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80 ANNI DA MITO

Sandro Mazzinghi, un eroe del ring

di Sandro Mazzinghi e Leonardo Pisani
«Con qualche acciacchetto ma Ci siamo arrivati ragazzi, 80 tondi tondi.Sono veramentete commosso di tanto affetto vi voglio stringere tutti con abbraccio da nord a sud e ringrazio il mio amico Leonardo Pisani, il quotidiano Roma Basilicata e la splendida radio Potenza Centrale. Sandro» Questo il pensiero che Alessandro Mazzinghi ci ha inviato, del resto stato sempre disponile con Radio Potenza Centrale e il Roma, a raccontarci aneddoti, nei suoi ricordi di Rocco Mazzola, amico e compagno di squadra del fratello Guido, altro gran pugile e campione di Italia. Questo è un racconto, scritto a quattro mani da me e Sandro, su quell’epico incontro che 50 anni fa lo rivide tornare campione mondiale dei Medi Junior in un San Siro stracolmo e contro un avversario terribile: il guerriero coreano Kim Soo Ki.
LUCI A SAN SIRO- RACCONTO
Maledetta pioggia; gridò battendo i pugni sul tavolo Sal. L’incontro era rimandato. Aveva fatto fatica a trovare i biglietti a bordo ring; la boxe l’aveva sempre amata sin da piccolo. Quell’incontro non voleva perderlo. Stramaledetta pioggiaaaa. Lo parlava bene l’italiano e come, si era nato a “Bruckulino” ma sempre italiano era. Cresciuto tra italiani, tra paisà e a pugni anzi a mazzate aveva iniziato presto contro gli irlandesi. Sal poi sorrise; pensò al primo incontro che aveva visto. L’idolo di Brooklyn Michele Flammia, un calabrese tosto e duro che aveva combattuto pure contro Greb. Una furia tanto che lo chiamarono Zulu Kid, nero come la pece, nero come il diavolo e come un satanasso combatteva. A Sal piacevano i gladiatori, i figther, quelli che salivano sul ring e dal primo secondo all’ultimo combattevano sino all’ultima stilla di energia. Si certo gradiva pure gli stilisti; aveva 26 anni quando Dempsey perse contro Tunney. Lui tifava Jack, gran pugile Gene ma freddo. Non faceva saltare dalla sedia. Jack si; come pure quel ragazzo di Pontedera gli piaceva. Un vero Guerriero. Ora tornato per una vacanza in Italia ne aveva approfittato per salire a Milano da lontani parenti. La scusa. Voleva vedere quell’incontro. L’orientale era un mistero; forte doveva esserlo e pure fortunato. Contro Benvenuti si ruppe il ring e poi vinse, mò la pioggia faceva saltare l’incontro.
Uagliò; o cinese è fortunato assai. Ma stamm a sentire a me. Sandro è ok. Very hard. E’ tuost o guaglion e vincerà- disse Sal al suo lontano cugino Pasquale.
“Come sì sicuro Salvatò. Io di pugilato nun ne capisco molto ma se lo dici tu. A mi o toscano è simpatico e pure tanto. Sta sfaccimma E acqua- Brontolò Pasquale
Adda vince, è nu fighter vero. Sai a me piaceva vedere Rocky Graziano a New York, era napulitan cumma a noi Rocco Barbella. Nu piezz e pan cu i tifosi nu demonio ngoppa the ring. Nu very boxer , e very pugile è Mazzinghi. A lu cinese lo adda fa giallo- rise Sal
Entra Valeria, la moglie di Pasquale, varesotta pura e bionda come un angelo. “Ma va là i due terrun. Pure te sarai nato a New York ma sempre un terrun sei” – sorrideva sardonica.
“ E’ arrivata la lombarda . Che vuoi mò?- stette al gioco il marito.
“Ma leggete o nooo.. Gnurandddd. È Coreano mica cineseeee—sentenziò Valeria.

“ My Lady… Coreano, cinese o Giapponese nun cambia. In Corea mandammo i marines, domani se sta sfaccimma è pioggia fac stop end finish. Mandamm Sandro e Kim arritorna chien e mazzate in Corea o dove sta iss. ..Yeeeeeeeee– Sal tirò un destro nel suo palmo sinistro.
La Pioggia finì, quel 26 maggio era torrido, ma lo stadio di San Siro era ancora più torrido, incandescente. Sal e Pasquale erano a bordo ring, il resto una bolgia mai vista da anni. Sessantacinquemila spettatori, 65 mila tifosi ad assistere ad un incontro che sapeva di rivincita nazionale. Soo Ki aveva battuto Benvenuti, rimaneva un mistero orientale. Volto duro, capelli a spazzola nerissimi e durissimi. Incuteva paura, ma non certo al guerriero toscano. IL titolo era suo lo sapeva già quando Soo Ki aveva accettato di incontrarlo. L’avrebbe battuto, non sarebbe salito sul ring per fare la comparsa ma per ritornare campione. Aveva aspettato 3 anni da quel maledetto incontro di Roma, il titolo era suo. Nino non l’aveva battuto. Si era conquistato il diritto ad affrontare il coreano strabattendo tutti. Leveque; Hogberg, Rolland, Gonzales, macinati dal rullo compressore di Pontedera. Drinnnnnnnnnnnn….. inizia il primo round… Ora lasciamo la parola a Sandro Mazzinghi…

