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OMICIDIO GIANNA DEL GAUDIO, NO ALL’ACQUISIZIONE DELLE INTERVISTE TELEVISIVE RILASCIATE DALL’IMPUTATO ANTONIO TIZZANI

Secondo i giudici “è il dibattimento la sede privilegiata per la formazione della prova”

INTERVISTA SCOMODA: UN CASO ALLA VOLTA con la criminologa URSULA FRANCO 
Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani
No all’acquisizione delle registrazioni delle interviste televisive rilasciate da Antonio Tizzani chieste come fonte di prova dal PM.
Secondo i giudici “è il dibattimento la sede privilegiata per la formazione della prova”
Ne abbiamo parlato con la criminologa Ursula Franco che è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis, una tecnica di analisi di interviste ed interrogatori.
– La difesa di Tizzani non ha ottenuto l’acquisizione degli atti relativi agli accertamenti scientifici dell’omicidio di Daniela Roveri e neanche la PM ha ottenuto l’acquisizione delle interviste televisive rilasciate da Tizzani, dottoressa Franco, cosa ne pensa?
A mio avviso la richiesta del pubblico ministero Letizia Cocucci era giusta. Le interviste ben condotte, come eventuali chiamate di soccorso, sono equiparabili ad intercettazioni ed interrogatori.
– In che caso, a suo avviso, eventuali dichiarazioni rilasciate da un indagato non andrebbero prese in considerazione?
Le interviste, come le registrazioni delle chiamate di soccorso e come gli interrogatori, non sono di nessun valore solo se vengono contaminati dall’interlocutore, cosa che accade di frequente durante gli interrogatori.

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