Eventi e Cultura

TIRAVANIJA INCONTRA LE ASSOCIAZIONI MURESI

L’artista internazionale riprogetterà lo spazio dell’antico Chiostro grazie al progetto “Gardentopia”

Muro Lucano ha ospitato in un “programma di residenza artistica” il noto Rirkrit Tiravanija, artista contemporaneo thailandese residente a New York City, nato a Buenos Aires, in Argentina nel 1961, e cresciuto in Tailandia, Etiopia e Canada. Arriva a Muro grazie al progetto di Matera 2019 denominato “Gardentopia” ed ha incontrato i presidenti delle Associazioni locali, per cercare di dar forma insieme, di immaginare e co-progettare il giardino di comunità di Muro, oggi chiamato “Giardino evolutivo”, il suggestivo spazio aperto del Chiostro di Sant’Antonio situato proprio al centro del paese e già questa estate teatro di molti eventi culturali. Sono stati quindi ascoltati i rappresentanti delle Associazioni che hanno partecipato all’incontro, Muro InVita, Unitre, Il Comitato Murese per la promozione e l’accoglienza turistica, Primula e Il Ponte, per comprendere le attività svolte, gli ambiti di interesse, i periodi di svolgimento delle attività e trarne spunti per la configurazione della nuova area, immaginando soluzioni spaziali e di gestione, fino alla presentazione delle proposte finali. L’artista nella sua opera è alla continua ricerca di forme di condivisione, incontro e interazione con il pubblico, ricerca in cui anche la sua esperienza nomade è sempre presente e considera ogni sua opera una sorta di laboratorio in cui i limiti tra spazio istituzionale e spazio privato si perdono e il centro d’interesse diventano le relazioni umane e lo scambio culturale, il pubblico è parte stessa dell’opera, come lui stesso ci racconta in una esclusiva intervista: «Prima di venire qui avevo fatto delle ricerche su Muro Lucano e sono rimasto subito impressionato dall’architettura di questa città che è come una fortezza su una montagna. Nella mattinata trascorsa qui ho visitato il Museo con Salvatore Pagliuca ed ho avuto tanti altri stimoli, tante altre ispirazioni, a partire dalla storia di Joseph Stella, dalla mostra di fotografie di Ron Galella quanto dallo stesso Museo. E poi – prosegue a raccontare l’artista- oltre a questa eredità storica c’è la cultura del cibo, che è un mio personale interesse e ho scoperto che la patata è qui una coltivazione importante e mi interessano anche molto le modalità di cucina di questi cibi locali. Per me è anche molto importante conoscere gli abitanti del posto, per capire il luogo e per pensare in maniera più profonda che tipo di lavoro fare sul territorio. Si tratta sempre di un processo molto lento quello di andare nei posti, viverlo, incontrare le persone, mangiare con loro e spero di riuscire a passare più tempo qui e ad avere una buona relazione, un buon rapporto di lavoro con questo posto e con le persone di questo paese»

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