Attualità

ISTAT: OCCUPAZIONE IN CALO IN BASILICATA

Ma i salari restano sempre più alti della media del Mezzogiorno

In Basilicata cala l’occupazione ma i salari restano sempre più alti della media del Mezzogiorno. Stando allo studio ‘Conti economici regionali’ dell’Istat, in Lucania il numero di occupati e’ calato nei 12 mesi del 2017 del 2,7 per cento a fronte di un dato nazionale che registra un piu’ 1,2 per cento. Analizzando i dati, però, si osserva un andamento oscillatorio importante: nel 2016 gli occupati in regione erano aumentati dell’1,6 per cento superando tutte le regioni italiani eccetto il Lazio. In sintesi, allargando lo specchio al quinquennio 2011 – 2017 gli occupati in Basilicata sono calati dello 0,3 per cento a fronte di una media nazionale pari a più 0,2 per cento. Discorso diverso per quanto riguarda il valore del reddito. In Basilicata la media nel 2017 si assesta a 32.500 euro annui che e’ ben al di sopra della media dell’intero Mezzogiorno di 30 mila e 900 euro all’anno. Rispetto al valore assoluto nazionale di 35 mila e 900 euro annui c’e’ ancora margine, tanto piu’ che in termini di aumento il reddito dei lucani e’ rimasto pressoché identico con un più 0,5 percentuale per lavoro dipendente. Ma nonostante il Pil degli abitanti lucani sia superiore alla media meridionale i lucani non sono dei grandi ‘spendaccioni’, nemmeno in confronto alle altre regioni del Sud. E’ quanto si legge nell’ultimo rapporto dell’Istat sui ‘Conti economici territoriali’. La spesa media delle famiglie lucane e’ pari a 13 mila e 200 euro all’anno per il periodo che va dal 2011 al 2017 contro i 13.300 del meridione d’Italia. Solo le famiglie pugliesi e campane con rispettivamente 13 mila e 12 mila e 300 euro spendono meno in Italia. Lontanissimo il riferimento nazionale che si attesta a 17.500 euro annui. Negli ultimi due anni, però, c’e’ stato un aumento sensibile in Basilicata delle risorse economiche spese da ciascuna famiglia: nel 2017 l’incremento e’ stato pari al 2,1 per cento mentre nel 2016 l’aumento e’ stato dell’1,6 per cento. Se si considera il quinquennio 2011 – 2017 il dato e’, invece, negativo con un decremento dello 0,2 per cento.

 

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