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OMICIDIO DI GLORIA ROSBOCH, LA CASSAZIONE CONFERMA LE CONDANNE A DEFILIPPI E OBERT, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: DEFILIPPI HA UCCISO PERCHÉ NON TOLLERA LE FRUSTRAZIONI

La frustrazione, uno dei sentimenti che i soggetti come lui provano più di frequente. Chi è che affetto da un disturbo antisociale di personalità uccide perché non tollera la frustrazione e si libera di chi gliela provoca. La professoressa Gloria Rosboch aveva denunciato Gabriele Defilippi per truffa e per questo motivo lui ha desiderato che morisse. In ogni caso uccidere la Rosboch è stato un gesto da irresponsabile, Defilippi ha mostrato di sottovalutare i rischi e le conseguenze delle sue azioni, la scomparsa della professoressa infatti non poteva che condurre gli inquirenti a colui che l’aveva truffata e che la donna aveva denunciato

Criminologa URSULA FRANCO

Ursula Franco è medico e criminologo, è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (una tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari.

È stata consulente dell’avvocato Giuseppe Marazzita, difensore di Michele Buoninconti; è consulente dell’avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Daniel Ciocan; ha fornito una consulenza ai difensori di Stefano Binda dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi. Binda, il 24 luglio 2019, è stato assolto per non aver commesso il fatto.

La Franco è consulente di Paolo Foresta, che è difeso dall’avvocato Giovanni Pellacchia.

CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: DEFILIPPI HA UCCISO PERCHÉ NON TOLLERA LE FRUSTRAZIONI

– Dottoressa Franco, chi è Gabriele Defilippi da un punto di vista psichico?

Gabriele Defilippi è un soggetto affetto da un disturbo antisociale di personalità, un disturbo che gli si è manifestato sin dall’adolescenza. Defilippi è un disonesto, un truffatore, un megalomane, un soggetto con identità multiple, un mentitore abituale, un opportunista, un ragazzo irritabile ed aggressivo che ha dimostrato di essere capace di uccidere.

Defilippi, prima di truffare ed uccidere la Rosboch, ha ricattato altre donne, le ha adescate su internet e, dopo averle sedotte, le ha obbligate a pagarlo per non pubblicare le foto scattate durante i loro rapporti sessuali. Il Defilippi, non soddisfatto delle somme irrisorie derivanti da questi ricatti, circa due anni fa, ha puntato ad una somma più importante, i 187 mila euro di risparmi della sua ex professoressa di francese, Gloria Rosboch.

Defilippi prova profondo disprezzo per le sue vittime, le ammalia con il suo aspetto, il fascino superficiale, le attenzioni ed il linguaggio forbito e poi le usa come fossero oggetti per raggiungere i propri scopi. Il linguaggio forbito, il Defilippi, non lo ha abbandonato neanche dopo l’arresto, si è infatti rivolto al procuratore capo Giuseppe Ferrando in questi termini: “Ferrando, io sono uno che ha cercato di allargare i suoi orizzonti, guardando in maniera diversa il contesto sociale che mi circondava”.

– Dottoressa, quali tecniche mettono in atto i truffatori come il Defilippi?

I truffatori come il Defilippi non sono in grado di instaurare legami d’attaccamento di tipo emotivo con i loro simili ma sono invece abili nel costruire relazioni fasulle e superficiali. Questi soggetti, attraverso lusinghe e promesse irrealistiche, vantandosi delle proprie capacità e mostrando a volte anche false credenziali, si impossessano della fiducia delle loro vittime per un proprio tornaconto personale, spesso di stampo economico.

– Dottoressa Franco, che caratteristiche hanno le vittime prescelte da soggetti come il Defilippi?

Le vittime di personaggi come Gabriele Defilippi sono persone vulnerabili con le quali questi mostri creano una falsa relazione, un falso rapporto di intimità e di fiducia, mostrandosi affidabili, fingendo di avere una morale e desideri comuni, prospettando loro un rapporto sentimentale a lungo termine e recitando la parte dei compagni protettivi ed interessati al loro benessere, mentre in realtà hanno un unico obiettivo, il tornaconto economico. Non appena le vittime comprendono di essere state manipolate e truffate e chiedono indietro i loro averi, personaggi come il Defilippi le accusano di creare problemi nella relazione e, facendole sentire in colpa, rinviano le loro richieste, prendono tempo, accampano mille scuse per non riconsegnare il denaro arrivando a minacciarle, a diffamarle pubblicamente e perfino a denunciarle per molestie.

– Dottoressa, che cosa ha indotto il Defilippi ad uccidere?

La frustrazione, uno dei sentimenti che i soggetti come Defilippi provano più di frequente. Chi è che affetto da un disturbo antisociale di personalità spesso uccide perché non tollera la frustrazione e si libera di chi gliela provoca. La professoressa Gloria Rosboch aveva denunciato Gabriele Defilippi per truffa e per questo motivo lui ha desiderato che morisse. In ogni caso uccidere la Rosboch è stato un gesto da irresponsabile, Defilippi ha mostrato di sottovalutare i rischi e le conseguenze delle sue azioni, la scomparsa della professoressa infatti non poteva che condurre gli inquirenti a colui che l’aveva truffata e che la donna aveva denunciato.

– Dottoressa, è possibile che Gabriele Defilippi si sia pentito dell’omicidio?

Lo escludo, il dato psicodinamico fondamentale di un soggetto con un disturbo di personalità come il suo è la mancanza di senso di colpa. Gabriele Defilippi non solo non conosce l’empatia ma è anche incapace di provare rimorso e per questo è un soggetto estremamente pericoloso. Il Defilippi non ha mai smesso di recitare, dopo l’arresto ha detto: “Come vi permettete? Non capisco il motivo per cui mi state trattenendo”, e: “Quando ho visto Gloria morire, sono rimasto impietrito, avevo anch’io paura dell’assassino, non sono riuscita a difenderla… voglio farla finita… No, non posso più vivere”. Gabriele Defilippi ha recitato di fronte al magistrato sentimenti che non prova ma che ha imparato a mettere in scena copiando coloro che li hanno.

ROBERTO OBERT
– Dottoressa, il complice di Gabriele Defilippi, Roberto Obert, è anch’egli una sua vittima?

Credo proprio di sì, Obert era, come si definisce lui, verosimilmente un suo servo, un uomo completamente soggiogato dal Defilippi.

– Dottoressa Franco, si può recuperare un ragazzo di 22 anni affetto da un disturbo antisociale di personalità di questo grado?

La casistica ci dice di no. Gabriele Defilippi è un soggetto socialmente pericoloso, capace di reiterare, che, durante la permanenza in carcere, si servirà di tutte le sue doti manipolatorie per mostrarsi come un uomo nuovo, cercherà di truffare il sistema carcerario, impresa riuscita ad Angelo Izzo, un altro sociopatico pluriomicida.

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