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ARRESTO IMMEDIATO PER ANDREA LANDOLFI CUDIA, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: DECISIONE GIUSTA

Abbiamo sentito su questo caso la criminologa Ursula Franco. La dottoressa aveva analizzato la telefonata di Andrea Landolfi al 118 e un’intervista rilasciata dalla di lui nonna.

Misura di custodia cautelare in carcere per omicidio volontario per il fidanzato di Maria Sestina Arcuri, la Cassazione ha deciso ieri dopo l’udienza del 24 settembre 2019

Maria Sestina Arcuri, 26 anni, è morta all’ospedale Belcolle di Viterbo per le conseguenze di un’emorragia cerebrale, il 6 febbraio 2019. La Arcuri era stata ricoverata intorno alle 7.00 del 4 febbraio 2019. La ragazza aveva passato la serata del 3 febbraio in un pub di Ronciglione in compagnia del suo ragazzo, che conosceva da soli tre mesi, e del di lui figlio, poi i tre si erano recati a casa della nonna del Landolfi, Mirella Iezzi, per passarvi la notte.

Andrea Landolfi Cudia, 30 anni, era finora indagato a piede libero per la morte della sue fidanzata avvenuta la notte tra il 3 e 4 febbraio scorsi, a Ronciglione. A marzo la procura aveva chiesto l’arresto, il GIP aveva rigettato, in seguito ad un ricorso il Riesame aveva dato ragione alla procura, a giugno la difesa aveva presentato ricorso in Cassazione contestando la legittimità dell’interrogatorio del figlio di Andrea Landolfi, un bambino di 5 anni.

Abbiamo sentito su questo caso la criminologa Ursula Franco. La dottoressa aveva analizzato la telefonata di Andrea Landolfi al 118 e un’intervista rilasciata dalla di lui nonna.

URSULA FRANCO


– Dottoressa Franco, cosa pensa della decisione della Corte suprema di Cassazione?

Una decisione giusta.

– Dottoressa, che cosa era emerso dall’analisi della telefonata di soccorso?

Grazie alla casistica in tema di telefonate di soccorso sappiamo cosa aspettarci da chi chiama, per questo motivo il materiale d’analisi vero e proprio è ciò che risulta “inaspettato”. In telefonate come quella fatta dal Landolfi ci aspettiamo che il chiamante sia alterato, insistente e che, soprattutto, chieda aiuto per la vittima. Ci aspettiamo anche che imprechi e dica parolacce, che non attenda la fine della domanda dell’operatore per esplicitare una richiesta d’aiuto. Non ci aspettiamo invece che il chiamante si perda in superflui convenevoli, o che chieda aiuto per sé, o che senta il bisogno di collocarsi dalla parte di coloro che vogliono il bene per il soggetto in stato di necessità. Andrea Landolfi non ha mai chiesto aiuto per Maria Sestina. Ha provato ad ingraziarsi l’operatore, ha poi cercato di collocarsi dalla parte dei buoni e ha chiesto aiuto per sé.

– Dottoressa, che cosa era emerso invece dall’intervista rilasciata dalla nonna di Andrea a Lucilla Masucci?

È un’intervista ricca di suggerimenti e contaminazioni, praticamente inutilizzabile.

– In base a cosa la procura ha chiesto l’arresto di Landolfi?

Lo ha chiesto sulla base delle risultanze autoptiche. Infatti, secondo i consulenti medico legali, Maria Sestina non si sarebbe ferita in seguito ad una “caduta/rotolamento” ma in seguito ad una “caduta/precipitazione”. In pratica, Maria Sestina non sarebbe rotolata sulle scale, come falsamente affermato dall’indagato e dalla nonna Mirella Iezzi, sarebbe invece precipitata dall’alto della seconda rampa di scale, superando il muretto di protezione, impattando violentemente e riportando le lesioni che l’hanno portata alla morte.
Si legge nell’Ordinanza del Riesame di Roma che Andrea Landolfi “ha problemi con l’alcol e ha una personalità instabile che è stata oggetto di plurimi accertamenti da parte del dipartimento di salute mentale della Asl di Roma. I problemi che Landolfi ha con l’alcol, al cui abuso reagisce divenendo aggressivo e violento, convincono della sua pericolosità sociale, la cui personalità non offre alcuna affidabilità. La violenza e l’aggressività di Landolfi, specie in presenza di abuso d’alcol, è stata confermata dalla madre del piccolo figlio, la quale ha riferito come fosse stata vittima della violenza del compagno tanto da arrivare a denunciarlo per maltrattamenti”. Peraltro, “dopo la morte di Maria Sestina, Iezzi e la madre di Landolfi, Roberta, hanno manifestato apertamente il timore di una reazione violenta del giovane nei loro confronti, evitando di convivere con lui”.

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