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GARANTE IMPEACHMENT

POTENZA. Ci si può ufficialmente riferire al caso Giuliano come all’impeachment Garante. La questione se fosse o meno opportunito che

POTENZA. Ci si può ufficialmente riferire al caso Giuliano come all’impeachment Garante. La questione se fosse o meno opportunito che l’ufficio regionale monocratico a tutela dei diritti per l’infanzia continui ancora a essere rappresentato da Giuliano è approdato è approdata al Consiglio regionale. Benchè il tema non fosse all’ordine del giorno, l’Assemblea ne ha comunque parlato. Il presidente Mollica ha comunicato di aver aperto la procedura volta alla verifica del rispetto delle normative e contestualmente dei presupposti di legge che consentano l’idoneità per Giuliano di proseguire il suo mandato. Se così non fosse, scatterà automaticamente l’esautorazione. La vicenda attiene sostanzialmente a due profili di compatibilità. Il primo dei quali è relativo all’indipendenza del Garante dalla Giunta e dal Consiglio regionale, e dagli altri organi istituzionali lucani, soprattutto alla base dei contributi pubblici erogati (vedi pagina a lato) per l’acquisto copie del libro che ha firmato come autore: “Il riscatto di un popolo in maschera. Storia del Carnevale dell’Appennino Lucano”. La legge regionale che disciplina l’ufficio rappresentato da Giuliano, prevede che : «Il Garante svolge la propria attività in piena autonomia e con indipendenza di giudizio e valutazione». La consequenziale domanda è: può Giuliano essere terzo e controllore rispetto ai suoi controllati da cui ha ricevuto dei finanziamenti? Il principio su cui si fonda il secondo profilo di responsabilità è quasi lo stesso già descritto, ma l’ambito di interesse è diverso. Riguarda, pertanto, l’estraneità del Garante da qualsiasi forma di attività politica. Vi è di più. Perchè la legge regionale va oltre e prescrive che il predetto incarico è, inoltre, incompatibile con qualunque impiego pubblico o privato, attività professionale o imprenditoriale. Nel caso di specie è l’attività politica il vero vulnus che farà pendere la decisione per la ricoferma o la decadenza. Il “Roma” ha documentato su entrambe le questioni. Riguardo a coinvolgimenti politici, restando ai più recenti avvenimenti, basta citare l’amministrazione dei profili social di “Liberi e forti di Basilicata”. Giuliano ha negato l’appartenenza ma le immagini dicono tutt’altro. Al due dicembre ha postato come amministratore, per pubblicizzare la band del figlio. Solo dopo il passaggio di consegne a Fabbrizio, persona a lui vicina e facente parte del gruppo da 5 anni (vedi foto). Il Consiglio regionale, svoltosi ieri, ha portato nuovi aggiornamenti. Lo avevano promesso e l’hanno fatto. I consiglieri regionali Giannino Romaniello (Mdp) e Vito Santarsiero (Pd) hanno preso la parola in aula per denunciare il caso Giuliano.«Leggo a caratteri cubitali “Garanzia da Garante – ha esordito nel suo intervento Romaniello citando la prima pagina de il “Roma” -, e l’intera vicenda merita un’attenta analisi alla quale, in qualità di rappresentati dei cittadini lucani, non possiamo sottrarci». «Ci sono ormai – ha proseguito Romaniello – una serie di fatti ed eventi pregressi che con difficoltà consentono di affermare che il Garente sia super partes. Il problema è politico e bisogna ristabilire il rispetto del ruolo e della funzione pubblica del Garante. Senza giri di parole mi auguro che lo stesso opti, a seguito dei fatti recentemente emersi, per le dimissioni. Altrimenti da un punto di vista politico , saremo noi ad assumerci la responsabilità di ripristinare la credibilità delle Istituzioni, fortemente in ribasso per le vicissitudini che hanno visto Giuliano protagonista». Per ora, il consigliere ne ha fatto una questione politica, lasciando intendere di non averne chiesto ufficialmente la mozione di sfiducia, semplicemente perché, forse in virtù di una galanteria, ci si aspetta che Giuliano lasci volontariamente l’incarico. La strategia della moral suasion è stata nell’immediato appoggiata dal consigliere regionale Santarsiero. «Troppo spesso – ha dichiarato Santarsiero – quell’area politica (Liberi e Forti di Basilicata, ndr) sotto accusa per opinioni discutibili e una visione maplposta e strumentale della famiglia, è stata accostata e divenuta collegabile, anche con fatti e atti inequivocabili, al Garante Giuliano. La vicenda, inoltre, si è ulteriormente appesantita con la questione del denaro pubblico e dell’acquisto copie di un particolare libro». «Troppi dettagli collocano la figura del Garante in relazione a un sistema “malato”, connotato anche da presunti favoritismi interni. Bisogna avere la consapevolezza che l’incarico che si ricopre, lo si esercita oltre la propria personalità e le relazioni private. È il momento di difendere e porre al di sopra di ogni sospetto l’Istituzione del Garante, che deve, e non può non esserlo, indipendente e super partes».Per questi e altri motivi, Santarsiero, ha posto espressamente all’Assemblea e al presidente Mollica se è il caso che Giuliano conservi l’incarico. Come aveva già detto attraverso queste colonne.

