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La Ong Mare Jonio soccorre 49 migranti. Salvini: «Porti chiusi». E firma una nuova direttiva

La sfida dunque ricomincia e l’ esito non è affatto scontato, anche tenendo conto che l’ imbarcazione batte bandiera italiana, quindi il governo di Roma non potrà chiedere alcun aiuto all’ Europa né intimare all’ organizzazione di sbarcare nel Paese di provenienza come aveva fatto quando la nave batteva bandiera olandese o spagnola

di Fiorenza Sarzanini su Corriere della Sera

Alla vigilia del voto in Parlamento sul caso Diciotti, si riapre lo scontro sui migranti. Perché la nave Mare Jonio della ong italiana Mediterranea Saving Humans, partita tre giorni fa da Palermo, soccorre 49 persone, tra cui 12 minori, al largo della Libia e chiede il permesso di approdare a Lampedusa. E il ministro dell’ Interno Matteo Salvini – che aveva annunciato una direttiva in materia di sbarchi – decide di accelerare i tempi e in serata vara le nuove regole. La sfida dunque ricomincia e l’ esito non è affatto scontato, anche tenendo conto che l’ imbarcazione batte bandiera italiana, quindi il governo di Roma non potrà chiedere alcun aiuto all’ Europa né intimare all’ organizzazione di sbarcare nel Paese di provenienza come aveva fatto quando la nave batteva bandiera olandese o spagnola.

Il salvataggio Alle 18 di ieri parte un tweet dalla Mediterranea : «La Mare Jonio ha incrociato un gommone in avaria che stava affondando con una cinquantina di persone. Li stiamo già soccorrendo. La cosiddetta Guardia Costiera libica, arrivata in un secondo momento, si sta dirigendo verso di noi». Alle 18.40 il Viminale manda una nota per annunciare «una direttiva per evitare azioni premeditate per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani». In quel momento la nave ha già chiesto il Pos ( Place of safety ) per l’ approdo. Passa ancora mezz’ ora e Mediterranea comunica che Mare Jonio «si sta dirigendo verso Lampedusa, ovvero verso il porto sicuro più vicino rispetto alla zona in cui è stato effettuato il soccorso» e poi chiarisce come «la segnalazione del naufragio era arrivata dall’ aereo di ricognizione Moonbird della Ong Sea Watch che avvertiva di una imbarcazione alla deriva in acque internazionali. Mare Jonio si è diretta verso la posizione segnalata e, informata la centrale operativa della Guardia Costiera italiana, ha effettuato il soccorso ottemperando alle prescrizioni del diritto internazionale dei diritti umani e del mare, e del codice della navigazione italiano». Tunisia e Malta Al Viminale decidono di rispondere rendendo subito operative le nuove regole. Tanto che la direttiva viene firmata e protocollata a tarda sera, e diramata alle 22.00. La premessa riguarda le navi che «nonostante effettuino il soccorso in acque non di responsabilità italiane e l’ evento non sia coordinato dalle autorità italiane, abbia richiesto un Pos a quest’ ultime» e per questo si sottolinea come «le coste italiane non risultino essere gli unici, possibili luoghi di approdo in caso di eventi di soccorso, considerato che sia i porti libici, tunisini e maltesi possono offrire adeguata assistenza logistica e sanitaria, essendo peraltro più vicini in termini di miglia marine, laddove la sicurezza della navigazione imporrebbe – in linea di principio – la ricerca di un luogo di sbarco prossimo alle coordinate marine d’ intervento». L’ avvertimento è chiaro: «Le condotte di soccorso e navigazione come descritte costituiscono una manifestazione concreta di un modus operandi di una attività di soccorso svolta con modalità improprie, in violazione della normativa internazionale sul diritto del mare e, quindi, pregiudizievole per il buon ordine e la sicurezza dello Stato costiero», dunque «il passaggio della nave soccorritrice nelle acque territoriali italiane è lesivo del buon ordine e la sicurezza dello Stato italiano, in quanto finalizzato a introdurre migranti irregolari, privi altresì di documenti di identità e provenienti in parte da Paesi stranieri a rischio terrorismo». Quanto basta per comprendere come la disputa con Mare Jonio sia appena cominciata.

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