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NICO LEONELLI : riflessioni a cuore aperto dopo la 24h di corsa in circuito

Un infortunio ferma l’ortonese Leonelli al Mondiale in Francia Nonostante tutto ha percorso 127 chilometri “Ovviamente non è andata come

Un infortunio ferma l’ortonese Leonelli al Mondiale in Francia
Nonostante tutto ha percorso 127 chilometri

“Ovviamente non è andata come io ed i tecnici che mi hanno convocato speravamo.
La speranza e l’ottimismo di fare una buona prestazione c’è sempre, alla vigilia di un Mondiale, ma naturalmente la possibilità di fare un kilometraggio inferiore rispetto a quelle già realizzate in passato, per me era molto più realistica.
Quella di non finirla, invece non l’avevo proprio tenuta in considerazione, in questo Mondiale.

Le varie scuse ipotizzate sul problema che ho avuto, potevano essere dovute alla disitratazione, causata forse dall’ eccessiva caffeina (fino alla 10ª ora ne avevo però assunto solo 360 mg), oppure dal CPK ancora alto dall’ultima infezione che ho avuto alla tibia, qualche settimana precedente o ancora per la mancanza di un allenamento adeguato ad affrontare questo tipo di gara.

Io invece penso che (quest’anno, come anche lo scorso anno), sono probabilmente i segnali, che il mio corpo non è più in grado di fare determinate tipo di gare.

Quando 3 anni fà riuscivo a fare anche tre Ultramaratone all’anno, di circa 240 km, un certo Antonio Mammoli (uno dei più forti ultra maratoneti della storia italiana), mi disse:

“goditi questo periodo perché a breve il tuo corpo ti invierà i segni, che non vuol più sopportare determinate esagerazioni”

Aveva perfettamente ragione!

La gara di sabato, fino alla 9ª ora è stata abbastanza scorrevole ed anche se i risultati parziali erano inferiori rispetto al mio precedente mondiale (in cui passai al 100° km in 8h e 27′, mentre ieri in 9h 07′), ero abbastanza sereno. Di colpo però ho iniziato ad avere problemi nello stare dritto con il busto ed a curvarmi all’indietro (ho visto questa stranissima postura a molti atleti nella fase finale di qualche gara impegnativa, ma personalmente non mi era mai accaduto).

Ho approfittato per fermarmi ed andare in bagno ed ho visto che la mia urina era completamente marrone.

Il nostro medico (dottor Citarella), vedendola mi ha fatto immediatamente fermare, sostenendo che fin quanto l’urina ha un color rosso sangue, può anche essere normale, svolgendo questo tipo di gara, ma quando è molto scura significa che sta cannibalizzando i muscoli, ma soprattutto si rischia di provocare danni seri ai reni.

Pertanto resto 30 minuti fermo in tenda, bevendo 3 litri di acqua in quella mezz’ora.

Ciò mi ha permesso di migliorare il colore dell’urina da un marrone molto scuro ad un colore rosso vivo (più ottimistico ?)

Quindi, con mia grande gioia, ho il permesso di ripartire, per poi ripetere il controllo dopo un ora.

Al secondo stop, nonostantre avessi bevuto altri due litri di acqua, purtroppo l’urina è tornata ad essere molto scura ed a quel punto il dottore mi ha consigliato vivamente di interrompere!

In quel momento (al contrario dello Stop precedente), se devo essere sincero, è stato per me solo un sollievo, in quanto in quell’ora di corsa, nonostante la lunga pausa precedente, la postura era peggiorata notevolmente, tanto da sembrare un ubriaco che correva, con le gambe completamente vuote e prive di forze, rette dai fili di un burattinaio.

Nel frattempo gli altri atleti/e italiani stavano andando benissimo (ed in effetti grazie alle loro ottime prestazioni finali, l’Italia si classifica 7ª nelle donne e 10ª negli uomini, al mondo) e pertanto sono rimasto nella tenda, qualora potesse servire una mano agli assistenti, che da molte ore, andavano avanti instancabilmente.