IL SILENZIO DEL MENTORE FA RUMORE 

Aurelio Pace, presente in aula, ha ascoltato le accuse rivolte al Garante Giuliano senza proferire una parola di supporto nei suoi confronti. La paternità politica della sua nomina è sua, ma non lo ha difeso. La scelta di uno dei tre organi di Garanzia della Regione, nel 2014, spettava all ‘allora minoranza. Il consigliere Pace fece la sua scelta: Giuliano all’infanzia. Eppure ora si tiene fuori dalla discussione. Cosa che perorerebbe l’ipotesi che in fondo avrebbe, a oggi, molto da guadagnare dalle dimissioni di Giuliano, essendo ostative alle sue mire alla presidenza del Consiglio. Velleità che anche ieri si sono scontrate contro il non voto dei “colleghi” alla sua elezione. Altro silenzio particolare è quello dell’avvocato assessore di Satriano, Rocco Positino, autore, fino a prova contraria, del noto “pizzino” dal quale si evinceva dell’intercessione di Pace per il progetto di far comprare alla Regione, per 3mila e 500 euro, altre 500 copie del libro di Giuliano. I silenzi, però, non fermeranno la verifiche sulla effettiva terzietà del Garante, che appare troppo compromessa.

IL LIBRO DEL GARANTE HA UN MAGNETE PER ATTRARRE FINANZIAMENTI PUBBLICI

Finanziamenti pubblici per l’editoria personale, neanche privata. La domanda che aleggia tra i banchi dell’aula consiliare, lanciata dal consigliere Rosa (FdI) è : Quante volte la Regione Basilicata finanzia lo stesso libro? Il “Roma” ha la risposta. Parziale, perchè le indagini sono ancora in corso. L’opera letteraria del Garante per l’infanzia, Vincenzo Giuliano, dal titolo “Il riscatto di un popolo in maschera. Storia del Carnevale dell’Appennino Lucano”, ha ricevuto negli anni più contributi per acquisto copie. Circa un anno prima della sua nomina a Garante, avvenuta nell’ottobre del 2014, l’Agenzia di promozione turistica della Basilicata (Apt) ha staccato il primo assegno pubblico. Oggetto del contributo: «acquisto copie volume “Il Riscatto di un popolo in maschera”. L’operazione dura dal novembre del 2013 al marzo del 2014. Costo: mille e cinquecentotrentotto euro. Il secondo assegno, stesso mittente stesso beneficiario, risale proprio al marzo del 2014. Nella circostanza l’importo è più consistente. Dinanzi al lascia o raddoppia, l’Apt scelse la seconda alternativa. In calce all’esborso economico, pertanto, si può leggere la seguente cifra: tremila e settantatrè euro. Fin qui il libro in questione ha già racimolato, in poco tempo, circa 4mila e 500 euro di soldi pubblici. E fin qui, Vincenzo Giuliano benché personaggio noto alla politica, non ha ancora ricevuto la nomina di Garante. Questo, però, è il punto di non ritorno e il confine discrimine per una qualche concessione attenuante all’interessato. Non è tutto, c’è dell’altro. Con