 

« Lo ricordo come se fosse adesso, lo Stadio di San Siro pieno in ogni ordine di posto, le urla della folla che incitavano il mio nome, io sul quadrato che fisso Kim lui guarda me arriva il gong della prima ripresa ci avviciniamo ci tocchiamo i guanti e iniziamo la battaglia. Kim subito all’attacco io indietreggio per fintare i colpi ed è subito battaglia. uno scambio di colpi durissimi, capisco che Kim è un osso duro a quel punto accetto la guerraAl terzo round, dopo che già con una testata mi aveva aperto lo zigomo destro, esplodo ventuno colpi in sequenza: gancio, montante, diretto, e poi ancora, e ancora… –Ki-Soo Kim mi cade addosso, lo spingo via e lui va al tappeto mentre l’arbitro Valant inizia a contare; poi il coreano volge le spalle e appoggia le braccia sulle corde in seno di resa. Tutti pensammo che fosse finita. Mio fratello gridò: “Ale hai vinto!”. Invece Kim si rialzò, l’arbitro evidentemente si accorse della spettacolarità del match e e fece continuare l’incontro, poi qualche secondo dopo suonò il gong e Kim si riprese continuando per tutte le restanti riprese con un ritmo pazzesco… da quella terza ripresa saranno altri 36 minuti di pura follia .non so nemmeno io come facemmo a reggere 15 riprese così. Dopo l’incontro Kim vene da me a congratularsi dicendo che aveva vinto il più forte. Grande campione, grande uomo.lo piango . Voglio ringraziare tutti che ancora oggi si ricordano delle miei epiche battaglie Un Grande abbraccio a tutti e grazie come sempre di essere parte importante della mia vita…………”

