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Con la Dott.ssa URSULA FRANCO analisi del caso RENATA RAPPOSELLI

Renata Rapposelli è scomparsa il 9 ottobre 2017 dopo una visita all’ex marito e al figlio a Giulianova (Teramo), un

Renata Rapposelli è scomparsa il 9 ottobre 2017 dopo una visita all’ex marito e al figlio a Giulianova (Teramo), un suo amico, tale Tonino Beccacece, ne ha denunciato la scomparsa alla questura di Cingoli il 16 ottobre 2017.
Renata Rapposelli
Ercole Rocchetti ha intervistato il figlio di Renata, Simone Santoleri, il 28 ottobre 2017
Simone e suo padre Giuseppe sono indagati per omicidio e occultamento di cadavere.
Il corpo della Rapposelli è stato ritrovato per caso, il 12 novembre 2017, nel comune di Tolentino (Macerata), a pochi metri dal fiume Chienti da un automobilista.
Simone Santoleri racconta a Rocchetti ciò che, a suo dire, gli avrebbe riferito il padre Giuseppe: “(…) l’ho porta… voleva andare a Loreto, voleva andare a pregare, l’ho lasciata… però no che prega’, tu… tutto il viaggio mi ha chiesto i soldi, i soldi, i soldi e l’ho lasciata lungo la strada del santuario, dico: Come lungo la strada del santuario? Sì, no ma fa…mm non c’avevo manco voglia di arriva’ fino a su perché m’ha fatto arrabbia’ che voleva ‘sti soldi, sempre i soldi, i soldi, i soldi, l’ho lasciata circa 2, 3 chilometri dal santuario, ho rigirato la macchina e sono tornato a casa, basta non la voglio sentire più!”. Mettendo in bocca a suo padre per 7 volte la parola “soldi”, Simone ci fa capire che “i soldi” sono per lui un problema.
Simone Santoleri: “Ho saputo dove viveva… la via di do… il nome della via di dove viveva daa… dal mio avvocato quando mi ha fatto vede’ gli atti del mantenimento”. Simone parla di sua madre al passato, non dice “Ho saputo dove vive” ma per due volte ripete “dove viveva”, facendoci intuire che per lui è morta.
Simone Santoleri: “(…) cioè mia madre è stata una bigotta proprio a livelli…”.
Simone parla di sua madre al passato, non dice “mia madre è una bigotta” ma “mia madre è stata una bigotta“, facendoci intuire che per lui è morta.
Ercole Rocchetti: Cosa pensi sia successo quel giorno? Può essere addirittura che si sia arrabbiato, le abbia fatto del male?
E’ sbagliato fare due domande di seguito perché un intervistato sceglie a quale rispondere, la prima domanda da sola sarebbe stata la domanda ideale.
Simone Santoleri: “No, è impossibile ehm è una persona troppo… troppo buona… cioè mi… non mi vengono altri termini, oltre tutto, perdonatemi, visto che stiamo entrando, mamma a livello di peso, pesa tre volte papà, cioè io vorrei… con una mano oltretutto disabile papà eh… papà c’ha la mano sinistra che è completamente in disuso cioè riesce a muovere soltanto… non ha più la muscolatura della mano sinistra, quindi… sarebbe la famosa formica contro un elefante, scusate il termine ma è quello”.
Simone invita i suoi interlocutori a perdonarlo con un “perdonatemi”, evidentemente ha qualcosa da farsi perdonare, una red flag. E poi parla di un cadavere da spostare, un’altra red flag.
Ercole Rocchetti: Non c’è stato neanche un attimo di piacere nel vederla?
Simone Santoleri: “Se fosse entrata, m’avesse detto: Come stai? se s… se si fosse comportata una volta, una, come una madre, come una mamma…. ma tanto era inutile, era inutile. Gli ho detto a papà: Prova, che ti devo di’, vuoi parlarci? Parlaci ma tanto… io lo ripeto sono stato in cucina, ve lo posso assicurare, io sono entrato in cucina, non li ho neanche voluti… li ascoltavo ma non li ascoltavo con un orecchio sì e un orecchio no perché ero sempre li con la speranza che lei, che lei si comportasse da mamma, si comportasse da madre”.
