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ILVA DIVENTA ACERLOR_MITTAL

I principali interventi del piano industriale prevedono il Revamping completo dell’Altoforno5 e il nuovo contenitore Bof dell’Acciaieria 1 per un investimento di 260 milioni di euro, l’ammodernamento meccanico e l’automatizzazione degli impianti di finitura (250 milioni), i cilindri (120 milioni), le manutenzioni di Hsm, Laminatoio, Ricottura e Crm (100 milioni), allargamento e aggiornamento di Cc4 (60 milioni), la Centrale elettrica Taranto (60 milioni), installazione e sostituzione caldaie per Afo1, Afo2 e Afo4 (55 milioni), Ripristino dei refrattari della suola dell’Afo1 (45 milioni)

Ilva diventa AcerlorMittal: nuova proprietà punta a 6 mln tonnellate acciaio 
“Non c’è una tonnellata d’acciaio da produrre che vale se non possiamo tornare a casa in piena salute. Sicurezza, salute e ambiente per noi sono dei pilastri che vanno di pari passo con le performance della produzione”

 

 

Lo ha detto Matthieu Jehl, vice presidente e amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, incontrando i giornalisti nello stabilimento siderurgico di Taranto per presentare il piano industriale, il piano ambientale e la squadra dei manager.

“Come facciamo per migliorare le performance? Con – ha aggiunto Jehl – la formazione e il monitoraggio di tutte le attività. In tutti gli incidenti possiamo capire qualcosa e migliorare”.
Presenti alla conferenza stampa anche Marc Vereecke (coordinatore dei piani di investimento), Cristina Moro Marcos (Manager Reguoations e Technology) e Patrizia Carrarini (Direttore Comunicazione e Responsabilità aziendale).

TARANTO, 7 novembre 2018 Il colosso mondiale ArcelorMittal, che ha rilevato Ilva, punta ad aumentare la produzione annua di acciaio nello stabilimento di Taranto a 6 milioni di tonnellate annue dai 4,5 milioni attuali.

TARANTO – La grande insegna con la scritta Ilva sullo sfondo blu della palazzina che ospita gli uffici della direzione del siderurgico tarantino sta per essere rimossa e sostituita con quella di ArcelorMittal. I lavori sono in corso all’esterno dello stabilimento mentre il vicepresidente e AD di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl, incontra i giornalisti in conferenza stampa.

«Non c’è una tonnellata d’acciaio da produrre che vale se non possiamo tornare a casa in piena salute. Sicurezza, salute e ambiente per noi sono dei pilastri che vanno di pari passo con le performance della produzione», ha detto Jehl, vice presidente durante la presentazione del piano industriale, del piano ambientale e della squadra dei manager. «Abbiamo grandi ambizioni e l’obiettivo di fare di ArcelorMittal Italia la migliore azienda del gruppo in Europa per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, sicurezza e performance – ha poi aggiunto – Il più grande investimento per la comunità è il nostro piano ambientale. In aggiunta realizzeremo un investimento fino a un milione di euro l’anno per attività dedicate alla comunità di Taranto». «La produzione attualmente si attesta sui 4,5 milioni di tonnellate d’acciaio l’anno ma contiamo di migliorare la performance portandola a 6 milioni di tonnellate», ha precisato Matthieu Jehl, vice presidente e amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, nel corso di una conferenza stampa nello stabilimento siderurgico di Taranto. Jehl ha detto che per la copertura dei parchi primari saranno utilizzati 400 milioni di euro e i lavori dovrebbero essere ultimati entro la primavera del 2020.

Per il manager, sicurezza, salute e ambiente devono andare di pari passo con l’aumento della produzione.

“Il più grande investimento per la comunità tarantina è il nostro piano ambientale. In aggiunta realizzeremo un investimento fino a 1 milione di euro l’anno per attività dedicate alla comunità. Non c’è una tonnellata d’acciaio da produrre che vale se non possiamo tornare a casa in piena salute”, ha detto.

Jehl ha confermato che per la copertura dei parchi primari saranno utilizzati 400 milioni di euro e i lavori dovrebbero essere ultimati entro la primavera del 2020.

Sul piano occupazionale, il manager ha detto che l’azienda ha “rispettato i criteri selettivi dell’accordo del 6 settembre. Se ci sono anomalie, parleremo con i partner, con i sindacati e i lavoratori, per trovare una soluzione”

ArcelorMittal guida al 95% circa il consorzio AM Investco Italy che ha acquistato Ilva, mentre il restante 5% circa è in capo a Intesa Sanpaolo.

L’accordo per l’acquisizione di Ilva prevede un piano industriale di 4,2 miliardi di euro di investimenti, di cui 1,8 per il prezzo, 1,25 in interventi industriali e 1,15 di interventi ambientali.

AM Investco Italy ha assunto 10.700 dipendenti dell’azienda in amministrazione straordinaria sugli attuali 13.500. Il ministero dello Sviluppo dovrebbe finanziare con 250 milioni gli esodi incentivati per alcune centinaia di persone.

Altri 2.500 dipendenti circa resteranno alle dipendenze della “vecchia” Ilva, e saranno impegnati in interventi di bonifica ambientale del sito di Taranto del primo gruppo siderurgico italiano almeno fino alla fine del 2023.

Dopo quella data, ArcelorMittal offrirà un lavoro anche ai dipendenti a cui non sarà trovata altra collocazione.

