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GOVERNO: “LA CRISI NON È DA APRIRE È GIÀ APERTA”

È una partita complicata LA CRISI È GIÀ APERTA Sul TAV quello che era considerato uno spettro della crisi fino

È una partita complicata

LA CRISI È GIÀ APERTA
Sul TAV quello che era considerato uno spettro della crisi fino a poche ore fa prende FORMA e SOSTANZA mandando i peones M5S nel panico assoluto:
«Va trovata una soluzione»

realMENTE con la crisi, Matteo Salvini rispedisce i 338 parlamentari M5S a casa. Pochi di loro al prossimo giro rivincono la lotteria.

E dunque, a Montecitorio e a Palazzo Madama la scena è quella del terrore grillino tra i parlamentari semplici e i peones molti dei quali, prima di vincere la lotteria del 4 marzo, erano a reddito zero: «La crisi? Oddio, no….». Si sfogano tra di loro.

Di Maio fa il duro – «Mai la Tav» – ma il tipico peone 5 stelle è molto più duttile: «La soluzione comunque si dovrà trovare». Ed è il portafoglio che fa parlare chi ha comprato casa con il mutuo da pagare, chi mette da parte i soldi che non ha mai avuto prima, chi non vuole mettersi in fila per il reddito di cittadinanza, chi ha assaporato la tranquillità di sentirsi un borghese e non vuole più rinunciarvi. Non sarà facile chiedere al cappone di festeggiare il Natale.
E l’hic manebimus optime è un impulso molto più forte di qualsiasi principio ideologico.

E così, stamane, quando il ministro Toninelli si è ammorbidito – «Con la Lega sulla Tav troveremo un punto di caduta soddisfacente» – la soddisfazione del peone stellato ha cominciato a lievitare. E c’è chi ha messo sul piatto, tutto contento,  il vecchio disco dei Supertrump:  «Crisis? What Crisis».

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