Simone è credibile e visibilmente commosso.
La madre il 9 ottobre 2017 l’ha deluso ancora una volta, evidentemente il Santoleri ancora sperava in un qualche gesto d’affetto da parte della Raposelli.
Simone Santoleri: “(…) spero che torni, spero che torni, spero che si rifaccia viva, soprattutto spero che non è successo niente nonostante (incomprensibile), ma adesso questo lo sta dicendo perché… no, no, perché… perché ss è assurdo dirlo ma… ma ci sto male, cioè tu dici: Ma con tutto quello che hai fatto?… non l’hai sentita e tutto”.
Il fatto che, in un caso di scomparsa, un sospettato usi la frase si “spero che si rifaccia viva” è una red flag.
Tra l’altro Santoleri non dice “spero che si faccia viva” ma “spero che si rifaccia viva”, nel senso che resusciti. “Ma con tutto quello che hai fatto?”, a che cosa si riferisce Simone con quel “tutto” che ripete due volte? Simone si riferisce a qualcosa che ha fatto e non a ciò che non ha fatto, come non sentire sua madre, come vuol far credere.
Aggiungendo “non l’hai sentita” il Santoleri cerca di mettere una toppa a ciò che possiamo considerare una confessione tra le righe (embedded confession).
Simone Santoleri: “(…) siccome avevo ricevuto la chiamata dei carabinieri che mi avvisavano di questa scomparsa (…)”. Simone inaspettatamente non dice “della scomparsa di mia madre” ma “di questa scomparsa”, usa il termine “questa” per prenderne le distanze, un termine che ci illumina sullo stato dei loro rapporti.
Simone Santoleri: “Ero qui… stavo qui chiamano… chiama il numero di telefono è un numero strano 0733 che è il prefisso di… 071 è Ancona quindi 07 è le Marche, qua intorno è sempre le Marche: eh che cazzo di numero è? Pronto, pronto! Buongiorno sono il maresciallo della caserma di Cingoli, mi viene Chienti, non so perché, ma invece è Cingoli, fa: Qui si è presentato un signore che ha sporto denuncia per la probabile scomparsa della signora Renata Raposelli, la conosce? E’ mia madre!”.
Nel racconto di Simone si percepisce una sottile vena di ironia che appare fuori luogo. Incredibilmente Simone cita il Chienti, questo due settimane prima che a pochi metri dal fiume Chienti venisse ritrovato il cadavere della Rapposelli.
Il 1 novembre 2017 Simone Santoleri risponde ad una domanda della conduttrice di Chi l’ha visto in diretta
Federica Sciarelli: Simone, visto che sei così disponibile, visto che sei così disponibile, come dici te, tagliamo la testa al toro, tu non hai fatto male a tua mamma? Non solo le domande dirette sono da evitare ma lo sono in specie quelle costruite per suggerire all’intervistato una risposta negativa. Simone Santoleri:… “(gasp gasp) Non… allora innanzitutto sarebbe incredibile capire poi come ehm cioè… io la… la casa praticamente l’ho presa, l’ho comprata, è mia, quindi sinceramente io della pensione di papà, a me non mi interessa, quindi sono delle situazioni, sinceramente no, se vi posso assicurare per certo che ci sono delle situazioni completamente diverse cioè nel senso io ho vissuto da solo per una vita e quindi io, anzi spessissimo ho detto a papà se vuoi tornare su con mamma ti riprendi tutte le cose tue e ritorni su con mamma oppure se vuoi andare a vivere per i fatti tuoi prendi e vai io non mai costretto papà a stare qui anzi papà mi è stato mandato diciamo mi è stato portato qui perché papà viveva già per strada e quindi è stato lui a venir qui quindi…”
Simone aspetta circa 5 secondi prima di emettere suoni.
