Politica

IL VOTO DI MELFI PER LE EUROPEE

Ancora una batosta per il centro sinistra


Seimila 350 votanti su un totale di 14.583 pari al 43 % contro il 41 % del 2014. Questo è il dato fatto registrare a Melfi al termine della consultazione elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo. Senza spaccare la percentuale fino ai millesimi di punto (sforzo inutile e superfluo) vince questa tornata il M5S con il 40% delle preferenze con Pedicini sugli scudi. Quindi la Lega col 20%. In controtendenza rispetto al resto del Paese, dunque, la colazione di Governo regge ma si inverte il rapporto di forza tra leghisti e pentastellati con questi ultimi che a Melfi sono nettamente davanti. Molto più staccato il Pd, con percentuali risibili i socialisti. Giova ricordare come siano proprio Pd e Psi che amministrano la città da una legislatura e mezza. Con un esercizio di stile assai complicato e provando a traslare il dato delle Europee sugli equilibri politici locali certo emerge un elemento incontestabile. Melfi, roccaforte della sinistra negli anni scorsi sta virando a destra. Il modesto risultato della candidata Cerroni, “portata” dalla locale sezione del Partito democratico tornata compatta (si fa per dire), non va oltre le 320 preferenze. Eppure segretario di sezione, consiglieri comunali, addirittura il presidente del consiglio che ha messo da parte la proverbiale tradizione della figura super partes, sono scesi in campo a supporto di Cerroni. Lo hanno fatto anche chi a Potenza ha beneficiato dei favori di illustri personalità Pd, in auge fino a prima della rovinosa caduta alle Regionali, e che adesso sono già scorrettamente in cerca di nuove collocazioni nel partito lucano. Il risultato è ancora una volta modesto, ma è un eufemismo. Intanto si loda sui social la rimonta di Zingaretti, fingendo di ignorare l’ennesima debacle locale. Sull’alleato Psi, ormai sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Il partito del sindaco e segretario regionale ha “portato” Russo di +Europa. I 130 voti raccolti sono un dato che si commenta da solo. Basti pensare che Nesci di Fratelli d’Italia, aiutato da stimati sindacalisti locali, ha raccolto 180 preferenze. Un partito allo sbando, un sindaco ancora bocciato, una segretaria ripiegata su problemi interni goffamente nascosti. Se servirà questo ennesimo campanello di allarme perché i dirigenti attuali comprendano la necessità di farsi da parte per non distruggere completamente un patrimonio politico, dopo l’ennesimo tonfo elettorale, lo si capirà nelle prossime ore sia nel Pd che nel Psi. Tuttavia la spocchia, la presunzione e probabilmente la necessità di conservare poltrone, ormai con ferri vecchi che hanno bucato la tappezzeria ovunque, alla fine dovrebbero prevalere ancora. La strada per il cimitero politico del centro sinistra di Melfi pare ormai tracciata. Magari l’analisi sarà errata. Il tempo chiarirà ogni cosa. Crisantemi

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