Politica

CONFLITTO D’INTERESSI: FANELLI INGUAIA GIUNTA

L’assessore all’agricoltura non si astiene su concorso per suo collaboratore

 


Scoppia nella Giunta regionale il bubbone «conflitto d’interessi». Il protagonista principale della vicenda è il leghista assessore all’agricoltura, Francesco Fanelli. Vicenda che si dipana lungo l’asse a doppio filo che lega il componente dell’esecutivo a Francesco De Stefano. L’assessore avrebbe potuto evitare di violare gli obblighi di legge sul conflitto di interessi, ma non lo ha fatto. Altro che trasparenza amministrativa, equità, ragionevolezza, imparzialità e indipendenza dell’agire burocratico, tutela degli interessi dei cittadini nei confronti della Pubblica amministrazione, nonchè il rispetto del principio della par condicio tra concorrenti idonei. Plurimi sono i riferimenti alle date da fissare e da ricollegare tra loro a partire da quelle comprese nell’arco temporale dell’anno in corso fino ad una, di importanza focale per la comprensione dell’intera questione, che riporta indietro le lancette fino al 2009. L’assessore Fanelli ha comandato, a maggio scorso, presso la sua segreteria particolare, in part time di 30 ore settimanali, Francesco De Stefano giunto così dalla Società energetica lucana Sel, di cui è dipendente, al Dipartimento politiche agricole e forestali. Originario comando che prevedeva una scadenza: 30 settembre 2019. Proprio a settembre, però, si è consumato il misfatto del conflitto di interessi. L’atto “incriminato”: quel via libera dato dalla Giunta regionale allo scorrimento delle graduatorie di concorsi pubblici ancora valide per l’inserimento nell’organico regionale di diversi profili professionali. La “classifica” da scorrere è quella del 2009 e in posizione utile in graduatoria per l’assunzione, come funzionario in materie economico-finanziarie e statistiche, c’è anche proprio De Stefano. I profili professionali da riempire sono 18. Per ognuna delle postazioni i papabili sono i seguenti: 3 dirigenti a tempo indeterminato (Beccasio Lello, Corona Antonio e Pace Mariarosaria), 8 funzionari in materie economico-finanziarie e statistiche (Villani Luisa, Gilio Carmela, Cancellara Angela, Petruccelli Anna Maria, De Stefano Francesco, Pace Emanuele, Ragone Michele, Galella Annalisa), 1 collaboratore tecnico amministrativo- Categoria B3 (Guacci Giuseppina), 3 istruttori direttivi in materia di comunicazione e documentazione (Albis Rosa, Dongiovanni Maria Cristina, Mitidieri Marianna) e 3 istruttori direttivi specialisti in traduzioni e interpretariato (Marchese Anna, Salamida Giannina, Briscese Lucia). Ma non è tutto. Perchè, dato che rinsalda il noto legame tra Fanelli e De Stefano, l’assessore a settembre ha votato per lo scorrimento di una graduatoria che avrebbe premiato un suo già diretto collaboratore e dopo pochi giorni, il 24 del mese scorso, ha chiesto e ottenuto finanche la proroga del comando che è stato rinnovato e variato da part time a tempo pieno con decorrenza dal primo ottobre e per altri 12 mesi. Al di là del caso De Stefano, il ricorso alla graduatoria del 2009 ha posto, tra le altre cose, diversi interrogativi sulla liceità amministrativa dell’atto. Tra i più incisivi, per esempio, c’è il vincolo che impedisce alle Amministrazioni di modulare la propria dotazione di personale assumendo, come in questo caso, soggetti di cui si conoscono generalità e identità. De Stefano non era e non è l’unico già conosciuto dall’Ente Regione così come rappresentato dalla Giunta che ha votato sì al ricorso al 2009. Rimanendo all’interno dei cancelli della Sel, compare anche il direttore esterno Michele Ragone. Ad ogni modo scorrendo i nomi dei papabili proprio Fanelli non poteva non conoscere e riconoscere quello del suo diretto collaboratore De Stefano. A fatto concretizzato, sarebbe il caso dell’assunzione in Regione di De Stefano come funzionario, si paleserebbe, in danno di Fanelli, il profilo penale dell’abuso di ufficio. Lo stesso assessore sarebbe poi chiamato a rispondere anche in sede contabile dinanzi ai giudici della Corte dei Conti. Questi sono i tratti di una possibile vicenda separata, ma parallela che proseguirebbe sui binari dell’ingiusto vantaggio che non è inteso solamente come di natura economica. Tornando al via della Giunta, sicuramente l’assessore Fanelli avrebbe dovuto segnalare il conflitto di interessi, che nel suo caso si presenta come molto più sostanziale che potenziale, condizione che comunque non fa venire meno l’obbligo di astensione. Fanelli ha omesso di astenersi in presenza di un chiaro interesse. Non solo avrebbe dovuto astenersi, ma avrebbe dovuto abbandonare la riunione di Giunta per evitare che partecipando anche solo fisicamente alla discussione e all’eventuale approvazione del provvedimento, che poi è avvenuta, potesse condizionare la volontà dell’assemblea «determinando un assetto complessivo non coerente con la volontà che sarebbe scaturita senza la sua presenza». Bene che andrà, la Giunta è rovinata. Come minimo l’atto per predisporre il ricorso alle graduatorie è inficiato e nullo. Con buona pace della Lega, dell’assessore Fanelli e forse anche dell’amico collaboratore De Stefano

Ferdinando Moliterni

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