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Torna in primo piano la questione ITREC Trisaia di Rotondella (MT)

ACQUA CONTAMINATA IN MARE, SEQUESTRATE VASCHE E CONDOTTA DI SCARICO DELL’IMPIANTO ITREC DI ROTONDELLA Torna in primo piano la questione

ACQUA CONTAMINATA IN MARE, SEQUESTRATE VASCHE E CONDOTTA DI SCARICO DELL’IMPIANTO ITREC DI ROTONDELLA

Torna in primo piano la questione Itrec Trisaia di Rotondella.

La Procura della Repubblica di Potenza ha fatto eseguire, nella mattinata di venerdì 13 aprile, il sequestro di tre vasche di raccolta delle acque di falda e della condotta di scarico dell’impianto Itrec, con l’obiettivo di evitare che che continui lo scarico nel mare Jonio di acqua contaminata proveniente dall’impianto nucleare.

 

Il sequestro riguarda anche l’impianto “ex Magnox”, dismesso dagli anni Ottanta, che si trova nella stessa area.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, i reati ipotizzati nell’inchiesta sarebbero inquinamento ambientale, falsità ideologica, smaltimento e traffico illecito di rifiuti.

Le indagini sono partite dal “grave stato di inquinamento ambientale causato da sostanze chimiche e cancerogene”, come cromo esavalente e tricloroetilene, in cui si trova la falda acquifera sottostante il sito nucleare. Di conseguenza, “in via d’urgenza” la Procura di Potenza ha disposto il sequestro, eseguito dai Carabinieri del Noe.

Tuttavia l’inchiesta e il sequestro non impediranno lo smantellamento del sito, le cui operazioni potranno proseguire.
Sempre secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sarebbero almeno cinque.
L’indagine è cominciata lo scorso anno da parte della Procura di Matera: i fascicoli sono poi passati per competenza alla Procura distrettuale di Potenza.
Le sostanze chimiche scoperte dagli investigatori nella falda acquifera sono state utilizzate per il riprocessamento delle barre di uranio/torio: le acque così contaminate dovevano essere poi trattate prima di essere smaltite ma, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbero state invece sversate tal quale nel mar Jonio, senza subire alcun tipo di trattamento;  attraverso una condotta, “dopo aver percorso alcuni chilometri, si immettevano direttamente nel mare”.

Lo smantellamento dell’Itrec “obbligherà i responsabili dei siti {sotto la diretta vigilanza della Procura della Repubblica di Potenza} ad adottare le indispensabili misure a tutela dell’ambiente e della salute pubbliche che fino ad oggi non erano state prese”.

Per evitare che continui lo scarico nel mare Jonio di acqua contaminata proveniente dall’impianto nucleare Itrec di Rotondella (Matera), la Procura della Repubblica di Potenza ha fatto eseguire stamani il sequestro di tre vasche di raccolta delle acque di falda e della condotta di scarico.

I reati ipotizzati sono inquinamento ambientale, falsità ideologica, smaltimento illecito di rifiuti e traffico illecito di rifiuti. L’indagine è partita dal grave stato di inquinamento ambientale causato da sostanze chimiche pericolose (cromo esavalente e tricloroetilene) che sono state rilevate nella falda acquifera sottostante il sito Enea/Sogin. Tali sostanze erano state utilizzate per il trattamento (cosiddetto riprocessamento) delle barre di uranio/torio collocate nel sito Itrec (impianto di trattamento e riclassificazione elementi combustibili nucleari).
Il provvedimento non bloccherà le fasi di decommissioning del sito nucleare.

I COMMENTI a caldo della Politica

Cosimo Latronico
Cosimo Latronico (Noi con l’Italia) su sequestro vasche Itrec Rotondella

Ecco quanto dichiara l’ex parlamentare Cosimo Latronico (Noi con l’Italia).

“Le decisioni della Procura di Potenza di sequestrare le vasche e la condotta dell’impianto Itrec di Rotondella per un presunto rischio di inquinamento radioattivo del mare, al di là delle procedure giudiziarie, non possono restare senza conseguenze.

Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, deve immediatamente convocare le autorità preposte al monitoraggio ed al controllo ambientale, che sarebbero clamorosamente smentite dal rapporto dell’autorità giudiziaria, che sta provocando un allarme nazionale per l’impatto che le attività hanno su un distretto turistico di rilevanza nazionale”

“Tra le due l’una: o le autorità pubbliche hanno omesso di svolgere il loro ruolo ( ci riferiamo all’Apab, all’Ispra, Regione e Sogin etc) fornendo sistematica assicurazione sulla qualità delle acque e dell’ ambiente attorno al centro di Trisaia, oppure siamo di fronte ad un fronte di notizie il cui contenuto va subito chiarito.
In presenza di impianti sensibili come quello nucleare le popolazioni ed i tanti turisti che si apprestano a prenotare le loro vacanze hanno il diritto di conoscere la verità fino in fondo ”

I COMMENTI a caldo della Politica :

Paolo Castelluccio
Sequestro vasche ITREC Rotondella: Paolo Castelluccio, non bastano documenti e riunioni.

È il commento del consigliere regionale Paolo Castelluccio secondo il quale i reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Potenza che ha disposto il sequestro “destano ancora più allarme perché di fatto rafforzano le preoccupazioni che sono diffuse da anni sul pericolo che con la contaminazione della falda acquifera l’inquinamento si riversa in mare”.

 

“Non è più sufficiente ribadire la netta contrarietà all’individuazione sull’intero territorio regionale del Deposito nazionale di smaltimento delle scorie nucleari come è avvenuto di recente a seguito dell’incontro promosso dall’assessore regionale all’Ambiente Francesco Pietrantuono, e rivendicare periodicamente lo smantellamento dell’impianto Itrec di Rotondella, se poi dobbiamo assistere, impotenti, al sequestro delle vasche di raccolta delle acque di falda e della condotta di scarico dello stesso impianto”.

Aggiunge : “Per questo non è più tempo di documenti e né di riunioni del Tavolo della Trasparenza. Anche per la comunità di Rotondella e del Metapontino come per quelle della Val d’Agri è necessario fare chiarezza perché il ‘tavolo trasparenza sito scorie nucleari’ a lavoro già da tempo presso la Presidenza della Giunta regionale per monitorare la complessa e troppo lunga fase di smantellamento del deposito dei fusti radioattivi custoditi a Rotondella non può limitarsi ad incontri periodici e scientifici senza affrontare i problemi concreti e quotidiani che si ripercuotono direttamente sui cittadini e le attività produttive, in primo luogo quelle agricole.

Dice Paolo Castelluccio: “Non si sottovalutino i nuovi e pesanti effetti devastanti che si potrebbero scaricare sulle produzioni agricole di qualità dell’agro di Rotondella che già in passato ha subito penalizzazioni sino ad autentici ‘respingimenti’ dei mercati. Parliamo di albicocche, pesche, fragole, produzioni ortofrutticole di grande pregio. E purtroppo le indagini sul “grave stato di inquinamento ambientale causato da sostanze chimiche” – cromo esavalente e tricloroetilene, che sono cancerogene – si svolgono già da anni senza arrivare a conclusione. Per questo è inadeguato il comportamento dell’Arpab che si limita a fornire prescrizioni per mettere in sicurezza la “migrazione” del Cromo VI all’esterno dell’immobile Enea a Rotondella, mentre non ci sono più alibi e pretesti per procedere alla dismissione del serbatoio e della condotta del vecchio impianto Magnox, individuati verosimilmente come la fonte di contaminazione primaria.

Sottolinea Paolo Castelluccio: “La situazione denota quanto necessario sia intervenire, con tempestività, per evitare il propagarsi della contaminazione. Dunque, bisogna subito arrestare la migrazione delle sostanze inquinanti. Diverse ben oltre i limiti consentiti per legge. La vicenda ha toccato aspetti che richiedono la definizione dei compiti di controllo che chiamano in causa direttamente anche il Dipartimento Ambiente della Regione, il Governo regionale e quello nazionale perché ognuno faccia la sua parte e non si deleghi tutto alla magistratura”.

