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La stazione spaziale cinese Tiangong (palazzo dei cieli) è stata lanciata nello spazio dalla Cina nel 2011

La stazione spaziale cinese sta per precipitare sulla terra Gli scienziati hanno avvertito della nuova minaccia spaziale e nessuno è

La stazione spaziale cinese sta per precipitare sulla terra

Gli scienziati hanno avvertito della nuova minaccia spaziale e nessuno è in grado di dire quando e dove precipiterà esattamente. Dove potrà precipitare cadere l’apparato spaziale da otto tonnellate? Ce ne parla Ivan Yakunin.

La stazione spaziale cinese Tiangong (palazzo dei cieli) è stata lanciata nello spazio dalla Cina nel 2011.

Non ci sono stati astronauti ma è stato più che altro un tentativo per incrementare il prestigio del paese, presentando al pubblico mondiale il proprio apparato spaziale costantemente in orbita.
Pochi anni dopo il lancio è stato perso il controllo della stazione spaziale, ma i cinesi non si sono preoccupati troppo visto che nel frattempo ne avevano già lanciata un altra. La prima ora galleggia senza controllo nell’atmosfera superiore della Terra ed è prossima a precipitare.
Tra coloro che cercano di fare qualche previsione sulla base spaziale c’è il redattore ricercatore del giornale Novosti Kosmonavtiki, Igor Lisov.
“Sapremo di più poche ore dopo l’inizio della caduta, perché l’atmosfera superiore è una cosa complicata, la sua densità dipende dal sole, dalle stagioni e da molti altri parametri. Quindi nella previsione precedente l’atmosfera era più densa, quindi di conseguenza sarà più frenata dall’atmosfera”.
Secondo le stime di Aerospace Corporation, autorevole organizzazione americana, la TianGong-1 si schianterà sulla Terra intorno al 1 aprile, più o meno in quattro giorni. Potrà precipitare oltre negli oceani e in zone disabitate anche nei pressi di New York, Barcellona, Roma, Sochi e Vladivostok.
Roskosmos in onda su Kommersand FM non è stata in grado di dichiarare se ci siano minacce per le città russe. Per ora è evidente solo una cosa: se cadrà di notte assisteremo allo spettacolo incredibile della caduta dei detriti della stazione.

Si separerà in molti pezzi e cadrà in uno sciame di singoli frammenti. Abbiamo visto lo stesso quando lo shuttle americano si bruciò nell’atmosfera.

“Gli oggetti così grandi all’interno sono praticamente vuoti, quindi anche nell’atmosfera superiore cominciano a dividersi in frammenti, e solo le parti più dense continuano a precipitare. Come se un gruppo di meteore precipitasse in modo piuttosto spettacolare”

L’intera stazione TianGong-1 pesa circa otto tonnellate. Ciò significa che non può bruciare completamente nell’atmosfera, alcuni frammenti raggiungeranno la superficie terrestre.

Sicuramente dopo che i frammenti raggiungeranno la Terra inizierà la caccia dei collezionisti. Eppure, questa è la prima stazione spaziale cinese si potrebbe dire, il fiore all’occhiello dell’intera industria del paese. È anche preziosa perché i frammenti di oggetti spaziali sono estremamente difficili da trovare, dice il collezionista di artefatti spaziale Gennady Pliskin. Nella sua memoria c’è solo un caso: “Nel 1961, OKB-1 lanciò una stazione spaziale su Venere. Scomparve negli oceani si pensava e un paio di anni dopo il ragazzo, facendo il bagno negli affluenti di Biryusa in Siberia si ferì la gamba con un pezzo di ferro. In questa stazione fu installato uno stemma perché si contava che la stazione stessa avrebbe bruciato nell’atmosfera di Venere portando con se lo stemma sulla superficie venusiana. Lo stemma però raggiunse la superficie terrestre. Ma questo è un caso unico”.
Valutare il costo dei frammenti è difficile, bisogna vedere la dimensione del frammento, e più in generale bisogna prima trovarlo. Ma gli utenti dei social network sono più preoccupati alla propria sopravvivenza.

Gli scienziati rispondono a questo: ci sono più di 1.500 satelliti in orbita, due terzi dei quali fuori controllo. Circa una volta ogni due mesi qualcosa cade, finora non ci sono stati morti.

Il portale Wired UK ha stimato che la probabilità di morire a causa della caduta della TianGong-1 è un milione di volte inferiore rispetto a quella di vincere la lotteria.

