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Rientro in atmosfera di Tiangong 1 per il nostro Paese si parla della zona dall’Emilia-Romagna in giù

Il Sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro : #Rubiera #PalazzoCeleste Com’è noto la Protezione Civile ha trasmesso un preavviso riguardante il

Il Sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro : #Rubiera #PalazzoCeleste

Com’è noto la Protezione Civile ha trasmesso un preavviso riguardante il rientro in atmosfera di Tiangong 1, stazione spaziale cinese di cui hanno perso il controllo.

La “caduta a terra” è prevista verso Pasqua.

Per la verità l’area interessata è leggermente vasta e comprende parte di territorio di Stati Uniti, Brasile, India, Cina e Italia.

Per il nostro Paese si parla della zona dall’Emilia-Romagna in giù.

Ora, posto che naturalmente il mondo sta tenendo d’occhio la faccenda e che mano a mano si capirà meglio se arriverà davvero qualcosa a terra e dove, segnalo solo che nel nostro piano di protezione civile l’evento è previsto.

Sembrano raccomandazioni un po’ da film di fantascienza, ma in realtà sono oggettive.

Al contrario di quanto accade al cinema, però, non c’è nessun eroe che si reca in loco a polverizzare l’oggetto volante e gli scongiuri paiono la cosa più scientificamente sensata da fare, in termini di calcolo di probabilità.

Certo è che quello che l’uomo butta da qualche parte, che sia spazzatura o spazzatura spaziale, prima o poi gli ritorna indietro.”

Qui le comunicazioni della Protezione Civile.

I dettagli dell’operazione

Si chiama Palazzo Celeste, un nome che nasce dalla traduzione dal mandarino della parola Tiangong, ed è la prima stazione spaziale cinese lanciata dal centro di Jiuquan il 30 settembre 2011 che sta rientrando nell’atmosfera.

Il ritorno sarebbe dovuto avvenire nell’Oceano Pacifico, ma nel marzo 2016 è iniziata una lenta e progressiva discesa della stazione in modo incontrollato. Il ritorno sulla Terra della Tiangong 1 è comunque monitorato da diversi sensori di osservazione nel suo percorso orbitale che registrano la posizione ed il tasso di decadimento

A causa della complessità dell’interazione fra la stazione spaziale e l’atmosfera terrestre, solo nelle ultimissime fasi del rientro si potranno definire meglio la data e le parti del globo terrestre coinvolte.

Tiangong 1 è stata pensata come laboratorio e stazione sperimentale per l’attracco di varie navette Shenzhou, che effettivamente l’hanno visitata tre volte, due delle quali in missioni “abitate dagli astronauti”.

La massa complessiva al lancio di 8500 kg., incluso il propellente, si è progressivamente ridotta in quanto la vita operativa pianificata inizialmente in due anni è stata ampiamente superata e una gran quantità di carburante è stato consumato per sostenere l’orbita e le condizioni di abitabilità all’interno del modulo. Si stima che la parte di propellente residuo che avrebbe permesso il previsto rientro controllato nell’Oceano Pacifico sia ancora a bordo.

Gli eventuali frammenti della Tiangong 1 che resisteranno all’attrito con l’atmosfera cadranno nella zona all’interno della fascia -44°S e +44°N di latitudine. L’area è molto ampia e costituita in gran parte da oceani e deserti, ma il raggio di impatto include anche zone di Stati Uniti, Brasile, India, Cina e Italia.

La parte d’Italia interessata è quella centro-meridionale, che parte più o meno dall’Emilia Romagna e va verso il sud.

L’Italia è coinvolta nel monitoraggio attraverso l’Agenzia spaziale italiana (Asi).

Il compito di Asi è tenere sotto controllo attraverso radar e telescopi il decadimento della stazione e per far questo ha coinvolto il proprio Centro di Geodesia Spaziale di Matera.

Domenico Leccese

 

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