“Le decisioni della Procura di potenza di sequestrare le vasche e la condotta dell’impianto Itrec di Rotondella per un presunto rischio di inquinamento radioattivo del mare, al di là delle procedure giudiziarie, non possono restare senza conseguenze. Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, deve immediatamente convocare le autorità preposte al monitoraggio ed al controllo ambientale, che sarebbero clamorosamente smentite dal rapporto dell’autorità giudiziaria, che sta provocando un allarme nazionale per l’impatto che le attività hanno su un distretto turistico di rilevanza nazionale”. E’ quanto dichiara l’ex parlamentare Cosimo Latronico (Noi con l’Italia). “Tra le due l’una: o le autorità pubbliche hanno omesso di svolgere il loro ruolo ( ci riferiamo all’Apab, all’Ispra, Regione e Sogin etc) fornendo sistematica assicurazione sulla qualità delle acque e dell’ ambiente attorno al centro di Trisaia, oppure siamo di fronte ad un fronte di notizie il cui contenuto va subito chiarito. In presenza di impianti sensibili come quello nucleare le popolazioni ed i tanti turisti che si apprestano a prenotare le loro vacanze hanno il diritto di conoscere la verità fino in fondo ”

Sogin è la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.

Nucleare, Sogin: “Nessuna anomalia all’impianto Itrec Rotondella”
Ecco il riepilogo e una sintesi storica del monitoraggio delle acque di falda

“La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza ha oggi notificato anche a Sogin il Decreto di sequestro preventivo del bacino di raccolta acque dell’Itrec, costituito da tre vasche aperte allocate all’interno dell’area di proprietà Enea; la condotta di scarico a mare, entrambe in gestione a Sogin e il serbatoio interrato e relativa condotta in ex area Magnox, all’interno dell’impianto in area Enea, non in gestione a Sogin”

In una nota la Sogin spiega:

“Le strutture sequestrate in gestione a Sogin sono utilizzate, secondo quanto previsto nel Rapporto Finale di Sicurezza della Licenza di Esercizio, per emungere, convogliare e quindi scaricare l’acqua di falda soggiacente il sito per evitare che la stessa interferisca con le strutture dell’impianto”.

Continua il comunicato

“Con riferimento alle acque di falda, in ottemperanza alle prescrizioni contenute nella VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) del 24/03/2011, Sogin ha realizzato una estesa rete di monitoraggio ambientale convenzionale, che si è andata ad affiancare a quella relativa ai parametri radiologici attiva fin dall’avvio dell’esercizio dell’impianto”

Ribadisce la nota:

“Nel 2015 le analisi di laboratorio sui campioni d’acqua di falda hanno evidenziato in alcuni punti il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC) per alcuni parametri chimici, non radiologici (trielina, cromo esavalente, ferro, idrocarburi totali), rispetto ai valori massimi consentiti dalla normativa vigente.
Il 4 giugno 2015 Sogin, appena ricevuti i certificati di laboratorio relativi alla campagna di monitoraggio, ha immediatamente attivato le procedure previste dalla normativa (D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii) notificando, assieme ad Enea, agli Enti preposti (Prefettura di Matera, Regione Basilicata, ARPA Basilicata, Provincia di Matera e Comune di Rotondella) quanto riscontrato. A seguito di tale denuncia, Sogin ha fornito tutto il supporto necessario, procedendo al piano di caratterizzazione finalizzato all’effettuazione dell’analisi di rischio. Quest’ultima, approvata il 10 aprile 2018 dalla Conferenza di Servizi e in attesa dell’ultimo parere dell’Ente provinciale, ha individuato come probabile fonte primaria di contaminazione una sorgente esterna al perimetro delle attivita’ di Sogin. Si è in attesa delle determinazioni per procedere all’avvio delle attività di bonifica”. 

Conclude la Nota della SOGIN
“Fin dal 2015, sia nell’ambito della Conferenza di Servizi che in occasione degli incontri istituzionali sul territorio, Sogin ha costantemente manifestato la piena disponibilità ad adempiere a tutte le prescrizioni impartite dagli Enti competenti. Sogin, istituzionalmente impegnata nel garantire la sicurezza dei lavoratori, delle popolazioni e dell’ambiente, confermando piena fiducia e collaborazione con l’Autorità giudiziaria, ribadisce che: non si è verificata alcuna anomalia legata alla radioattività; gli scarichi delle acque sono effettuati in conformità con la formula di scarico; e non vi è alcun pericolo per i lavoratori, la popolazione e l’ambiente”.

Domenico Leccese

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