Cronaca

MALTRATTAMENTI A LAGONEGRO

Due arresti nella casa di riposo “Cosentino”

Ancora un episodio di maltrattamenti nelle casse di riposo lucane che se confermato sarebbe davvero deprecabile. Così nel dare esecuzione ad una ordinanza della Procura delle repubblica di Lagonegro i carabinieri della locale compagnia hanno sottoposto alla misura restrittiva degli arresti domiciliari la coordinatrice della casa di riposo “Cosentino” ed un’operatrice socio sanitaria della stessa struttura. Per entrambe l’accusa è di maltrattamenti pluriaggravati ai danni degli anziani ospiti della casa di riposo e per abbandono di persone incapaci. Il giudice per le indagini preliminari ha pure disposto il divieto di dimora nel raggio di cento metri dalla casa di riposo per una terza operatrice della struttura. Gli elementi di prova raccolti hanno consentito di accertare che le tre dipendenti ponevano in essere ripetutamente condotte gravemente vessatorio sotto il profilo fisico e morale nei confronti degli anziani loro affidati per ragioni di cura e assistenza. Molti degli anziani non sono autosufficienti e nei loro confronti sono stati adottati comportamenti ingiustificatamente brutali quando gli ospiti della casa di riposo dovevano mangiare, per la pratica delle pulizie quotidiane ma anche durante attività ordinarie. È stato accertato che i pazienti specie quelli non autosufficienti venivano percossi, intimiditi, umiliati con aggressioni fisiche e verbali con frasi e comportamenti ingiuriosi e denigratori. La stessa coordinatrice della casa di riposo, tenuta a vigilare sull’andamento della struttura e a garantire il corretto comportamento delle operatrici, consentiva e comunque non impediva il verificarsi delle condotte di maltrattamenti di cui era pienamente consapevole perché spesso si verificavano alla sua presenza ed anzi a sua volta vessava gli anziani a lei affidati con comportamenti violenti, ingiuriosi, denigratori e intimidatori urlando strattonando e rivolgendosi loro con epiteti ingiuriosi e ponendo in essere atti di violenza fisica perfino nei confronti dei pazienti più bisognosi di assistenza in quanto affetti da patologia fisica o psichiatrica. Pare che la coordinatrice della struttura consentiva che terapie farmacologiche venissero somministrate dalle operatrici sociosanitarie e addirittura dalle inservienti anche con errori di somministrazione di farmaci. Nell’ordinanza di misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lagonegro si legge che: “i fatti sono allarmanti e gravi… gli atti di violenza originati da un incomprensibile atteggiamento di astio e disprezzo verso taluni pazienti in particolare si sono manifestati in modo chiaro nel corso delle intercettazioni che hanno permesso di rilevare in un periodo complessivo di due mesi circa 30 episodi di rilievo penale posti in essere da una operatrice in danno di svariati degenti. La procura di Lagonegro ha scelto di non diffondere le immagini relative agli episodi di vessazioni subiti dalle vittime per tutelare il loro diritto alla riservatezza e per non aggravare il pregiudizio all’onore e al decoro degli anziani.

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