La stazione spaziale cinese sta per cadere sulla Terra. Ma dove?
Non si sa di preciso quando la stazione spaziale cinese, ora deserta, tornerà a Terra. Né dove cadrà. C’è da preoccuparsi?

Tiangong-1, letteralmente “Palazzo Celeste” in cinese, sta lentamente precipitando verso la Terra .

Lanciata nel 2011, orbita a circa 350 chilometri d’altezza, leggermente più in basso della Stazione Spaziale Internazionale, che si trova a 400 chilometri. Due pannelli solari alimentano la prima stazione spaziale cinese, che pesa poco più di 8 tonnellate, è lunga una decina di metri ed è composta da un ambiente per gli astronauti e da un modulo di servizio che contiene i serbatoi di propellente e i motori.

La vita operativa della Tiangong-1 era di circa due anni e, in questo lasso di tempo, si sono succedute alcune missioni, sia automatiche che con equipaggio. Per primo è arrivato un veicolo automatico di rifornimento (Shenzhou 8), seguito dalla capsula Shenzhou 9, attraccata nel 2012, con un equipaggio di tre persone che comprendeva anche la prima donna cinese nello spazio. Una seconda missione con equipaggio – la Shenzhou 10 – ha avuto luogo l’anno successivo. Dopo quest’ultima, la stazione Tiangong-1 è rimasta deserta anche se gli esperimenti a bordo hanno continuato a funzionare e i dati raccolti hanno permesso di monitorare le condizioni degli oceani e delle aree verdi del pianeta, contribuendo anche a definire le zone più colpite durante l’alluvione della città cinese di Yuyao.

Ma anche quest’attività di monitoraggio è cessata verso la fine del 2016, quando l’agenzia spaziale cinese ha messo in orbita la sua seconda stazione spaziale, la Tiangong-2 , progettata per mettere a punto nuove tecnologie spaziali, tra cui il rifornimento automatico di propellente.

Da allora il destino della Tiangong-1  è apparso quanto mai incerto e si sono rincorse voci di una sua possibile caduta sulla Terra.

Due anni dopo, c’è stata una sorta di conferma da parte dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio Esterno (UNOOSA) che ha riportato una notifica da parte della Cina sul futuro rientro della Tiangong-1.  Al momento, però, non è ancora chiaro quando la stazione spaziale tornerà a terra né se i cinesi avranno il pieno controllo della traiettoria di rientro.

Non è la prima volta che un oggetto di  dimensioni ragguardevoli precipita sulla Terra; ad esempio la Mir russa è rientrata in modo controllato, distruggendosi all’impatto con l’atmosfera  terrestre. Ancora prima c’era stato il caso dello Skylab americano che aveva compiuto un rientro incontrollato nel 1979, con alcuni pezzi che erano caduti in una zona poco popolate dell’Australia.

Il controllo dei dati orbitali mostra che la Tiangong-1 sta lentamente calando di quota e si trova attualmente a circa 300 chilometri (50 km più in basso dell’orbita iniziale). Secondo i tecnici occidentali, la stazione cinese potrebbe rientrare sulla Terra tra la fine di marzo e la prima settimana di aprile, anche se nessuno è in grado di fornire una data definitiva e, ancor meno, di prevedere dove potrebbe avvenire l’eventuale impatto.

In caso di una caduta non controllata, c’è la possibilità che qualche detrito della Tiangong-1 possa sopravvivere al rientro in atmosfera e colpire il terreno. L’orbita della stazione spaziale cinese passa sopra la maggior parte delle terre emerse, con l’esclusione delle latitudini vicine alle regioni polari.

Tuttavia, non c’è ragione di preoccuparsi:  due terzi del pianeta sono coperti dall’acqua, e la probabilità di un impatto in un’area popolata è davvero molto bassa…

Il rientro incontrollato della stazione spaziale cinese Tiangong1 nell’atmosfera “potrebbe interessare il territorio nazionale” e l’eventuale caduta di frammenti potrebbe avvenire nei giorni di Pasqua, “tra il 28marzo e il 4aprile” e riguardare “le Regioni a sud dell’Emilia-Romagna”.

È quanto si legge in una circolare diffusa oggi dalla Protezione civile a tutti i ministeri e alle Regioni.

 

“La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo potranno essere definite con maggiore precisione nelle 36 ore precedenti il rientro”, si legge nel documento, che sottolinea come l’organizzazione e l’interpretazione dei dati sia compito dell’Agenzia Spaziale Italia, che “curerà la fase di organizzazione e interpretazione dei dati avvalendosi del supporto di altri Enti, nazionali e internazionali”.

