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LA LETTERINA DI NATALE INVIATA DA GIOVANNI TRIA A VALDIS e PIERRE in BRUXELLES

Nel testo a Bruxelles il ministro dell’Economia Giovanni Tria annuncia anche che il governo investirà un miliardo nel 2019 per la messa in sicurezza e manutenzione di infrastrutture della rete stradale, viadotti, ponti e gallerie

Nella notte il testo alla Commissione conferma la crescita all’1,5% e il deficit al 2,4, “limite invalicabile”
Non sono i burocrati dell’Europa a condannare l’Italia. Sono i governi degli altri stati membri.

Austria. Il ministro delle Finanze Loeger:

“Più che mai dobbiamo pretendere disciplina da Roma, non si tratta solo di una questione italiana, ma di una questione europea”

Olanda. Il ministro delle Finanze Hoekstra:

“È  poco sorprendente ma molto deludente il fatto che l’Italia non abbia rivisto il proprio bilancio. Le finanze pubbliche dell’Italia sono fuori controllo e i piani del governo italiano non portano una robusta crescita economica. Questo bilancio non soddisfa gli accordi che abbiamo stipulato in Europa. Ho grandi preoccupazioni al riguardo, spetta ora alla Commissione europea prendere ulteriori provvedimenti”

Ma promette di far scendere il rapporto debito/Pil nel 2021 grazie alla vendita di immobili pubblici

Dopo il crollo del Ponte Morandi, un miliardo per la messa in sicurezza di viadotti e gallerie

La legge di Bilancio non cambia: è la sfida del governo italiano alla Ue, che aveva dato tempo fino a ieri notte per spiegare le deviazioni previste dalla Manovra finanziaria sugli obiettivi di deficit/Pil e sulla riduzione del debito. Bruxelles aveva preventivamente bocciato il testo per chiederne uno rivisitato. Ma la lettera inviata dal governo nella notte alla Commissione non cambia gli obbiettivi sul deficit e sul Pil.

Accetta solo di ridurre il debito grazie a un piano di privatizzazioni del patrimonio immobiliare per un valore di 18 miliardi di euro.

Manovra, Di Maio: “Non cambia né nei saldi né in previsioni di crescita. Manterremo il 2,4 di deficit”

Ecco i punti della lettera

La novità principale consiste nell’impegno preso dal governo di far scendere il rapporto debito/Pil al 126% nel 2021 grazie a un piano di privatizzazioni del patrimonio pubblico

“Tenuto conto di tali introiti e del loro impatto anche in termini di minori emissioni di debito sul mercato, e quindi minori interessi, la discesa del rapporto debito/Pil sarebbe ancora più marcata e pari a 0,3 punti quest’anno: 1,7 punti nel 2019, 1,9 nel 2020 e 1,4 nel 2021 Il rapporto scenderebbe dal 131,2% del 2017 al 126% nel 2021”

Il documento completo

 

Nel testo a Bruxelles il ministro dell’Economia Giovanni Tria annuncia anche che il governo investirà un miliardo nel 2019 per la messa in sicurezza e manutenzione di infrastrutture della rete stradale, viadotti, ponti e gallerie

“Gli interventi riguarderanno opere realizzate nella stessa epoca o precedenti del Ponte Morandi”

“Per contrastare il dissesto idrogeologico e per la manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti, il governo chiede l’applicazione della flessibilità per eventi eccezionali”

“Per il prossimo triennio”, scrive Tria, le spese eccezionali saranno “pari a circa lo 0,2% del Pil”, circa 3,6 miliardi, a seguito dei danni del maltempo.

Di Maio: “Dismissioni non includono gioielli di famiglia”

“Nella lettera a Bruxelles abbiamo scritto che aumentiamo le dismissioni degli immobili, ci impegniamo a mantenere il 2,4 di deficit ma reddito e pensioni, quota 100, rimborsi a risparmiatori truffati non cambiano e vanno avanti”, spiega il vicepremier Luigi Di Maio.

Le dismissioni, dice Di Maio, “Non includono i gioielli di famiglia”, ma solo beni immobili di ordine minore. Eppure secondo fonti della Lega, le dismissioni valgono l’1% del Pil. “Porteremo a casa il decreto emergenze, che ha dentro Genova e Ischia”, aggiunge inoltre Di Maio.

Nella lettera alla Ue sono incluse clausole di salvaguardia per evitare che il deficit salga oltre il 2,4% qualora le previsioni di crescita del governo nella manovra non siano confermate e anche una nuova operazione di dismissione immobiliare: per il resto vengono confermate “impianto e azione politica”.

Confermati anche un meccanismo di controlli della spesa. Incrementati inoltre i fondi destinati al dissesto idrogeologico.

Pil fermo all’1,5 %

Restano invariati gli obiettivi di crescita. Anche se le audizioni degli organismi tecnici di lunedì avevano puntato in maniera unanime il dito contro le stime (+1,5% per il governo nel 2019), alla luce dei numeri ben diversi prospettati dall’Unione nel recente aggiornamento delle stime macro.