Per la prima volta, ho visto questa gara da spettatore….. e sinceramente non mi ero mai reso conto quanto questa competizione fosse cosi DEVASTANTE, estrema, ai limiti umani, soprattutto in questo livello mondiale dove tutti vanno per fare la prestazione della loro vita ed immancabilmente sono tanti coloro che crollano, si sentono male, vomitano, vengono soccorsi ed a fine gara, sembra un campo di battaglia, con i sopravvissuti che hanno sguardi persi nel nulla!

Non sapevo che anch’io in passato apparivo così!

Anche a coloro che hanno vinto il titolo mondiale, sembra mancare quell’adrenalinica esaltazione del successo ottenuto….. la sofferenza ed il dolore del post gara, prevalgono sulla gioia del buon risultato realizzato.

Ricordo anch’io quando feci la prestazione che mi permise di avere la prima convocazione in Nazionale, che ai complimenti che ricevevo ringraziavo con viso da funerale e solo qualche giorno dopo, provai davvero la gioia del risultato ottenuto.

Dopo questo mondiale, sono ancora più convinto che la 24H di Corsa in Circuito, è la forma di sport più estrema che possa esistere.

Come dice anche Vito Intini, vai contro le comuni necessità umane, come il sonno, il riposo e la normale alimentazione.

Chiaramente mi riferisco alle gare di questo livello, in cui TUTTI gli atleti sono oggettivamente i più forti al mondo ed affrontano la gara in un determinato modo e non alle gare nazionali, dove spesso il 99% dei partecipanti si ferma ripetutamente, va a dormire alcune ore o mangia con serena tranquillità i suoi pasti portati da casa o presi al ristoro.

In questo mondiale 2019 c’è stato il RECORD Assoluto Femminile con circa 270 km percorsi dalla statunitense Camille Herron, ma per ottenere ciò, per quasi tutta la gara, non si è fermata praticamente mai….. alimentandosi al volo e purtroppo (anche se non è bello a dirsi) anche facendosi la pupu’ addosso senza per questo fermarsi, tanto che lo sporco e l’odore era così evidente e forte che i suoi assistenti sono stati costretti a fermarla, quasi con forza per cambiarla, dopo alcune ore di insistenza!

Questo è uno dei tanti esempi per far capire la realizzazione di una prestazione ESTREMA in uno sport ESTREMO

Questa è la 24H (che pochi conoscono)…. questo era il mio sport!”

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Dopo quattordici ore e dopo aver percorso 127 chilometri, ripeto centoventisette km ( faccio fatica pure a scriverlo…), si è conclusa la gara del nostro campione Nico Leonelli. Purtroppo quel problema fisico avuto alla dodicesima ora non è stato superato, ha lottato come un guerriero per altre due ore ma alla fine sono stati i medici a fermarlo (lui non lo avrebbe mai fatto). Va bene la passione, va bene gli sforzi sovraumani che fanno questi ragazzi ma la salute è sempre al primo posto ed è stata la scelta migliore che si potesse fare. Parlando con Paola Strizzi, la sua dolce compagna che è stata sempre al suo fianco, mi ha detto che Nico, seppur dispiaciuto, ora sta bene e sta recuperando alla grande e tutto ciò è quello che conta. Come sempre Nico, grazie di tutto, hai fatto 127 km di corsa, che in molti farebbero fatica a farli anche con la macchina, hai lottato fino allo sfinimento, non puoi rimproverarti di nulla, quelli che stanno concludendo la gara, la maggior parte, hanno 20 – 25 anni meno di te, e tu indomito hai dimostrato ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, che con la volontà e la passione che ti contraddistingue per questo sport massacrante, tutto si può fare. E poi, la cosa più importante che ho capito in questi giorni è che, tanta tantissima gente ti vuole bene e questo per te deve essere la più bella vittoria di cui andarne fiero ed orgoglioso. Ti voglio bene e per me rimani sempre un FENOMENO U… NICO. Ortona ti aspetta a braccia aperte!!!

Un infortunio ferma l’ortonese Leonelli al Mondiale in Francia
Nonostante tutto ha percorso 127 chilometri

Pubblicato il: 28/10/2019, 00:29 | di Giampiero Misci | Categoria: Attualità | Articolo pubblicato in Spazio Aperto

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