Cronaca

IENA 2: CONDANNATI MARTORANO E STEFANUTTI

Per il “boss” 14 anni di carcere e 12 anni e 8 mesi al luogotente

Poco più di un anno fa, nel gennaio 2018, il pm del capoluogo, Annagloria Piccinini, dinanzi al collegio giudicante del Tribunale di Potenza presieduto da Rosario Baglioni, ha invocato per i 27 imputati della maxi inchiesta “Iena2” una pena complessiva pari a 243 anni di carcere. A distanza di 12 mesi la sentenza è di tutt’altro tenore. Le condanne sono soltanto due. Ritenuta l’aggravante del metodo mafiosa, la continuazione e la recidiva, in riferimenti a episodi estorsivi nei confronti di Guarino, sono stati condannati rispettivamente a 14 anni di reclusione e 12 anni e otto mesi di carcere, Renato Martorano e Rocco Dorino Stefanutti. Tutti gli altri 25 imputati sono salvi tra prescrizioni e assoluzioni sia con la formula «per non aver commesso il fatto» sia con quella «perchè il fatto non sussiste». I giudici non hanno potuto procedere neanche per l’associazione a delinquere, in quanto prescritta anche quella poichè perdurante fino al 2004 come da contestazione. È questo l’epilogo dell’inchiesta che risale al 2004 e che portò, oltre che a diversi filoni d’indagine, alla scoperta, secondo gli allora pm del capoluogo Montemurro e Woodcock, di un «diffuso e metodico rapporto collusivo» tra un clan mafioso lucano e ambienti politici, amministrativi e imprenditoriali. Ad essere condannato, attualmente già ristretto in regime di 41 bis, proprio Martorano che l’accusa durante tutto il processo ha sempre considerato il boss, nonché il massimo esponente della ‘ndrangheta in Basilicata. Mentre gli inquirenti consideravano Dorino Stefanutti, braccio destro di Martorano e reggente del clan in sostituzione del “capo” carcerato.  In varie udienze del processo sono stati anche i due collaboratori di giustizia Antonio Cossidente e Natale Stefanutti.

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Ferdinando Moliterni

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