Attualità

NADIA KIBOUT PREMIATA A ROMA

Prestigioso riconoscimento per l’attrice e regista francoalgerina cittadina lucana

di Leonardo Pisani
Mi arriva un messaggio di Nadia Kibout:”non ci posso credere, troppo bello”. Alla mia domanda: “sì ma cosa” La risposta è scaramantica, del resto il cinema, l’arte un po’ ha il sapore di magia. “Forse mi premiano in Campidoglio- risponde Nadia- ma non è sicuro, quando è certo ti faccio sapere”.., E il premio arriva, anche uno di più prestigiosi, più attesi e significativi del mondo femminile. Le donne che le premiano le donne che si sono distinte per il loro impegno nell’arte e nel lavoro. Premio Italia Donna, , ideato e presieduto da Serena Maffia., non è certo una manifestazione autoreferenziale, anzi al contrario: coniuga sobrietà alla qualità, premia donne che svolgono il loro lavoro, la loro arte con amore e lottando per il mondo femminile. Alla quarta edizione il 14 settembre nella Sala Protomoteca in Campidoglio, sono state premiate Linda D per la musica, Laura De Luca per il giornalismo, Arcangela Galluzzo per politica e legalità, Marisa Giuffrè per la narrativa, Nadia Kibout per il cinema, Claudia Melica per la ricerca antropologico filosofica.. . L’evento è organizzato e sostenuto dal Centro Poesia Roma, dal CAS Centro Arte e Spettacolo, da e con il patrocinio della Presidenza dell’Assemblea Capitolina.
«Felicissima ed onoratissima all’idea di ricevere il premio Donna cinema 2018 in Campidoglio a Roma – mi confida Kibout -Un premio inaspettato e pieno di significato per me ora che ho aggiunto al mio percorso cinematografico una nuova corda, ossia La scrittura e la regia. Mi spinge a fare ancora meglio è mi fa la carica per i prossimi progetti».
Io mi meraviglio di meno, conosco il suo lavoro e il suo impegno, sia da regista e attrice che per la cultura cinematografica e teatrale, aggiungendo poi l’impegno per i diritti civili, sempre con garbo e mai urlati, con fatti e mai slogan, con contributi e mai alla ricerca del facile applauso.
Di questo ne parliamo con lei, franco-algerina-lucana, con studi A New York, dal Mediterraneo all’Atlantico , da Parigi alla Basilicata dove vive.
Partiamo dal Premio Nadia, ora dopo una settimana che sensazioni hai a freddo , cosa ha significato questo premio per te?
«Mi rimane una grande forza e energia che mi spinge a fare sempre di più e meglio. Ha un significato enorme per me, perché quando sono le donne a premiare le donne penso non ci sia niente di più bello. Orgoglio pure unito a grande felicità».
Donne per le donne, siamo nel 2019 ma c’è ancora molto da fare. Tu sei attrice, autrice, ma anche mamma . Quale è la difficoltà a esser tutto questo assieme?
«La difficoltà sta nel andare sempre avanti con la convinzione che nonostante le difficoltà c’è la possiamo fare. Tenere viva la fiducia nel proprio essere, nell’altro e nel mondo. La donna sa fare grandi sacrifici nonostante il peso che essi possono avere nel quotidiano».
A Venezia hai partecipato durante la Mostra internazionale d’arte cinematografica al Collettivo N. Che significa N?
«Il Collettivo N è una realtà artistica creata da professionisti del cinema quasi tutti di origine afro. Vogliamo cambiare l’immaginario collettivo e abolire gli stereotipi che ancora incontriamo nella nostra industria, avere una equa e rispettosa rappresentazione del corpo nero nel cinema italiano e nella tv. N è il prodotto di tutti i numeri interi positivi minori o uguali di N. = nero, noi, nome, nessuno etc»
L’Italia è sempre stata una nazione che ha accolto diverse culture, dall’antichità e tua Bernalda sei nella Magna Grecia per fare un esempio, in Basilicata poi eretici provenzali, normanni, albanesi ecc.. Però il nostro cinema no, permettimi di dire, forzando certo, a volte anche di un politicamente corretto da diventare irreale, per esempio un cavaliere medioevale di colore non ci può stare, come del resto se dovesse fare un film su le Storie di Simbad, avere uno svedese, insomma non va. Razzismo non è solo il bianco contro il nero o viceversa, è anche non rispettare le varie culture, snaturarle anche con l’arte, mettendo la scusa che l’arte va oltre, non ha confini. Che ne pensi?
«Dico sempre che la diversità sta negli occhi di chi la vuol vedere. Se si vuole si può! L’Antigone ad esempio è di tutti e io sogno di portare in teatro un Antigone con la mia voce. Un attore è in grado di interpretare tutto e tutti solo se gli sì dà la possibilità, sta a lui dargli credibilità. Questo secolo nuovo deve essere quello del cambiamento. Attraverso il mio lavoro ce la metto tutta, come attrice, autrice e regista(sto scrivendo il mio primo lungometraggio “Luna di pietra” ambientato a Potenza) Ecco, sai una cosa? La butto lì, mi candiderei anche ad una presenza a San Remo 2019 al fianco del conduttore, patron della kermesse…sai che bel segnale sarebbe? Sopratutto in questo momento storico pieno di contraddizioni».
Poi sei stata a Taranto al Festival della culture al femminile del Mediterraneo DonnASud, protagonista dell’incontro “Immagini e storie del Mediterraneo” in ottima compagnia con Stefano Amatucci /regista teatrale e cinematografico) , Antonella Ferraiolo(Ginecologa del Policlinico San Martino di Genova e scrittrice : ANTIKKA ) Storie di donne migranti, tra violenze e gravidanze). , Luciana Trappolino( fotografa) e Maryam Rahimi (Scrittrice , sceneggiatrice e regista di origine iraniana) . Il nostro Mediterraneo, tu sei di origine algerina, hai fatto uno spettacolo sulle tragedie odierne. Noi sul Roma, abbiamo uno speciale sulla cultura Mediterranea, intrecciando storia, antropologia, musica, sociologia insomma con una prospettiva amplia. Che è per te questo Mare un tempo portatore di civiltà e scambi di civiltà. ?
«Donna Sud, esperienza fantastica. Sono stata madrina di questa edizione, un grande onore. Ancora una volta l’unione delle donne ha fatto la differenza. C’è stata una serata speciale dedicata ai miei vari lavori, una specie di rassegna per la quale ringrazio Tiziana Magrì. Io vivo in Basilicata, terra che amo e che mi da tanto, e sentirsi a casa in una terra che non è la tua oggi beh è un vero privilegio. Merito di gente accogliente e aperta. Accoglienza significa anche che chi arriva in Italia deve sapere impegnarsi al meglio per integrarsi e cogliere le opportunità di integrazioni che si presentano(seppur minime) e se non si presentano , crearsele al meglio. Vi è sempre una possibilità se partorita con umiltà e onestà. Questo mare di oggi così drammatico è di quelli che non ti da voglia di viaggiare. E ti fa girare dall’altra parte. Ma il mare è anche forza, energia, tempesta. Le tempeste sono fatte per essere superate e credo fermamente, a patto che lo si voglia, che possiamo farcela. L’accoglienza è diventata un problema che non si può risolvere dall’oggi al domani con leggi drastiche. C’è prima di tutto l’essere umano, riconnettiamoci con la parte più umana che ciascuno di noi possiede e cerchiamo soluzioni migliori per ritornare allo scambio di civiltà e ricchezza umana. Come avrai capito io sogno in grande ! »

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti