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(IM)PROBABILI RELAZIONI FRA EVENTI SISMICI E ATTIVITÀ DI ESTRAZIONE RISORSE DEL SOTTOSUOLO

A Ravenna abbiamo a che fare con avvocati che si improvvisano geologi; tra poco anche i geologi ravennati si improvviseranno avvocati, specie su argomenti tipo diffamazione e procurato allarme.

TERREMOTO a Ravenna di questa notte 15 gennaio alle 00.03, MI 4.6, a 11 km da Ravenna e a 25 km (25.000 m) di profondità.

E già da questa mattina si è iniziato di nuovo a parlare di (im)probabili relazioni fra eventi sismici e attività di estrazione di risorse del sottosuolo.

Proviamo a fare chiarezza?
1. L’area è in una zona ad alta pericolosità sismica, come mostrato dal modello di pericolosità per il territorio nazionale redatto da INGV
2. La sismicità storica dell’area non riporta eventi significativi nello stesso punto, ma terremoti con magnitudo superiore a 5 si sono succeduti nelle aree circostanti, come evidenziato da INGV
3. Nella storia sismica documentata della città di Ravenna sono riportati diversi terremoti con intensità macrosismiche all’epicentro pari o superiori al 6° grado MCS, al di sopra della soglia di danno agli edifici. Con il terremoto del 22.06.1620 fu raggiunta la massima intensità storica (7-8 grado). da INGV
4. L’epicentro a 25 km (25.000 m) di profondità ha comportato che l’evento si sia risentito in un’area molto vasta
5. I giacimenti di gas naturale presenti nell’area, ma non sulla verticale, sono ubicati a una profondità massima di circa 3 km (3.000 m) ovvero a circa 22 km (22.000 m) di distanza verticale dall’ipocentro
6. Nel 1620 non erano in corso attività di estrazione di gas naturale né nelle aree circostanti né a distanze anche maggiori (insomma, da nessuna parte della Terra), eppure i terremoti eccome se avvenivano
7. Le deformazioni plastiche delle rocce all’intorno dei giacimenti (sabbie e argille) sono, in prima battuta, l’esatto contrario delle deformazioni rigide che comportano terremoti
8. Numerosissima letteratura scientifica, quella vera, verificata e verificabile, evidenzia che in Adriatico, e più in generale in Italia, non esistono le condizioni geologiche e dei giacimenti tali da generare effetti poroelastici e/o disequilibri isostatici che possano portare a sismicità indotta o innescata (fra i tanti, ISPRA, 2014)
Ah dimenticavo, sono geologo e mi sono laureato in una Università “vera” (Dott. Pierluigi Vecchia)

 

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“In aggiunta all’ottima disamina di Pierluigi Vecchia, nella figura si può notare che gli eventi sismici verificatisi negli ultimi 30 anni, in offshore ed in pianura, nelle aree dei campi a gas, sono sporadici, di scarsa energia e generalmente molto profondi. In questo contesto, tra le profondità dei giacimenti e le sorgenti sismiche ci sono vari chilometri di differenza, con potenti spessori di rocce anche impermeabili che li separano.
Ciò impedisce comunicazioni idrauliche di qualsiasi genere tra i giacimenti ed il basamento profondo.
Ne consegue che la produzione di gas non può arrecare alcun disturbo sulle faglie profonde e quindi non può ingenerare eventi sismici nel substrato.
A Ravenna abbiamo a che fare con avvocati che si improvvisano geologi; tra poco anche i geologi ravennati si improvviseranno avvocati, specie su argomenti tipo diffamazione e procurato allarme.”

 

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