#sapevatelo2018

Rientro sulla Terra della stazione spaziale cinese Tiangong 1

La stazione spaziale Tiangong 1 è il primo modulo sperimentale cinese ed è stata lanciata nel 2011 dal centro spaziale di Jiuquan nel deserto di Gobi, fino a raggiungere, con un’inclinazione orbitale di 42.78 gradi sull’equatore, un’altezza di apogeo (il punto più distante dalla Terra) di 344 km e una di perigeo (il punto più vicino alla Terra) di 197 km.

Da marzo 2016 ha iniziato una lenta e progressiva discesa sulla Terra che si concluderà in una finestra temporale che si apre il 28 marzo e si chiude il 4 aprile 2018.

I dettagli dell’operazione

Si chiama Palazzo Celeste, un nome che nasce dalla traduzione dal mandarino della parola Tiangong, ed è la prima stazione spaziale cinese lanciata dal centro di Jiuquan il 30 settembre 2011 che sta rientrando nell’atmosfera.

Il ritorno sarebbe dovuto avvenire nell’Oceano Pacifico, ma nel marzo 2016 è iniziata una lenta e progressiva discesa della stazione in modo incontrollato.

Il ritorno sulla Terra della Tiangong 1 è comunque monitorato da diversi sensori di osservazione nel suo percorso orbitale che registrano la posizione ed il tasso di decadimento

A causa della complessità dell’interazione fra la stazione spaziale e l’atmosfera terrestre, solo nelle ultimissime fasi del rientro si potranno definire meglio la data e le parti del globo terrestre coinvolte.

Tiangong 1 è stata pensata come laboratorio e stazione sperimentale per l’attracco di varie navette Shenzhou, che effettivamente l’hanno visitata tre volte, due delle quali in missioni “abitate dagli astronauti”.

La massa complessiva al lancio di 8500 kg., incluso il propellente, si è progressivamente ridotta in quanto la vita operativa pianificata inizialmente in due anni è stata ampiamente superata e una gran quantità di carburante è stato consumato per sostenere l’orbita e le condizioni di abitabilità all’interno del modulo. Si stima che la parte di propellente residuo che avrebbe permesso il previsto rientro controllato nell’Oceano Pacifico sia ancora a bordo.

Gli eventuali frammenti della Tiangong 1 che resisteranno all’attrito con l’atmosfera cadranno nella zona all’interno della fascia -44°S e +44°N di latitudine. L’area è molto ampia e costituita in gran parte da oceani e deserti, ma il raggio di impatto include anche zone di Stati Uniti, Brasile, India, Cina e Italia.

La parte d’Italia interessata è quella centro-meridionale, che parte più o meno dall’Emilia Romagna e va verso il sud.

L’Italia è coinvolta nel monitoraggio attraverso l’Agenzia spaziale italiana (Asi). Il compito di Asi è tenere sotto controllo attraverso radar e telescopi il decadimento della stazione e per far questo ha coinvolto il proprio Centro di Geodesia Spaziale di Matera.

Norme di autoprotezione

Ricordiamo che eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari.

Pertanto non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi.

Tuttavia, sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, è possibile fornire, pur nell’incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all’impatto:

  • è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti.

Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;

  • i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
  • all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
  • è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto;
  • alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina. Si consiglia, in linea generale, che chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a un distanza di almeno 20 metri, dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.

Caratteristiche tecniche della stazione

Il modulo pesa circa 7600 kg, è lungo 10,5 metri con diametro massimo pari a 3,4 metri ed è provvisto di due ali solari.

Il satellite contiene una quantità stimata di 350 kg di propellente, 120 Kg di MMH e 230 kg di N204, in quattro contenitori da 230 litri l’uno e può rappresentare un rischio chimico di contaminazione al suolo, anche se non risultano sostanze radioattive.

Il modulo Tiangong 1 della stazione spaziale è formato da un sotto-modulo di servizio di 2,5 metri di diametro che fornisce potenza, tramite due pannelli solari di 3×7 metri, controlla assetto e orbita e gestisce le comunicazioni.

E’ presente anche un sotto-modulo della stessa lunghezza ma di maggior diametro, misura infatti 3,4 metri, per condurre gli esperimenti e che ha nella sezione conica frontale un dispositivo per l’attracco con le navicelle Shenzhou.


Domenico Leccese

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