Il tempo di latenza tra la fine della domanda e la prima reazione di Santoleri è abnormemente lungo e prova che la domanda è sensitiva. Simone avrebbe dovuto rispondere con un “Sì” o con un “No” e invece ha risposto con un “Non” cui ha fatto seguire un’infinità di parole prima di accennare ad una negazione non credibile affogata tra altre parole.
Simone Santoleri non è in grado di negare in modo credibile di aver fatto del male a sua madre, non dice “No” o “No, io non ho fatto del male a mia madre” ma si esibisce in una lunga tirata oratoria durante la quale solo dopo 39 parole accenna un “sinceramente no”, dove l’avverbio “sinceramente” indebolisce il tentativo di negare un suo coinvolgimento nella scomparsa della madre.
Santoleri cerca ripetutamente di convincere il proprio interlocutore della bontà delle proprie affermazioni dicendo “sinceramente io della pensione di papà” e “se vi posso assicurare per certo” ma non fa che indebolirle.
A metà risposta la Sciarelli prova ad interrompere Simone ma lui continua a parlare e le due voci s sovrappongono
Federica Sciarelli: Quindi ti sei fatto carico di tuo papà, giusto? ti sei… ti sei fatto carico di tuo papà, sei tu che lavori, sei tu che fai tutto, che badi alla casa.
Simone Santoleri: “… per quanto riguarda fare del male a mia madre sinceramente” Ancora un “sinceramente” che indebolisce ciò che Simone sta dicendo. Simone
Santoleri: “Sì, esattamente… io fare… mi è stato chiesto se mi… mi avete chiesto se ho fatto del male a mia madre, non ne avrei modo, nel senso non avrei motivo ecco, non avrei motivo in quanto ho una certa posizione adesso quindi se… quando ero ragazzo, magari con quelle insofferenze che avrei passato in precedenza, ma adesso c’ho 43 anni, quindi è molto diversa la cosa molto molto diversa vi posso assicurare e comunque ripeto e comunque, mi scusi, ripeto, volevo solo chiedere, chiarire questa a 43 anni sarà un po’ l’età, sarà la maturità maa non sono più un ragazzino, diciamo, quindi per l’amor di Dio e mamma sarà stata anche diciamo… (Simone viene inspiegabilmente nuovamente interrotto) Simone non nega in modo credibile ma cerca di convincere il suo interlocutore che oggi non “avrebbe” motivo di uccidere la madre, non che non “aveva” motivo all’epoca dei fatti.
Con “vi posso assicurare” e “per l’amor di Dio” Santoleri continua ad indebolire le proprie affermazioni tra le quali peraltro non è presente alcuna negazione credibile.
Simone Santoleri avrebbe potuto negare rispondendo alla Sciarelli semplicemente con un “No!” e invece si esibito in una tirata oratoria di 246 parole senza mai negare.
Simone Santoleri: “Io veramente mi credete io ho… ho mi sono messo subito a disposizione immediatamente quindi considerate che il 16 ho avuto l’informazione dai carabinieri e lo stesso giorno sono stato subito chiamato diciamo aaa a fornire informazioni proprio a vo… a un canale rai quindi immediatamente dopo cioè praticamente mi sono subito dato ho dato subito immediatamente disposizione per questo (…) Allora io sono stato io so… io sono stato chiamato come persona informata sui fatti immediatamente come persona informata sui fatti e ho lasciato la mia deposizione in caserma Giulianova immediatamente… inoltre, inoltre io ho messo subito, ho detto subito di sì a qualunque trasmissione a qualunque canale che potesse, diciamo, darci una mano quindi non ho mai negato a nessuno la possibilità di entrare qui in casa e di chiedere informazioni”.
Santoleri prova a corazzarsi con un’infinità di avverbi nel tentativo di convincere il suo interlocutore di essere estraneo ai fatti e invece ottiene l’effetto opposto.

Domenico Leccese

 

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