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IL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI BOLOGNA esprime solidarietà alla praticante avvocato Asmae Belfakir

COMUNICATO STAMPA DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI BOLOGNA   in relazione all’episodio avvenuto questa mattina al T.A.R. Emilia-Romagna, sede

COMUNICATO STAMPA DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI BOLOGNA

 

in relazione all’episodio avvenuto questa mattina al T.A.R. Emilia-Romagna, sede di Bologna, nel corso del quale il Presidente della II Sezione dott. Giancarlo Mozzarelli, nel corso di un’udienza, ha invitato una praticante avvocato a togliersi il velo islamico che le copriva il capo,

 

 

 

IL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI BOLOGNA

rileva che
– nel nostro ordinamento convivono normative contrastanti sulla possibilità, o meno, di assistere a un’udienza con il capo coperto: per il processo civile, ciò è espressamente escluso dall’art. 129 c.p.c. mentre analogo divieto non è previsto nè per il processo penale, all’art. 471 c.p.p., né per il processo amministrativo, all’art. 12 dell’allegato 2 al c.p.a.;
– se da una parte appare certamente opportuno che il legislatore detti una normativa aggiornata e comune in materia, per rispondere alle mutate esigenze della società, da altra parte è comunque ineludibile il rispetto del principio di libertà religiosa dettato dall’art. 19 della Costituzione;
– il Consiglio Superiore della Magistratura, interessato – per la magistratura ordinaria – dopo un identico caso avvenuto al Tribunale di Torino, nel 2012 ha approvato una delibera con la quale ha stabilito che, ”fermo restando che spetta al giudice la direzione dell’udienza e l’applicazione delle relative norme, nell’esercizio dei poteri di direzione e di organizzazione dell’udienza deve essere garantito il pieno rispetto di quelle condotte che – senza recare turbamento al regolare e corretto svolgimento dell’udienza – costituiscono legittimo esercizio del diritto di professare la propria religione, anche uniformandosi ai precetti che riguardano l’abbigliamento ed altri segni esteriori”;
– richiamando l’applicazione di una norma prevista unicamente per il processo civile (anche mediante sua affissione fuori dall’aula d’udienza) e non anche per il processo amministrativo (nel quale anzi vige una norma che analogo divieto non prevede), si sono travalicati i limiti fissati dall’ordinamento con le regole relative alla conduzione dell’udienza, invocando l’osservanza di una norma non applicabile al processo amministrativo e, quindi, provocando l’allontanamento della praticante avvocato dall’udienza;
– la richiesta di togliere il velo – come è stato riportato – per generiche ragioni di “rispetto della nostra cultura e delle nostre tradizioni” e quindi disancorata dal richiamo a una specifica normativa, è fatto ancora più grave, dovendo i magistrati applicare esclusivamente la legge e rigorosamente astenersi da personali valutazioni di opportunità di natura sociale o religiosa;
– in forza di quanto sopra, questo Consiglio dell’Ordine esprime solidarietà alla praticante avvocato Asmae Belfakir e all’Ordine Forense di appartenenza, denunciando l’episodio come illegittimo, gravemente discriminatorio, limitativo dell’esercizio professionale nonchè lesivo della dignità del singolo professionista e dell’intera comunità forense.

Bologna, 17 gennaio 2018
il Presidente
avv. Giovanni Berti Arnoaldi Veli

Domenico Leccese

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