un voluto salto temporale, la storia si è ripetuta, pressocchè in modo analogo, il dicembre dello scorso anno. Il periodo in questione, quasi suggerirebbe di affibbiare alla vicenda l’epiteto di “la tredicesima”. Scartabellando negli archivi dell’Apt, ecco che spunta fuori l’ennesimo contributo pubblico. La data segnala che è il 22 dicembre del 2016. La delibera del direttore generale dell’Apt ha come oggetto: «Acquisto copie “Il riscatto di un popolo in maschera”». Dalla lettura del provvedimento si evince che l’opera rientra in quella strategia di efficacia promozionale dei prodotti regionali che “dipende in maniera sempre maggiora dalla capacità di offrire servizi di informazione e di comunicazione adeguati agli standard nazionali e internazionali”. Per questi e alti motivi, l’Apt ha deciso di elargire la somma di 4 mila euro per l’acquisto di cinquecento copie che le sono state vendute al costo di 8 euro cadauno. All’epoca della delibera, Vincenzo Giuliano era Garante. Nella mappa degli assegni pubblici in favore del libro di Giuliano, si è precisamente al terzo contributo, alla cifra di 8 mila e 500 euro, e alla prima concessione economica ricevuta nel mentre ricopriva la carica istituzionale a lui affidata. Ma vi è di più. Come Garante, Giuliano ha collezionato un’altro bonus. L’opera, come descritto, già ampiamente finanziata con soldi pubblici, è stata, nell’anno in corso, oggetto di un contributo economico, di mille euro, per acquisto copie, da parte della Presidenza del Consiglio regionale di Basilicata. La doppia cifra era nell’aria. E le richieste non sono terminate. L’aiuto, questa volta prima che finanziario, morale è arrivato proprio dal paese che Giuliano ha amministrato per 25 anni. Si tratta di Satriano di Lucania. Nella missiva indirizzata al Dipartimento presidenza della Giunta, pare con l’intercessione del presidente della Commissione lucani nel mondo, Aurelio Pace, il presidente della “Colectividad Satrianese San Rocco”, Domenico Sangiacomo,nell’ambito della presentazione del progetto Colectividad San Rocco Montevideo, Uruguay, – L’Altra Satriano, ha chiesto 3 e 500 euro, su un totale di 25 mila, per comprare altre 500 copie del libro, ormai almeno per il titolo noto anche all’opinione pubblica, “Il riscatto di un popolo in maschera. Storia del Carnevale dell’Appennino Lucano”. Ad oggi Vincenzo Giuliano, in qualità di Garante, non ha pubblicamente speso una parola per chiarire quantomeno quest’ultima vicenda, che porterebbe il suo libro a varcare i confini nazionali, oltre l’oceano. Sarebbe il caso che qualcuno chiarisca e forse anche che tale opera venisse messa all’indice, non dalla Santa inquisizione, ma dai finanziamenti pubblici, sì. Le tasche dei cittadini lucani hanno già dato, e molto anche.

