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RAPIMENTO DI ALEXANDRA MACESANU LA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO ANALIZZA LE SUE TELEFONATE AL 112

RAPIMENTO DI ALEXANDRA MACESANU, LA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO ANALIZZA LE SUE TELEFONATE AL 112 La giornalista Miruna Cajvaneanu, che lavora


RAPIMENTO DI ALEXANDRA MACESANU, LA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO ANALIZZA LE SUE TELEFONATE AL 112

URSULA FRANCO
La giornalista Miruna Cajvaneanu, che lavora per la testata HotNews.ro ha chiesto alla criminologa Ursula Franco di analizzare le telefonate di soccorso relative ad un recente caso giudiziario che ha scosso l’intera Romania: il rapimento e la scomparsa, forse l’omicidio, di una 15enne, Alexandra Măceşanu, e l’ingiustificabile ritardo dei soccorsi hanno condotto alle dimissioni del capo della polizia, Ioan Buda, e del ministro degli interni romeno, Nicolae Moga, e svelato le molte falle nel sistema. Alexandra Macesanu ha fatto l’autostop per tornare a casa ma è stata rapita e violentata.
Una volta trovato un telefono nella casa del suo aggressore ha chiamato più volte il 112 ma le forze dell’ordine sono entrate in azione quando ormai era troppo tardi. Molti cittadini sono scesi in strada a Bucarest e chiedono le dimissioni del governo che ritengono abbia indebolito il sistema giudiziario nazionale a causa della corruzione.

La dottoressa Franco è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis, la tecnica israeliana usata nella seguente analisi.

Chiamata I – 25/07/2019, ora: 11:05:08
Op. 112 (1): 112, qual è la sua emergenza? Pronto?
A.M.: Buongiorno.

Si noti il “Buongiorno” iniziale.
Op. 112 (1): Buongiorno.
A.M.: Vorrei un collegamento con polizia!
Op. 112 (1): Sì. Cosa è successo, signora? Come si chiama?
A.M .: Sono signorina, ho 15 anni e ieri sono stata sequestrata da un signore…
Op. 112 (1): Come ti chiami?
A.M .: Mi chiamo Măceșanu Alexandra, per favore, venite presto, non so dove sono…
Op. 112 (1): Che vuol dire non sai dove sei? In quale località ti trovi?

L’operatrice non fa niente per calmare e rassicurare Alexandra prima di chiederle dove si trovi, nonostante la ragazza le abbia appena detto che ha solo 15 anni.
A.M .: A Dobro… Aaa.. A Caracal, mi ha portato a Caracal, ma non so dove esattamente…
Op. 112 (1): Beh, allora dammi un punto di riferimento in cui ti trovi a Caracal, come pensi che ti troviamo?… Prontooo?

“Beh, allora dammi un punto di riferimento in cui ti trovi a Caracal, come pensi che ti troviamo?” è una richiesta inaspettata perché un soggetto che è stato rapito potrebbe non conoscere i luoghi dove è stato condotto, ma, soprattutto, l’operatrice del 112 non chiede ad Alexandra se sia in grado di fornirgli un punto di riferimento ma le ordina “dammi un punto di riferimento” e, invece di rassicurarla, aggiunge un disarmante “come pensi che ti troviamo?” che, naturalmente, aumenterà la disperazione della ragazza.
A.M .: Sì, non riattacchi, per favore…

“non riattacchi per favore” è inaspettato. Alexandra teme che la propria richiesta d’aiuto non abbia fatto presa sull’operatrice e si vede costretta ad invitarla a non riattaccare, non solo, Alexandra sente il bisogno di ingraziarsela con “per favore”. Alexandra è una vittima e l’operatrice ha il dovere di aiutarla, la ragazza teme da subito di non essere soccorsa. Probabilmente, per lo stesso motivo ha esordito con un “Buongiorno”, lo ha fatto per ingraziarsi l’operatrice del 112.

Quando vengono raggiunti da una telefonata di questo tipo gli operatori americani del 911 invitano il soggetto che chiama a non riattaccare e lo rassicurano che tutto andrà per il meglio.

Op. 112 (1): Sei stata violentata?
A.M .: Sì, sono stata violentata! (piangendo)
Op. 112 (1): Sì, resta al telefono, ma prova a darmi un punto di riferimento per sapere esattamente cosa… come possiamo trovarti!

L’operatrice non si accerta delle condizioni fisiche di Alexandra, non le chiede se perda sangue, né di descriverle il rapitore.
A.M .: È arrivato, è arrivato, è arrivato, è arrivato… Presto, per favore!!!
Fine della chiamata
Op. 112 (1): Beh, veniamo, ma dove, amico mio, in Caracal?… Beh che diavolo posso fare per lei, è a Caracal, l’ha rapita e l’ha portata a Caracal, ma lei non sa dove… e la polizia sta parlando… Fai il collegamento.
Un altro operatore si sente in sottofondo: 11:06:57
Op. 112 (2): Dove sei in Caracal? Bene, ora dove sei, puoi guardare? Guarda… guarda… guarda verso… Ma tu, da dove lo conosci? Dimmi un po’…
Op. 112 (1) alla polizia: La collega vi chiamerà, perché ce l’abbiamo al telefono su un’altra linea. Vi chiamerà subito la collega che prova ad avere altri dati. E’ stata rapita, violentata, portata a Caracal.
Polizioto 1: Rapita?
Op. 112 (1) sì, e la collega cerca altri dati per sapere dove si troverebbe.
Poliziotto (1): a..
Op. 112 (1) Sì, subito, subito vi chiama.
Poliziotto (1). Sì
Chiamata II – 25/07/2019, 11:06:25
Op. 112 (2): 112, qual è la sua emergenza? Pronto?
A.M .: Sono sempre io!
Op. 112 (2): Dove sei in Caracal?
A.M .: Abbiamo passato… quando ho visto per la prima volta… mi ha legato agli occhi ed ero vicino alla diga, il signore si chiama Popescu Lucian Gabriel.

Alexandra fornisce un punto di riferimento, la diga, ed il nome di un possibile sospetto o, comunque, quello di un conoscente del rapitore.
Op. 112 (2): Oltre alla diga, Popescu Lucian … e ora da quale parte sei? Puoi guardare?
A.M .: Non posso, sono chiusa in una stanza, vedo solo… una porta.

– Alexandra ha fornito alcune indicazioni relative ai luoghi, ha parlato di una diga, di Caracal e ha riferito di essere stata bendata dopo aver passato la diga, di essere chiusa in una stanza e di non essere in grado di vedere all’esterno della stessa.
Alexandra ha fornito agli inquirenti un nome, che, se anche si è rivelato non essere quello del suo rapitore, è il nome di un soggetto che avrebbero dovuto interrogare immediatamente.
L’operatrice avrebbe dovuto chiedere ad Alexandra di descriverle il rapitore quantomeno per escludere che potesse trattarsi di Popescu Lucian Gabriel.
Op. 112 (2): Guarda, guarda verso… beh, e da dove lo conosci te? Dimmi un po’…
A.M .: Vi dico: ieri sono uscita per trovare un passaggio per andare in città, e il signore mi ha offerto un passaggio. Mi ha chiusa nella macchina, ha chiuso la macchina, dopo mi ha detto che mi porta da lui…
Op. 112 (2): Ti ha dato un passaggio?
A.M.: Sì.
Op. 112 (2): Il numero della targa… ricordi qualcosa del numero della targa?
A.M .: No, no…
Op. 112 (2): Che macchina, di che colore almeno?
A.M .: L’auto era grigia e aveva il muso ammaccato.
Op. 112 (2): Con un muso ammaccato?
A.M .: Sì.
Op. 112 (2): Questo è quello che ti ricordi… Ma ora sei chiusa… Sei passata lungo la diga?
A.M .: Sì, quando ho guardato per la prima volta, ma ora non lo so, penso di essere a Bold o qualcosa, non lo so.
Op. 112 (2): Bene, hai il telefono con te, giusto?
A.M .: Sì, ma ce l’ha lui! Io ora chiamo da un altro numero.
Op. 112 (2): Non importa, ma tu da dove hai questo numero?
A.M .: Quale numero?
Op. 112 (2): Questo da cui mi chiami. Da dove…?
A.M .: È il suo telefono, l’ho trovato qui.
Op. 112 (2): Il suo telefono?
A.M .: Sì!
Op. 112 (2): È il suo telefono, sì, bene…ecco.