IL CICLOLE DI PONTEDERA

di Leonardo Pisani
«Sandro sei pronto per il tuo primo match? Si risposi. Cosa ci guadagno? Bistecca, pane, vino e frutta… Accetto». Voleva fare ciclismo, ma non c’erano i soldi in casa per comprare una bicicletta, allora il piccolo Sandro seguì le orme del fratello Guido, poco più grande ma già pugile affermato,fu azzurro a Helsinki nei Giochi del 1952, Campione italiano dilettanti dei superwelter nel 1953 a Bologna, campione nazionale tra i professionisti nei medi tra il 1956 e il 1958.. La boxe nel Dna, in casa Mazzinghi. Pugilato di Campioni, in quel angolo di Toscana. Pontedera, 3 ottobre 1938, nasce Alessandro detto Sandro, portato in palestra da l fratello maggiore all’insaputa della madre che mai avrebbe accettato l’idea di avere in casa due pugili. In Guido avrà non solo un fratello ma un ottimo allenatore e maestro negli anni più luminosi della sua carriera. Tre persone fondamentali nella carriera di Sandro, il fratello Guido che quando lascerà la boxe professionistica sarà sempre al suo angolo, il suo primo allenatore Alfiero Conti uomo all’antica che sgobbava tutto il giorno e poi correva alla palestra, quella palestra in cui Sandro, allora quattordicenne, non sapeva ancora colpire bene il sacco. Fu proprio Alfiero una sera a prendere da parte Sandro per dirgli poche ma profetiche parole: “Sandrino, se trovi il coraggio di insistere hai tutto per diventare Campione del Mondo . e l’imprenditore Giovanni Borghi che è stato per Sandro come un padre. Per tutta la sua carriera lo ha sponsorizzato con la IGNIS, azienda di sua proprietà. Lo stesso sponsor del fratello Guido e del nostro indimenticabile Rocco Mazzola. A tutt’oggi il suo ricordo è vivo in Mazzinghi e tra un racconto e l’altro gli occhi si fanno lucidi ripercorrendo con la memoria quello che è stato e che ha significato per lui Giovanni Borghi. Un trio per il Ciclone di Pontedera. Da dilettante campione italiano juniores nel 1958, ha debuttato in nazionale nel 1959, è giunto terzo ai campionati Europei a Belgrado nel ’60 e, lo stesso anno ha vinto il titolo italiano e quello mondiale militare a Fort Dix (USA) per la categoria Superwelter . Poi dal 61 il professionismo, è un ciclone, tranne una sconfitta con il veterano Melis agli inizi è inarrestabile, batte i pugili di classifica mondiale Tony Montando e Don Fullmer e viene designato sfidante di Ralph Dupas al mondiale dei Medi Junior Wba e Wbc. Dupas è un boxer sopraffino, un talento allenato da Angelo Dundee, il futuro allenatore di del giovane Cassius Clay, è il favorito. Ma il giornalista Giuseppe Signori avverte Dundee – come ricorda Dario Torromeo nella biografia su Sandro “Anche i Pugili piangono” – L’ho detto ad Angelo Dundee.
Sandro Mazzinghi non è un lottatore da piccola arena come il Sunnyside. Per me starebbe bene al Madison Square Garden di New York City.
Ho detto ad Angelo che Mazzinghi avrebbe potuto fare a pezzi Ralph Dupas”.
Incontro al Velodromo Vigorelli di Milano, era il 7 settembre 1963, l’americano non può fare nulla, il 25enne italiano è scatenato, vince per kot alla 9 ripresa, è il campione del Mondo, il quarto italiano, dopo Carnera, D’Agata e Loi a indossare la cintura mondiale. Il 2 dicembre successivo si svolge la rivincita a Sydney(Australia) e Mazzinghi vince di nuovo per KO tecnico alla tredicesima ripresa.  Dupas va tre volte al tappeto in quel round. «Grande Campione e Grande Professionista – così Sandro mi ha descritto Dupas “ho avuto l’onore di combattere con lui due volte, un pugile di grande spessore che ha combattuto con tutti i più forti pugili della storia..Onore ad un GRANDE FIGHTER”. Poi la difesa per ko contro Montano e poi contro il fortissimo sardo Fortunato Manca l’11 dicembre 1964 in palio sia la cintura Wbc che Wba; un incontro atteso con un ottimo programma combattono anche il giovane Arcari, l’oro olimpico dei massimi De Piccoli ed il titolo italiano dei medi tra Tiberia e Piazza. Manca era diventato un beniamino del pubblico e l’organizzatore Rino Tommasi lo inseriva spesso nei cartelloni; quella volta fu considerato una vittima sacrificale, Mazzinghi vinse anche quella volta ma ai punti contro la roccia sarda e dopo aver passato butti momenti, specie all’ultimo round. Mazzinghi Oltre ad essere stato un grandissimo pugile ed uno dei migliori superwelter che abbiano calcato il ring- non lo dico io ma esperti come Bert Sugar- oltre ad essere una gloria dello sport italiano è anche un uomo generoso e sportivo.Così mi dice di Fortunato Manca: ” Pugile Sardo e grande combattente . Ricordo era 11 Dicembre del 1964 quando sul ring Romano difesi il Titolo Mondiale dei medi Junior con un Pala Eur esaurito in ogni ordine di posto,ma si sa “Roma e Milano erano le Capitali della Boxe Europea a quell’epoca”.Manca era un pugile dotato di grande esperienza grande combattente e molto potente alla corta distanza fu un match durissimo per me, in più di un occasione riuscì a mettermi in difficoltà ma riuscì a vincere ai punti dopo 15 durissimi round . Un avversario fortissimo ricordo che dovetti sudare le proverbiali sette camicie per aggiudicarmi il verdetto e non potrò mai dimenticare quell’impeto che lo distingueva da molti altri campioni che ho incontrato nella mia lunga carriera. Oggi senza ombra di dubbio un Campione come lui avrebbe fatto scintille sui ring di tutto il Mondo, lo ricordo con grande Stima.”.Poi la doppia sfida con Benvenuti, pochi sanno che Mazzinghi nel periodo di campione ebbe un tragedia : Mazzinghi si sposò nel gennaio 1964. Dopo soli dodici giorni di matrimonio in un incidente stradale perì la giovane moglie Vera Maffei, lui operato per un trauma cranico. Per questo lo chiamano l’Uomo senza paura, salì sul ring lo stesso, anche se non si era ripreso. La rivalità Mazzinghi Benvenuti divise l’Italia in due e ancora oggi fa parlare, il primo incontro il il 18 giugno 1965 allo stadio di San Siro a Milano, Tutto esaurito. L’incontro si Benvenuti preferisce la scherma, Mazzinghi si esalta nella lotta, ma alla fine è un montante destro di Benvenuti a mettere al tappeto Mazzinghi che non riesce a rialzarsi per il conto finale: KO alla sesta ripresa. La rivincita il 17 dicembre al Palazzo dello Sport di Roma. Mazzinghi viene atterrato al secondo round e contato sino all’otto, quando interviene il gong. Mazzinghi si riprende e prosegue aggiudicandosi fino alla tredicesima ripresa, l’incontro sembra nuovamente aperto, ma Benvenuti, con un finale brillante vince l’incontro ai punti. Anche qui le polemiche si sono trascinate per lungo tempo. L’incontro mai strasmesso in tv, considerato scomparso, è stato ritrovato l’anno scorso. Dario Torromeo lo ha visto e mi ha detto confidato a Cerignola, alla presentazione del libro su Emanuela Blandamura che non si era ritrovato con il verdetto vittorioso per Benvenuti. Ma che fu uno incontro da eroi da Mitologia Greca. Tutti diedero per finita la carriera di Sandro, ma ritornò e vinse l’Europeo dei Superwelter contro Yoland Leveque e pochi sanno che il team di Griffith contatò Mazzinghi per un mondiale dei welter: un incontro a testa e poi la bella liber aper fare bussiness. Sandro rIfiutò, e poi in un pomeriggio epico di 50 anni fa ritornò campione mondiale battendo il fortissimo coreano Kim Soo Ki.

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