QUANDO IL CONSIGLIERE DEI PPI DEFINì IL GARANTE UN SUO COLLABORATORE

I l presidente di Rete Cittadina, Antonio Tolve, ha fornito un contributo utile che getta ulteriori dubbi e sospetti sulla terzietà e indipendenza politica del Garante Giuliano. La sua segnalazione è stata riattualizzata dalla recente inchiesta de il “Roma”. «Apprendo – ha dichiarato Tolve – senza troppo stupore che nel consiglio regionale di oggi (ieri,ndr) è stata aperta una procedura da parte del presidente del Consiglio Mollica volta a verificare se sussistano in capo a Vincenzo Giuliano, garante per l’infanzia e l’adolescenza di Basilicata, i requisiti di legge per poter continuare a svolgere con equanimità l’importante ruolo di Garanzia e controllo. Non sarebbe la prima volta che Giuliano dimostrerebbe la sua mancanza di neutralità». «Era il 24 dicembre 2015 – ha spiegato Tolve -, infatti, quando chiedevo le dimissioni dello stesso, o che l’allora Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata Piero Lacorazza lo dichiarasse decaduto. Non c’è dubbio che il ruolo attivo svolto nella conduzione politica a livello regionale del Partito Popolari per l’Italia da parte di Vincenzo Giuliano, lo rendevano incompatibile al momento della nomina e a tutt’oggi. E a nulla possono essere considerate le dimissioni, evidentemente artatamente rilasciate, poco prima della nomina regionale». «Attraverso l’Associazione “Rete Cittadina” – ha sottolineato il presidente Tolve – sollevammo la questione dell’incompatibilità, soprattutto dopo che il Consigliere regionale Aurelio Pace arricchì il proprio profilo facebook postando una foto effettuata nella sua stanza in regione in cui definiva Giuliano, ivi presente, uno dei suoi collaboratori. Cosa che è dimostrabile tra l’altro dagli atti, in quanto certamente fino al 2014 Giuliano, prima di assumere l’incarico di Garante era assunto presso il Gruppo consiliare guidato da Aurelio Pace». «Dopo ben 2 anni – ha concluso Tolve – qualcuno si accorge che forse avevamo ragione a dire che i cittadini rappresentati dalla nostra associazione non si sentivano “garantiti” da tale figura. Evidentemente il Presidente Mollica è ben più accorto dell’allora Lacorazza». Il fotoritaglio (vedi immagine) forse bastò allora a salvare il Garante. Ma altre cose sono successe nel frattempo.

“LA PIETRA DI SATRIANO” DOPO L’INCHIESTA DE IL “ROMA” MAGICAMENTE SCOMPARSA DAGLI SCAFFALI DEI NEGOZI

SATRIANO DI LUCANIA. Restando in ambito letterario, dal paese natìo di Vincenzo Giuliano, Satriano di Lucania, è emersa, proprio a seguito dell’inchiesta de il “Roma”, un’altra vicenda. La questione, la cui genesi risale circa vent’anni fa, è tornata fortemente attuale e riguarda un altro libro del Garante: “La pietra di Satriano”. L’opera, secondo quanto appreso dalle segnalazioni di alcuni satrianesi, tra cui quella del consigliere comunale Tonino Iallorenzi, quest’anno è stata esposta sugli scaffali di alcune attività commerciali di Satriano. La sorpresa dei cittadini però è stata un’altra. Perchè il libro era in vendita. Lo si poteva acquistare, secondo le testimonianze, per 10 euro. Ci sono anche delle foto (vedi immagine a lato) a supporto della circostanza descritta. Per pura casualità, però, attualmente, come segnalato dal consigliere Iallorenzi “La pietra di Satriano” è stata ritirata dal commercio. Non è dato sapere se l’atto è stato consequenziale alle polemiche che hanno investito il Garante per via dei finanziamenti pubblici ricevuti per l’altro libro, quello sul carnavale satrianese, o perchè sia andato a ruba. Anche se uno dei commercianti, nel rendiconto di fine anno, si è accorto che una copia è riuscita a venderla. Ad ogni modo fino a pochi giorni fa, la si poteva acquistare. Ora non più. Ciò che è paradossale, su tale punto il “Roma” sta effettuando tutte le dovute verifiche, è che secondo quanto pubblicamente denunciato da Iallorenzi, sembrerebbe che verso la fine degli anni ‘80, il libro abbia raggiunto la pubblicazione grazie all’esborso di soldi erogati dalle casse comunali. Giuliano, nel caso di specie, sarebbe stato, all’epoca dei fatti, sindaco e scrittore. Da primo cittadino avrebbe acconsentito al finanziamento in favore di una tipografia locale, per dare alle stampe il libro da lui scritto. Secondo la memoria storica del consigliere comunale, Tonino Iallorenzi, pare che il primo finanziamento comprendesse un numero di copie tali da coprire tutti i nuclei familiari residenti in paese. Calcoli approssimativi restituiscono la cifra di mille – mille e 200 copie. Potrebbero, però, esserne state stampate molte di più.

DI FERDINANDO MOLITERNI

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