Matthieu Jehl
Ilva: Matthieu Jehl “salute e lavoro sono pilastri vanno di pari passo con le performance della produzione”

La grande insegna con la scritta Ilva sullo sfondo blu della palazzina che ospita gli uffici della direzione del siderurgico tarantino sta per essere rimossa e sostituita con quella di ArcelorMittal. I lavori sono in corso all’esterno dello stabilimento mentre il vicepresidente e AD di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl, incontra i giornalisti in conferenza stampa.

«Non c’è una tonnellata d’acciaio da produrre che vale se non possiamo tornare a casa in piena salute. Sicurezza, salute e ambiente per noi sono dei pilastri che vanno di pari passo con le performance della produzione», ha detto Jehl, vice presidente durante la presentazione del piano industriale, del piano ambientale e della squadra dei manager. «Abbiamo grandi ambizioni e l’obiettivo di fare di ArcelorMittal Italia la migliore azienda del gruppo in Europa per quanto riguarda la sostenibilità ambientale, sicurezza e performance – ha poi aggiunto – Il più grande investimento per la comunità è il nostro piano ambientale. In aggiunta realizzeremo un investimento fino a un milione di euro l’anno per attività dedicate alla comunità di Taranto». «La produzione attualmente si attesta sui 4,5 milioni di tonnellate d’acciaio l’anno ma contiamo di migliorare la performance portandola a 6 milioni di tonnellate», ha precisato Matthieu Jehl, vice presidente e amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, nel corso di una conferenza stampa nello stabilimento siderurgico di Taranto. Jehl ha detto che per la copertura dei parchi primari saranno utilizzati 400 milioni di euro e i lavori dovrebbero essere ultimati entro la primavera del 2020.

LE PAROLE DI JEHL – «ArcelorMittal è il più grande produttore di acciaio al mondo e ha una storia di fusioni di successo. Vogliamo ottenere lo stesso risultato con l’Ilva, che diventa ArcelorMittal Italia, e per vincere questa sfida puntiamo sulla sostenibilità, qualità dei prodotti e delle persone e leadership, valori condivisi da tutto il gruppo». Così Matthieu Jehl, vice presidente e amministratore delegato di ArcelorMittal Italia, nel corso di una conferenza stampa nello stabilimento siderurgico di Taranto.
«Non si può produrre a lungo termine – ha chiarito – senza sostenibilità. La visione è proiettata nel futuro: a 20 anni, 25 anni, 50 anni. Lavoriamo sul tema della salute, della sicurezza e dell’ambiente, che è il cuore del programma di ArcelorMittal Italia». Jehl ha descritto la struttura organizzativa di ArcelorMittal, presentato la squadra dei manager e poi ha descritto il manifesto di ArcelorMittal Italia sintetizzato in cinque punti: sicurezza, responsabilità ambientale, l’attenzione al personale con garanzia di pari opportunità, la trasparenza e la collaborazione». E per un «futuro sostenibile», ha puntualizzato l’Amministratore delegato, ArcelorMittal aderisce “a rigide norme di salute e sicurezza e promuove miglioramenti per raggiungere livelli ‘world-class’ grazie a certificazioni indipendenti, monitoraggio sulla sicurezza e Training, ovvero formazione ‘take carè per tutti i lavoratori».

Con il passaggio di proprietà e la rimozione della grande insegna, che era visibile a centinaia di metri di distanza, per la città di Taranto finisce definitivamente l’epoca Ilva.

«Quello per ArcelorMittal Italia è il piano ambientale più ambizioso di sempre». Lo ha affermato a
Taranto Matthieu Jehl, vice presidente e amministratore delegato di ArcelorMittal Italia. I punti chiave del Piano ambientale sono la riduzione delle emissione diffuse, come la copertura dei parchi e i filtri di impianto di agglomerazione, con un investimento di 428 milioni; la riduzione delle emissioni canalizzate, ad esempio il revamp delle cokerie, con un investimento di 290 milioni, le bonifiche (272 milioni), il trattamento delle acque piovane e di processo (167 milioni) e l’Upgrade del piano di prevenzione incendi (40 milioni).

I principali interventi del piano industriale prevedono il Revamping completo dell’Altoforno5 e il nuovo contenitore Bof dell’Acciaieria 1 per un investimento di 260 milioni di euro, l’ammodernamento meccanico e l’automatizzazione degli impianti di finitura (250 milioni), i cilindri (120 milioni), le manutenzioni di Hsm, Laminatoio, Ricottura e Crm (100 milioni), allargamento e aggiornamento di Cc4 (60 milioni), la Centrale elettrica Taranto (60 milioni), installazione e sostituzione caldaie per Afo1, Afo2 e Afo4 (55 milioni), Ripristino dei refrattari della suola dell’Afo1 (45 milioni)


«Al termine del piano – ha sostenuto Jehl – ArcelorMittal Italia rappresenterà un benchmark globale nel settore dell’acciaio». Dieci milioni di euro saranno destinati alla creazione di un Centro di Ricerca e Sviluppo a Taranto con 20 ricercatori e legami con Università e istituti tecnici locali. “Beneficerà – ha chiarito Jehl – del trasferimento di tecnologia e del know how del gruppo, con un focus particolare sul miglioramento delle prestazioni ambientali del processo di produzione dell’acciaio».

 

 

Domenico Leccese 

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