Politica

SOTTOGOVERNO: PAZZA IDEA MARCELLO

Sottosegretari: Pittella vuole essere”congelato”, Robortella ci spera


Staccare un biglietto di entrata nel Sottogoverno: Pittella ci riprova. Questa volta, però, non è il senatore Gianni, ma il fratello minore Marcello. Nelle strategie di famiglia per un posto da Sottosegretario o ancor più, ma meno probabile, da viceministro, per quanto i germani partano da stazioni diverse, l’uno da Palazzo Madama, l’altro dal Consiglio regionale della Basilicata, e per quanto puntino a mete differenti, si può rinvenire lo stesso schema operativo: promoveatur ut amoveatur (sia promosso affinché si possa allontanarlo). Con protagonisti eterogenei, anche se due hanno lo stesso cognome, l’asso buttato dai Pittella sul tavolo delle trattative corrisponde alla stessa categoria: dimissioni. Dimissioni che se subordinate alla ambita promozione rappresentano, in teoria e in entrambi i casi dei Pittella, il forcipe per riportare nel mondo della politica gli esclusi da accontentare. Ma nel Sottogoverno non c’è spazio, anche a bocce ferme, per tutti e due i Pittella. Per cui fallito il tentativo del maggiore, ha preso in mano il testimone il minore che ora prova a proseguire la staffetta di famiglia. L’ex governatore lucano Marcello Pittella uscì indenne dalla slavina elettorale delle regionali del marzo scorso e con i suoi quasi 9mila voti conquistò così un banco in Consiglio. Chi tra i suoi più fedeli alfieri, lo ha sempre difeso a spada tratta persino attaccando la magistratura sull’inchiesta Sanitopoli, a giorni a Matera ci sarà l’udienza preliminare per l’eventuale rinvio a giudizio, è però rimasto scontento, poichè tagliato fuori dal verdetto delle urne, è Vincenzo Robortella, figlio di Paquale già consigliere regionale, nonchè assessore provinciale di Potenza quando l’Ente era a guida Lacorazza. Quindi, come Gianni Pittella avrebbe voluto fare col torto nei confronti dell’ex parlamentare campana Angelica Saggese alla quale ha “rubato”, politicamente, un seggio al Senato con il ripescaggio del Rosattelum 2.0, il meccanismo che si attiverebbe nel caso di Marcello è lo stesso: lo scorrimento. Salgo io ed entri tu. Pittella, però, ha aggiunto un particolare di contesto, una sorta di parallelismo storico-politico tutto interno al perimetro lucano del Partito democratico, molto importante. Senza andare molto indietro negli archivi, Marcello Pittella ha incrociato l’anno 2013 con la lettera D. Ha riportato le lancette indietro fino a quando l’allora governatore Vito De Filippo, al quale lui tra le altre cose è successo, si dimise a seguito dello scandalo Rimborsopoli che travolse Giunta e Consiglio. L’asse delle differenti inchieste penali è rilevante per approdare all’ultimo step della strategia verso Roma. De Filippo si dimise e venne “congelato” nel Sottogoverno. Seppur candidato nel Pd, per la Camera dei Deputati, alle elezioni politiche del 2013 in Basilicata risultò il primo dei non eletti, nel febbraio del 2014 Renzi lo ripescò come Sottosegretario al Ministero della Salute. De Filippo in seguito è stato poi confermato anche nel Governo Gentiloni. Pittella chiede ai maggiorenti del Partito democratico di essere “congelato” quasi come De Filippo. Nel suo caso ci sarebbe il vantaggio di far entrare in Consiglio regionale il primo dei non eletti: Vincenzo Robortella. In modo tale anche da rimettere al sicuro quel bacino elettorale che la famiglia Robortella, storicamente legata alla sinistra lucana, detiene nell’area Val d’Agri

Ferdinando Moliterni

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