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ABBIATE PAZIENZA

“C’è una storia che voglio raccontare, la conservo da un po’ con tenerezza, custodita tra i pensieri più preziosi. È

“C’è una storia che voglio raccontare, la conservo da un po’ con tenerezza, custodita tra i pensieri più preziosi.

È una storia da domenica mattina, quando il cuore è maggiormente predisposto alla gentilezza, quando ti svegli e senti di aver bisogno che fuori ci sia il sole, che dentro cose luminose ti facciano una carezza, che allontanino ogni pensiero grigio.
E allora eccola qui, una piccola gemma di luce.
Nel mio paese c’è un signore gentile.
Signore gentile è il nome perfetto per lui che, nonostante non ti conosca, per strada ti sorride e ti saluta con il garbo composto di un uomo d’altri tempi. Buongiorno. Buonasera a lei. Buona giornata.

Quando lo incontri, il Signore gentile non è mai solo. Con lui c’è sempre la sua signora.

Lei sulla sedia a rotelle, lui seduto sulla bicicletta che ha legato in una specie di sidecar artigianale.
La prima volta che li vidi chiesi a mia madre chi fossero, quale fosse la loro storia. Mi disse che non conosceva i loro nomi, sapeva solo che lui, tutti i giorni, pedalava per ore in giro per il paese per portare lei fuori, per non costringerla a restare in casa, come troppo spesso accade a chi non è più in salute e non ha qualcuno che se ne possa veramente prendere cura.

Prendersi cura non è solo assicurarsi che la persona mangi, abbia le medicine, sia al caldo. Prendersi cura può voler dire regalare il colore del cielo, la sensazione del sole sulla pelle, il vento tra i capelli. Prendersi cura può voler dire trovare il modo di continuare a passeggiare per il paese con la propria moglie, quando lei ormai non è più in grado di farlo.

E così ti poteva capitare spesso di vedere in giro questa strana figura, bicicletta più carrozzella, spostarsi per le piste ciclabili, sostare in villa all’ombra di un albero, fermarsi in piazzetta per i saluti ai conoscenti.

Quest’estate sono tornata a casa e un giorno, da lontano, ho visto spuntare la strana figura. Il cuore ha fatto un piccolo tuffo. Bentrovato Signore gentile. Ma qualcosa era cambiato nell’andatura e nel profilo della figura. Non c’era più la bicicletta. Solo due carrozzelle, una davanti, l’altra dietro. Unite, come sempre.

Il Signore gentile non pedala più.
Forse è il tempo che passa, forse è il caldo delle estati di giù, forse non può più, eppure non ha rinunciato.

Ha trovato un altro modo per prendersi cura. Ha trovato un altro modo per esserci, per regalarle il cielo, nonostante tutto.
Ha montato su questo strano tandem due ombrelloni per proteggerla dal sole e adesso che con il suo andamento lento avanza per strada, magari rallentando qualche macchina, indossa sempre una pettorina con la scritta

“Abbiate pazienza”


Lui che ogni giorno è in giro con lei e per lei, ha anche la premura di chiedere agli altri di avere pazienza. Quasi a scusarsi del disagio.

Allora Signore gentile voglio dirle che lei non ha niente di cui scusarsi. Al massimo siamo noi a doverle dire grazie. Grazie dell’esempio, grazie della pazienza, della perseveranza, della gentilezza. E quando la gente mi dice che non crede nell’amore, che non crede nell’amicizia, che le persone sono cattive ed egoiste, io penso a lei e sorrido perché so che al mondo c’è chi sa amare, c’è chi sa prendersi cura. C’è chi sa regalarti il cielo. Abbiate pazienza, arriverà.

Mi perdoni Signore gentile se vi ho scattato questa foto. Pochi giorni prima di ripartire mi siete passati davanti e io ho sentito il bisogno di immortalare tanta bellezza, di portarla con me e poi raccontarla agli altri. Perché di storie brutte ne è pieno il mondo, ma è di storie belle che abbiamo bisogno”

Testimonianza di ALESSIA TAVARONE di Lavello vive a Parma
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Domenico Leccese 

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