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OMICIDIO DEL CARABINIERE MARIO CERCIELLO REGA, INTERVISTA ALLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

A Roma, nel quartiere Prati, nella notte fra giovedì e venerdì, Finnegan Lee Elder, 19 anni, mentre era in compagnia del suo connazionale, il coetaneo Christian Natale Hjorth, ha accoltellato a morte il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, 35 anni. I due statunitensi sono stati arrestati e accusati, rispettivamente, di omicidio e concorso in omicidio.

MARIO CERCIELLO REGA

OMICIDIO DEL CARABINIERE MARIO CERCIELLO REGA, INTERVISTA ALLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

A Roma, nel quartiere Prati, nella notte fra giovedì e venerdì, Finnegan Lee Elder, 19 anni, mentre era in compagnia del suo connazionale, il coetaneo Christian Natale Hjorth, ha accoltellato a morte il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, 35 anni. I due statunitensi sono stati arrestati e accusati, rispettivamente, di omicidio e concorso in omicidio.

Sui tragici fatti di Roma, abbiamo intervistato la criminologa Ursula Franco

La dottoressa Franco, che cura un blog (MALKE CRIME NOTES) dove analizza sia casi americani che italiani, è allieva del Dr. Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis. La dottoressa Franco si è occupata di importanti casi mediatici, dal caso Ceste al caso Ungureanu, all’omicidio di Lidia Macchi, sempre come consulente della difesa degli indagati.

URSULA FRANCO
  • Dottoressa Franco, chi sono Elder Finnegan Lee e Christian Gabriel Natale Hjorth?

I vicini di casa di Finnegan Lee lo hanno descritto come “un piantagrane. Sempre ubriaco” e si sono detti non sorpresi di quel che è successo. Un amico di Christian Gabriel Natale Hjorth ha dichiarato: “Quando Gabe (Gabriel) è fatto va fuori di testa. È pieno di rabbia. Tutti sanno che spaccia. Ha avuto tanti di quei guai da queste parti, ma pensa di cavarsela sempre”. I due ragazzi hanno tentato un’estorsione (in forma aggravata) in una grande città di un paese straniero. Elder Finnegan Lee era in possesso di un coltello militare tipo “Trenknife”, a lama fissa di 18 cm, che ha usato per accoltellare a morte il vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega. Nell’ordinanza del GIP Chiara Gallo si legge: “totale inconsapevolezza da parte degli indagati del disvalore delle proprie azioni, come apparso evidente nel corso degli interrogatori durante i quali nessuno dei due indagati ha dimostrato di aver compreso la gravità delle conseguenze delle proprie condotte, mostrando un’immaturità eccessiva anche rispetto alla giovane età, dal grado di violenza che connota le condotte di entrambi. Non deve inoltre dimenticarsi che i due erano alla ricerca di sostanze stupefacenti nel corso della serata e che entrambi avevano bevuto alcool, come dagli stessi dichiarato. Si tratta di circostanze da valutate unitamente alle modalità delle loro condotte testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica evidenziandone la pericolosità sociale”. Un quadro che induce ad ipotizzare la presenza di tratti antisociali di personalità in entrambi i ragazzi.

  • L’immagine dell’americano bendato e ammanettato con le mani dietro la schiena ha fatto il giro del mondo, scatenando feroci polemiche in specie in Italia e in USA. Secondo lei, scandalizzarsi è giusto o si tratta di eccesso di garantismo?

I diritti degli indagati vanno difesi “senza se e senza ma” perché solo nel pieno rispetto degli stessi si possono ricostruire i fatti ed evitare gli errori giudiziari. Ogni errore giudiziario è il frutto di una o più violazioni dei diritti dell’indagato, dall’acquisizione di interrogatori contaminati all’uso in dibattimento di consulenze e perizie di soggetti privi di titoli o di esperti partigiani delle procure. Non voglio fare la maestrina ma, dopo il risultato ottenuto per aver violato il diritto alla difesa di Amanda Knox durante il primo interrogatorio, non mi sarei aspettata che si commettesse un altro errore capace di viziare un procedimento che coinvolgesse uno o pù americani. Dopo aver visto la foto dell’indagato bendato e ammanettato, Alan Dershowitz, uno dei penalisti più famosi degli Stati Uniti e professore emerito di legge alla Harvard University, ha dichiarato: “L’Italia fa parte dell’Unione Europea, e quindi di tutti i suoi organismi giuridici, come la Corte di giustizia. Inoltre è membro di altre istituzioni continentali, come la Corte europea dei Diritti dell’Uomo, che ha proprio lo scopo di garantire i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini. Gli avvocati italiani dei due arrestati potrebbero subito rivolgersi a queste sedi, usando la foto come la prova di un trattamento che viola la legge per bloccare o annullare il processo. La violazione della legge è chiara. Mette in discussione l’intero comportamento delle autorità italiane, qualunque siano le responsabilità dei due arrestati, e le corti europee hanno il dovere di far rispettare i diritti degli imputati. Negli Stati Uniti qualunque confessione o prova raccolta con quei metodi sarebbe inammissibile al processo. È possibile poi allargare la questione, mettendo in dubbio la legalità dell’intero trattamento ricevuto. Da un punto di vista legale non esiste un procedimento in vigore per l’estradizione inversa: il presunto reato è stato commesso in Italia, e ricade sotto la giurisdizione italiana. Sul piano diplomatico, però, gli Stati Uniti potrebbero presentare una protesta formale, e chiedere che il ragazzo venga mandato in America per il processo, l’impatto mediatico della foto potrebbe spingerli ad agire”

  • Il procuratore generale di Roma, Giovanni Salvi, in un’intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato: “All’interrogatorio c’erano i difensori e gli indagati sono arrivati senza bende o manette. I due non hanno detto nulla e i magistrati hanno registrato ogni fase e compilato il verbale. Prima dell’inizio, a entrambi gli indagati sono stati letti i diritti, se ci fosse stato qualcosa di cui lamentarsi quella era la sede opportuna”. Che può dirci dottoressa Franco?

Se l’americano fosse stato bendato prima dell’interrogatorio, l’interrogatorio è da ritenersi inammissibile.

  • Dottoressa Franco, secondo lei, Elder Finnegan Lee aveva capito che l’uomo che ha ucciso era un rappresentante delle forze dell’ordine?

È probabile che, non sapendo la nostra lingua, non l’avesse capito. Potrò confermarle o meno la mia ipotesi se avrò la possibilità di analizzare il testo del suo interrogatorio.

  • Dottoressa Franco, secondo lei, Christian Gabriel Natale Hjorth sapeva che Elder Finnegan Lee aveva con sé un coltello?

Anche in questo caso, potrei risponderle con certezza se avessi preso visione del testo del suo interrogatorio.

ORDINANZA DI CONVALIDA DEL FERMO

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