Merkel: “Singole scelte hanno effetti su tutti”

Anche in Germania si guarda alla partita italiana, con atteggiamenti diversi nello stesso esecutivo. La cancelliera Angela Merkel, al Parlamento europeo, ha richiamato il concetto della corresponsabilità: nell’Ue “le singole decisioni nazionali e individuali hanno effetti su tutti” e in tal senso “la stabilità finanziaria che sta alla base della valuta unica può funzionare solo quando ogni singolo Paese membro rispetta le proprie responsabilità per la stabilità finanziaria”.

Secondo Merkel, “la solidarietà va di pari passo con la responsabilità verso i membri di tutta la comunità”. La cancelliera ha quindi ricordato che “l’Italia è un Paese fondatore dell’Ue e ha deciso con gli altri le regole” e sulla legge di Bilancio “è importante giungere a una soluzione ed è importante che lo si faccia nel dialogo con la Commissione europea. Lo ha detto anche il premier Conte”.

Una sorta di “difesa” delle intenzioni di Lega e M5s è arrivata invece dal ministro Olaf Scholz, titolare delle Finanze: “Verosimilmente non si può raggiungere tutto. Ma forse potremmo ragionare in modo un po’ più europeo. Chi ha saputo fino a poco fa qui che in un paese fondatore dell’Ue, un’economia industriale di successo, non c’è un’assicurazione per disoccupati di lungo corso? Il governo cerca di fare qualcosa del genere: forse è enorme quel che vuole fare tutto assieme. Ma di fronte al fatto che si voglia risolvere una questione del genere come società, non si può rispondere ‘come vi viene in mente'”

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La lettera di risposta del governo italiano alla Commissione europea sui nostri conti pubblici non placa gli animi europei. Tra i primi ad esprimersi contro il nostro Paese è stata l’Austria, che ha fatto sapere che intende votare a favore di un’eventuale procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. “Più che mai dobbiamo pretendere disciplina da Roma, non si tratta solo di una questione italiana, ma di una questione europea”, ha detto il ministro delle Finanze di Vienna, il popolare Hartmut Loeger. In sostanza secondo Loeger “l’Italia corre il rischio di scivolare verso uno scenario greco”, e se la manovra non sarà corretta, secondo il ministro austriaco la Commissione Ue dovrebbe compiere dei passi disciplinari verso Roma. A Vienna i popolari dell’Oevp del cancelliere Sebastian Kurz governano con l’Fpoe, il partito dell’ultradestra populista guidato da Heinz-Christian Strache.

Il ministro delle Finanze olandese: “Europa intervenga”

Duro anche il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra: “E’ poco sorprendente ma molto deludente il fatto che l’Italia non abbia rivisto il proprio bilancio. Le finanze pubbliche dell’Italia sono fuori controllo e i piani del governo italiano non portano una robusta crescita economica”, ha detto. “Questo bilancio non soddisfa gli accordi che abbiamo stipulato in Europa. Ho grandi preoccupazioni al riguardo”, prosegue il ministro, “spetta ora alla Commissione europea prendere ulteriori provvedimenti”.

Sulla stessa linea la Commissione europea. “Quando si è nella famiglia dell’eurozona, bisogna rispettare regole che noi stessi ci siamo dati”, ha detto all’Ansa il vicepresidente della Commissione europea per il mercato digitale, Andrus Ansip, rispondendo a una domanda sulla lettera di risposta sulla manovra italiana. “Fare debito con i soldi dei contribuenti non è un’idea intelligente – ha aggiunto -. In Italia c’è un governo intelligente e spero che saranno in grado di trovare buone soluzioni per l’Unione europea e anche per gli italiani”. “Questi piani italiani sono controproducenti per l’economia italiana stessa. Già ora la percentuale del debito pubblico è circa una volta e mezzo superiore a quello di un anno fa. Ciò è evidente anche nella disponibilità di finanziamenti e nel costo del credito per l ”economia reale’, che sta cominciando a influenzare gli investimenti”, ha detto l’altro vice presidente Valdis Dombrovskis.

Anche il presidente della Commissione Economica del Parlamento Europeo, l’europarlamentare Pd-S&D Roberto Gualtieri, “La lettera alla Commissione europea da parte del governo italiano è inutile e dannosa”, ha attaccato. “Inutile – continua Gualtieri – perché come è noto le privatizzazioni non incidono sul deficit strutturale (e se non riguardano immobili neanche su quello nominale) e quindi non consentono di evitare l’apertura di una procedura di deficit eccessivo, che imporrà all’Italia vincoli più stretti per molti anni. Sbagliato, perché realizzare 18 miliardi di privatizzazioni nel 2019 è al tempo stesso del tutto irrealistico e profondamente sbagliato, e determinerebbe una svendita a prezzi di saldo del patrimonio pubblico”.”Se poi ciò riguardasse il controllo o i dividendi delle aziende partecipate come Eni Enel Poste, Leonardo e Fs – aggiunge Gualtieri – si priverebbe permanentemente il bilancio pubblico di introiti molto significativi riducendo ulteriormente la sostenibilità del nostro debito pubblico. La toppa è quindi peggiore del buco, e per pagarsi la campagna elettorale con i soldi dei cittadini il governo vuole mettere L’Italia per cinque anni in prigione per debiti e al tempo stesso svendere i gioielli di famiglia”, ha concluso Gualtieri.

 

 

Domenico Leccese 

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