo figlio, la quale ha riferito come fosse stata vittima della violenza del compagno tanto da arrivare a denunciarlo per maltrattamenti (…) dopo la morte di Maria Sestina, Iezzi e la madre di Landolfi, Roberta, hanno manifestato apertamente il timore di una reazione violenta del giovane nei loro confronti, evitando di convivere con lui”, il Landolfi non ha fatto riferimento ad una eventuale pericolosità sociale ma solo al pericolo di fuga.

Si noti “In questo arco di tempo ho rispettato tutto e tutte le leggi”, una frase che lascia pensare perché fa riferimento ad un preciso arco temporale.

“LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI” non è una negazione credibile.

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