Politica

GRANDE FRATELLO AL CONSIGLIO REGIONALE

Il vicepresidente Polese attacca “Re” Cicala: «Lesivo, inutile e pregiudizievole»

«Il nuovo sistema è lesivo della privacy delle persone e gravemente pregiudizievole degli stessi diritti politici». A sostenerlo è il vicepresidente del Consiglio regionale, Mario Polese (Italia viva), che in una nota durissima indirizzata all’Ufficio di presidenza attacca il “Re” Cicala sulla trasformazione del Consiglio regionale in Grande Fratello-Panopticon. Cronache Lucane aveva dato notizia della nuova regolamentazione , quella del chi siete? da dove venite? dove andate? cosa portate?: un fiorino, per l’accesso dell’utenza esterna agli uffici del Consiglio regionale circa due settimane fa. I visitatori, quelli dell’«utenza esterna», per ricevere il via libera a varcare l’ingresso della «casa di vetro», ossia il badge, «giunti in portineria» devono: «consegnare un documento di identità e dichiarare la destinazione all’interno degli uffici». Superato questo step, gli addetti alla portineria «procederanno a verificare» prima «la presenza» in loco «dei referenti dell’Ufficio indicato» dall’«utenza esterna» e poi, se l’accertamento consegna esito positivo, la «disponibilità» del referente indicato «a ricevere il visitatore». Poi se fin qui le risposte sono state affermative «consegneranno allo stesso utente un modulo». Il modulo, dovrà essere poi portato dall’«utenza esterna» ai referenti e «firmato dai referenti contattati». Così dopo, l’estraneo, avendo cura di controllare che il modulo sia preciso e completo in tutte le sue righe e caselle, potrà «riconsegnarlo al termine della visita» agli addetti alla portineria. Se l’addetto comprende dal modulo che è stato tutto in ordine e che c’è la «conferma dell’avvenuta conclusione dell’accesso», lo stesso può restituire all’«utenza esterna» il documento di riconoscimento in modo tale da consentire l’uscita dalla «casa di vetro». Questi, in estrema sintesi, i passaggi burocratici per entrare e uscire dal Palazzo del Consiglio regionale. «Tanto – ha sottolineato Polese – rappresenta a mio avviso, anche, un inutile aggravio di lavoro e perdita di tempo per i dipendenti e per gli addetti alla vigilanza che già prima provvedevano, per motivi di sicurezza, ad identificare l’avventore e a registrarlo elettronicamente nel proprio data base». «Mi risulta veramente incomprensibile – ha concluso Polese – la motivazione di tale nuova regolamentazione e mi sfugge, pertanto, quale sia il vero scopo di tale intempestiva e improvvida iniziativa: da qui il mio completo disappunto».

Ferdinando Moliterni

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