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GLI ANOMALI CALCOLI IN REGIONE: MENO UNITÀ MA COSTI MAGGIORI

di Ferdinando Moliterni POTENZA. Uno dei temi che risulta aver avuto particolare attenzione nelle conclusioni istruttorie della Corte dei Conti

di Ferdinando Moliterni
POTENZA. Uno dei temi che risulta aver avuto particolare attenzione nelle conclusioni istruttorie della Corte dei Conti regionale finalizzate alla decisione di parificazione del bilancio generale della Regione Basilicata del 2016, in vista dell’udienza conclusiva, è quello della “Razionalizzazione e snellimento delle strutture burocratico-amministrative”.
Nel merito, stando a quanto scritto dal collegio dei revisori, i conti che proprio non tornano riguardano i costi sottesi alla spesa del personale dell’Ente controllato.
Iniziando da rilievi generali come il dato che «l’Ente non ha chiarito i termini secondo cui l’avvio del processo di razionalizzazione degli uffici abbia inciso “in concreto” sulla dinamica dei costi sottesi al comparto del personale dirigenziale, non dirigenziale ed assunto in forma flessibile» unitamente al «confermato trend in peggioramento della dinamica “aggregata” della spesa di personale» che «risultato generalizzato per tutti i dipartimenti», il collegio dei revisori entra minuziosamente nel dettaglio concludendo per la diagnosi che in Regione c’è bisogno di una cura principalmente per l’«eccesso del costo della dirigenza».
In generale il paradosso al quale è stata chiesta spiegazione agli uffici regionali è quello che vede possibile in Basilicata una invarianza, in alcui dipartimenti o Enti collegati, di personale, in alcuni casi persino una diminuzione dello stesso, la quale però invece che riflettersi in una decurtazione dei costi comporta un loro aumento.
«Risulta per tabulas – scrive il collegio dei revisori – , infatti, che la spesa complessivamente sostenuta per il personale “dirigente” risulta progressivamente aumentata, anziché diminuita, nel corso degli ultimi tre esercizi, e ciò anche nel caso in cui, come nell’esercizio 2016, il numero di dirigenti risulta diminuito (di 4 unità)». 
È questa una delle varie «anomalia» In quanto il costo medio sostenuto nel 2016, nonostante per l’appunto 4 dirigenti in meno, è passato dagli 84 milioni e 708 mila euro del 2015 ai 98 milioni e 877 mila del 2016.
Inoltre, dai documenti si evince come «un numero consistente di incarichi dirigenziali in posizione apicale di uffici strategici, nonostante fossero in scadenza naturale alla data del 30 giugno 2017 siano stati prorogati sino al 30 giugno 2019» senza che la Giunta regionale abbia fornito «alcuna motivazione, limitandosi ad asserire di aver aderito alle proposte dei dirigenti generali “valutata la necessità di garantire l’ordinario prosieguo delle attività”».
Per la Corte dei Conti quello della spesa del personale così come documentata dalla Regione è una vera «criticità strutturale» che si riscontra da diverse annualità. Viene citato in proposito, come esempio, la spesa per i contratti di collaborazione coordinata e continuativa del triennio 2013-2015, «che a fronte dalla riduzione in termini numerici dei contratti di collaborazione, che passano dalle 176 del 2014 alle 171 unità del 2015, la spesa sostenuta è risultata aumenta da 4,84 milioni di euro del 2014 a 5,80 milioni di euro nel 2015».
Lo strano caso delle sommatorie regionali, per cui pur non cambiando l’ordine dei fattori, leggasi unità personale, o in alcuni casi sottrandole persino, il risultato invece di non cambia dà un totale di costo maggiore.
Perchè, ad esempio, nel caso del personale della Giunta regionale prendendo in eseme i dirigenti «è emersa un’anomalia di fondo»: nell’esercizio 2016 il numero di dirigenti generali resta invariato rispetto all’esercizio 2015, sette, ma i costi aumentano passando da 900 mila euro a 936 mila mila euro. È avvenuta una «maggiorazione di costi ad invarianza di unità impiegate». Sempre per la Giunta, scorrendo le tabelle del faldone della Corte dei Conti, si come anche per il personale “contrattista a tempo indeterminato” il costo risulta aumentato , di oltre 60 mila euro, nell’esercizio 2016 rispetto agli esercizi precedenti nonostante «l’invarianza del numero di unità utilizzate (n. 6)». Tale anomalia è ancora più evidente per il collegio dei revisori in riferimento al rapporto numero dirigenti -costo complessivo sostenuto.
Nel 2016 il numero di dirigenti diminuisce di 4 unità, passando da 59 unità dell’anno precedente a 55, ma «il costo aumenta per il consistente importo di 504 mila e 169 euro» passando dai 4 milioni e 689 mila euro del 2015 ai 5 milioni e 193 mila euro dell’anno successivo.
Nel caso del Consiglio regionale le cose sono migliori. «Anche in questo caso – con riferimento al 2016 – l’aumento dei costi non appare giustificato da un corrispondente aumento del numero di unità utilizzate»

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