– Non si comprende come non si sia cercato di identificare l’intestatario del telefono dal quale chiamava Alexandra per poi diramare un mandato d’arresto, posto che, in quel momento, l’uomo non si trovava in casa con Alexandra.
A.M .: Sì, signora, per favore, mandatemi qualcuno, ho paura.
– Alexandra continua a chiedere “per favore”, nonostante essere soccorsa sia un suo diritto.
Op. 112 (2): Ok, basta, aspetti un po’, ti credo, ti ho capita, aspetta un po’ al telefono se puoi.

– “basta” è inaspettato.
A.M .: (piange) Ho paura, ho paura…

– Alexandra non riceve alcuna rassicurazione, nonostante appaia disperata.

25/07/2019, 11:07:53 – chiamata presa dalla polizia.

Poliziotto (1): Pronto?.. Sì
Op. 112 (2): Pronto, la polizia?
Poliziotto (1) Sono passati vicino alla diga..
Op. 112 (2): E’ passato vicino alla diga da quello che ho capito, Da ieri è stata rapita, questo è il telefono di lui.
A.M .: Per favore, venite presto.
Poliziotto (1): Venire dove, signorina, ce lo dica…
A.M .: Scusi?
Poliziotto (1): Dove, dove?
A.M .: Non so esattamente, sono passata vicino alla diga, ma ora penso di essere a Bold, che altrove non potrebbe essere…
Poliziotto (1): Dove vi trovate? A …?
A.M .: A Bold!
Poliziotto (1): A Bold? Aaa … Nella contea di Olt?
A.M .: Sì, aspetti, aspetti…Ho trovato, ho trovato un indirizzo, bld. Antonius Caracalla n. 9, B1, D.A…. (incompensibile)
Poliziotto (1): Rimanga lì! Resti lì. Antonius Caracalla n. 9, sì?

– Perché “Resti lì”? Perché il poliziotto, che ha capito che Alexandra non può aiutarli a localizzarla dall’interno della stanza, non la invita a provare a rompere la serratura della porta della stanza per uscire dalla casa, quantomeno da una finestra, così che possa descrivere il luogo dove si trova e nascondersi altrove.

A.M .: Venite presto, ho paura, per favore…
Op. 112 (2): Continuate con questo indirizzo, sembra essere un palazzo.
A.M .: Per favore, vieni presto, ho paura!
Poliziotto (1): Che palazzo è lì, ha detto che è un palazzo
A.M: Non è un palazzo. Non è un palazzo, è una casa, un cortile…
Poliziotto (1): Una casa, bene, resta lì, arriva un equipaggio di polizia, bene?
Op. 112 (2) (ironicamente parlando): è chiusa…
A.M .: Per favore, vieni presto, ho paura di lui, mi ha picchiata.
Poliziotto (1): (in tono imperativo) Va bene, va bene, rimanga lì!

– Non una parola di rassicurazione, né una domanda sulle sue condizioni fisiche. Alexandra, una ragazza di 15 anni, rapita, violentata e picchiata è stata trattata con una freddezza disarmante.

A.M.: Rimango qui, non posso uscire, prego, venite (grido di disperazione)
Poliziotto (1): E’ con qualcuno? E’ sola? Come è arrivata…?
A.M.: Noooo, sono sola, sono sola, vi prego…
Poliziotto (1): E’ sola, ho capito, rimanga lì
A.M.: Ho paura…
Poliziotto (1) alla radio della centrale: Pronto, la volante… Antonius Caracalla numero 9, c’è una ragazza picchiata e violata, sì?
A.M.: ( piange) Prego, venite, venite, ho paura!
Poliziotto (1): Signorina, spenga la chiamata, sarà contattata e la polizia arriva lì, d’accordo?

– Il poliziotto invita Alexandra a chiudere la telefonata, è inaspettato, come ho detto prima, gli operatori del servizio 911 americano monitorano la situazione fino all’arrivo dei soccorsi e cercano di sostenere da un punto di vista psicologico chi chiama.

A.M.: Prego, venite subito!
Poliziotto (1): Sì, va bene, va bene…
A.M.: Signore, signore, c’è una macchina grande nel cortile..
Poliziotto (1): Bene, rimanga lì, al numero 9, esattamente lì.
Chiamata III – 25/07/2019, 11:12:36
Op. 112 (1): 112, qual è la sua emergenza?
A.M .: Signora, ha mandato qualcuno? Che penso che stia tornando e ho paura che mi picchia…
Op. 112 (1): Sì, hai parlato con la polizia, sì?
A.M .: Sì, con lei!
Op. 112 (1): Cosa ti ha detto la polizia?

– L’operatrice chiede informazioni alla vittima sul colloquio intercorso tra lei e la polizia, è paradossale.

A.M .: Mi ha detto che avrebbe mandato un equipaggio, per favore, venite!
Poliziotto (2): Pronto?
Op. 112 (1): La polizia? E’ tornata la ragazza…
Poliziotto (2): Sì … dica, signora, signorina
A.M .: Per favore, avete mandato qualcuno qui?
Poliziotto (2): abbiamo mandato, resti lì che non… in 2 minuti non può volare, signorina. Rimanga lì, sì?

– Non solo il poliziotto non rassicura la giovane Alexandra, ma, inaspettatamente, si mostra irritato.

A.M .: (piange) Venite, per favore, venite, ho paura …
Poliziotto (2): Beh, di chi ha paura?… Pronto… di chi ha paura?

– Il poliziotto mostra di non conoscere il caso. E’ disarmante. Alexandra, ancora una volta, deve ripetere i fatti.

Si noti che nessuno dei 4 soggetti con cui Alexandra ha parlato le ha chiesto come stesse fisicamente o ha tentato di consolarla.

A.M .:(piange) Di lui… mi ha picchiata…
Poliziotto (2): di lui, chi è la persona?
A.M .: Si chiama Popescu Lucian Gabriel!
Poliziotto (2): Popescu Lucian. E dove sta questo lì?
A.M .: Ho detto che… Bold, Antonius Caracalla numero 9…
Poliziotto (2): Questo Lucian Popescu sta al numero 9?
A.M .: Non lo so, ho solo trovato un biglietto da visita e ho pensato che forse fosse suo.
Poliziotto (2): Beh, il biglietto da visita è suo?
A.M .: Non lo so …
Poliziotto (2): Aaa, non sai neanche questo! Ok, aspetti lì ora … aspetti lì, l’equipaggio arriverà tra due o tre minuti, aspetti, ok?.

– È inaspettato che il poliziotto dica “Aaa, non sai neanche questo!”, scaricando le responsabilità su Alexandra.

A.M .: Per favore, resti con me al telefono, ho paura.

– È inaspettato che, non solo Alexandra non venga rassicurata e che nessuno le chieda come stia fisicamente, ma anche che si veda costretta ad ingraziarsi il poliziotto con un “per favore”.

Poliziotto (2): Non posso stare al telefono, signorina, abbiamo altre telefonate, restate lì quando arriva l’equipaggio di polizia, senza dubbio arriverà, sì, due o tre minuti, che diavolo? (sullo sfondo si sente piangere Alexandra)

– È  inaspettato che il poliziotto dica “Non posso stare al telefono, signorina, abbiamo altre telefonate”. Possibile che il 112 abbia una linea sola?

A.M .: (piange) Bene…
Poliziotto (2): Sì? Stia calma, si calmi un po’, sì?
A.M .: (piange) Ho paura…!
Poliziotto (2): Cerchi di calmarsi, beh… sì? Si calmi e arriverà l’equipaggio, sta arrivando…
A.M .: Bene, per favore…

– Si noti che Alexandra si vede ancora costretta ad aggiungere un “per favore”.
Poliziotto (2): Lasci il telefono libero, perché se siamo al telefono a parlare, l’equipaggio non può parlare con lei.

A.M .: (piange) Va bene, va bene, sì.
Poliziotto (2): Bene.

 

 

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