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I SARDI NON DIMENTICANO LE BOTTE DELLA LEGA

Salvini, Di Maio e Conte sarebbero più coerenti nel continuare a scrivere post sul vincitore di Sanremo, invece di provare a ingannare i pastori promettendo qualche briciola.
La memoria non si inganna.

di Danilo Lampis
I SARDI NON DIMENTICANO LE BOTTE DELLA LEGA
I pastori sardi, in quella mattina fredda e nuvolosa del 28 dicembre 2010, incassarono solo botte sul molo di Civitavecchia.

Il mandante era Maroni della Lega, allora Ministro dell’Interno.
Erano in 200 e volevano andare a Roma, sotto le finestre del ministro dell’agricoltura Galan (Pdl), perché i problemi era tanti e il latte veniva pagato a 65 centesimi al litro.
Vennero sequestrati i pullman che li attendevano e dopo essere stati ripetutamente manganellati, vennero chiusi in una gabbia allestita nel porto. Una sentenza ha dato loro ragione.

L’anno precedente, il leghista Luca Zaia – quello che oggi il candidato del centrodestra Solinas porta in giro per la Sardegna -, aveva salvato da una multa di 4 miliardi e mezzo i produttori di latte del nord italia per aver sforato le quote latte, ridistribuendo quei conti sulle tasse di tutt’Italia, comprese quelle dei pastori sardi.

Oggi, mentre migliaia di pastori lottano rischiando dai 2 ai 12 anni di carcere per effetto del suo decreto sicurezza, Salvini promette che risolverà la questione in 48 ore di fronte a una finta rappresentanza di pastori che in realtà è la Coldiretti.

I pastori sardi non si fanno prendere in giro da chi è sempre stato contro i loro interessi, da chi non ha mai fatto nulla per la Sardegna, se non arrivare sotto campagna elettorale per cercare voti e farsi invitare qualche cena.
E non si fanno neanche prendere in giro da Solinas che sguazzava, silente, nella giunta di centrodestra con Cappellacci, proprio quando le campagne si ribellavano, stremate.
Le uniche soluzioni arriveranno dalla forza e dall’ostinazione delle lotte di questi giorni che piegheranno industriali e politica ai voleri del popolo.

Salvini, Di Maio e Conte sarebbero più coerenti nel continuare a scrivere post sul vincitore di Sanremo, invece di provare a ingannare i pastori promettendo qualche briciola.

La memoria non si inganna.

La vignetta di Mario Bochicchio

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